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Percorso

Anche la Sardegna vince al Festival Mojo

Mojo Italia Festival, Maria Dolores Picciau con la pastora Moira Murgia e il giornalista Nico Piro

''Senza radici non si vola'' di Maria Dolores Picciau è tra i premiati al Festival del 'giornalismo mobile

Si è concluso a Roma, alla Casa del Cinema, il festival "Mojo Italia". Il titolo della manifestazione è un acronimo che sta per "mobile journalism", ovvero il giornalismo realizzato con mezzi tecnologicamente avanzati, ma con caratteristiche di utilizzo semplici e facilmente trasportabili, come lo smartphone o la "GoPro".

Mojo Italia FestivalIl festival, insomma, ha mostrato le nuove opportunità per i cronisti di fare informazione in maniera diversa e, come si è detto durante il contest, si è dato spazio a una "realtà sempre più concreta come mezzo di espressione, nonché occasione per creare una nuova professione". I finalisti con opere sia italiane sia internazionali sono stati ottanta, incrementando ampiamente la partecipazione della scorsa edizione. Quattro le categorie: le news (short e long), le narrazioni (short e long), la migliore opera internazionale e il migliore autore italiano. La giuria di grande rilievo, formata da Paolo Di Giannantonio, Alessia Laudati, Enrico Farro, Nico Piro (anche direttore del festival), Pio D'Emilia e Christian Ruggero, ha anche assegnato due menzioni speciali.

Mojo Italia Festival, ''The Volcano''Le opere vincitrici sono state complessivamente di ottima qualità tecnica con contenuti estremamente attuali. Così, troviamo "The Volcano" di Leonor Suarez sulla vita complessa di chi abita vicino a un vulcano; "Zambian cab" di Emmanuel Mwape, microstoria di lavoratori del Zambia che si "inventano" un mezzo per rendere più efficace il loro duro mestiere; "Nothing is thrown away" di Rosa Praticò sul riuso dei materiali in un mercato romano; "Clean up crusade" di Phil Bronwell un'emozionante racconto del tentativo di salvaguardare una spiaggia dai rifiuti; "Shallow" di Ulku Sonmez che, attraverso la fiction, riesce a raccontare il passaggio all'età adulta di due fratelli e il loro rapporto con la natura. Interessanti anche le opere che hanno ricevuto le menzioni speciali: "The sun of the indian reserve" di Andrea Bernabeo sulle condizioni contemporanee dei nativi americani nelle riserve; "Dalla terra all'infinito" di Luca Annoni, un reportage da Castelluccio, dove la natura fiammeggiante ha resistito alla prova del terremoto; "Storia di tre migranti" di Alessandro Guarasci che, attraverso le interviste, mette in evidenza punti di vista interessanti sul problema dell'immigrazione.

Mojo Italia FestivalMa una grande soddisfazione l'ha dato il premio a "Senza radici non si vola" di Maria Dolores Picciau, cagliaritana, autrice di un cortometraggio semplice, ma estremamente efficace e emozionante. La regista è alla sua prima prova, ma ha alle spalle una carriera pluridecennale da speaker, giornalista e, soprattutto, storica dell'arte con svariate pubblicazioni dedicate, in questo settore, alla Sardegna. Ricordiamo in questo senso il suo ultimo libro: "La ricerca della forma assoluta" sull'opera di Maria Lai. La sua cultura, la sua esperienza giornalistica, ma anche la sua personale determinazione e curiosità hanno supportato la realizzazione di "Senza radici non si vola", una finestra sui bisogni e i diritti dei pastori sardi. La forza del cortometraggio sta nell'aver scelto location e protagonisti non inficiati da sterotipi.

VMojo Italia Festivalediamo, così, paesaggi pianeggianti e collinari, perchè in Sardegna la pastorizia si esercita non solo nelle montagne dell'interno, e giovani lavoratori, tra cui una donna, che hanno scelto un mestiere di grandi sacrifici, ma capace di suscitare anche passione e spirito imprenditoriale. I pastori, molto brevemente, raccontano le loro storie quotidiane (tra l'altro, il rapporto con i figli che si possono incontrare solo alla sera, la soddisfazione di aver ripreso il mestiere dei padri), ma pure i problemi economici derivanti da una filiera non adeguata alle loro esigenze e a quelle del mercato, la delusione per una certa indifferenza della politica che ha portato a gesti di protesta estremi come la "distruzione" del latte. Il cortometraggio, però, presenta interviste misurate, dove la dignità degli allevatori viene fuori senza autoreferenzialità. Non si parla di mondo arcaico, ma di un lavoro che può essere ancora estremamente importante per l'economia sarda, se rispettato e adeguatamente retribuito.

La Picciau non commenta, alle parole dei pastori fa incontrare immagini delle aziende agricole inserite in paesaggi mai banali. Il premio del "Mojo" nella sezione "Narrazioni" (sotto i cinque minuti) appare come un giusto riconoscimento a una regista di sicuro talento.
Il Festival "Mojo" è promosso dall'Associazione Stampa Romana e dall'Associazione Nazionale Filmmaker.

30 settembre 2019

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