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Visioni sarde 2020

 Il cinema riparte in maniera virale. di Marcello Atzeni

''Valerio''Valerio” di Gianni Cesaraccio, è il vincitore dell’edizione 2020 del concorso nazionale per corto, mediometraggi e documentari “Visioni sarde”, giunto alla settima edizione. In mattinata si è riunita la giuria e nella serata di ieri, venerdì 17 luglio, si è tenuta  la proiezione di tutti i corti finalisti, poi la premiazione. Il tutto nel cortile interno della ex Manifattura tabacchi, in viale Regina Margherita.

“Visioni sarde” è una rassegna nata nel 2014 che si propone di diffondere le opere in più continenti attraverso la rete degli Istituti italiani di cultura, dei Comites della Società Dante Alighieri e dei Circoli sardi. Nel 2020 i compiti organizzativi sono stati affidati all’ Associazione sardi in Torino “A. Gramsci”, presieduta dal gavoese Enzo Cugusi. I film giunti in finale, sono stati raccolti e preselezionati all’inizio dell’anno dai critici della Cineteca di Bologna.

La serata è stata condotta da Anna Di Martino, direttrice di “Visioni italiane” della Cineteca di Bologna.

''Destino''Il premio come miglior attore è andato a Vanni Fois, interprete di “Valerio”. Delizioso il corto del regista sassarese e ottima prova dell’attore di Perfugas. Cameo del regista sassarese, Antonello Grimaldi. Gli altri finalisti, sette in tutto, anche se due, Bonifacio Angius ed Enrico Pau, essendo professionisti, non partecipavano al concorso. Angius, con “Destino”, ha dato prova anche di attore, oltreché di sceneggiatore e regista. Volendo si può fare un parallelismo tra “Valerio” e “Destino”: entrambi narrano le vicende di uomini problematici, specialisti nell’alzata di gomito (Il Covid 19, nulla c’entra) e azioni non proprio cristalline. Pau, invece, con il suo “Gabriel” ricostruisce un’ipotetica annunciazione evangelica nei bianchi paesaggi del Vermont. Buona la fotografia.

Come detto, Angius e Pau, logicamente erano fuori dai giochi.

Gli altri cinque corti.

''Dakota Dynamite''Dakota Dynamite” di Valerio Burli, regista romano, ma “legato alla Sardegna per questioni affettive”. Il lavoro di Burli è un mix tra fumetti e Anonima sequestri. Autoproduzione. Scritto, girato e montato, nonché post prodotto in 48 ore. Vanni Fois compare anche nel corto del regista romano. Anche qui in un ruolo di malu.

Fogu” di Alberta Raccis è un montaggio di filmini di famiglia, aventi come elemento in comune, il fuoco. Il fuoco, utile tra l’altro a purificare. Il sacro misto al profano. La Raccis ha avuto il supporto della Cineteca sarda e il sostegno della Sardegna Film commission, oltre quello di Fondo filming Cagliari.

Fragmenta” di Angelica Demurtas, è stato realizzato con filmati d’archivio. Frammenti di una bambina che diventa donna. Con rimandi al passato, non solo filmici. Chopin ingentilisce le immagini dei tempi scomparsi nel tempo, ma fissati in pellicola.

L’abbraccio” di Simone Paderi. Il regista mette di fronte alla mdp sua madre. Attenendo i suoi tempi. Marina Cabras, nel corto, parla di sé stessa, con grande emozione e sofferenza. E alla fine, l’abbraccio è quello che dà al regista. Simone Paderi è proprio il suo bambino.

''Lasciami andare''Lasciami andare” di Roberto Carta. Venanzio spera che il latitante Antonello, lo faccia diventare un bandito. Ma l’isolamento forzato e la passione per l’astronomia, fanno uscire fuori di testa Venanzio. Tra gli interpreti Giovanni Crozza Signoris (figlio di Maurizio). Piccola parte ma ben dosata per Noemi Medas, sempre molto credibile e affascinante.

Adesso gli otto cortometraggi di “Visioni sarde” gireranno in lungo e in largo. Come ha detto Enzo Cugusi, dell’Associazione “Gramsci” di Torino, ci sono già cinquanta richieste. In tutto il mondo.

Presente alla serata, ovviamente, Nevina Satta, direttrice della Sardegna Film Commission, il presidente Gianluca Aste, e il consigliere Elisabetta Mocci. In prima fila anche, Alessandra Zedda, vice presidente della Regione, nonché assessore al lavoro. La giuria era presieduta da Elvira Serra, giornalista, e aveva tra i suoi componenti Antonello Zanda, direttore della Cineteca Sarda e Sergio Naitza: un passato da giornalista e un presente da regista.

21 luglio 2020