Stampa

La Sardegna mercificata dell'agriturismo Assandira

Esce in tutte le sale il film di Savatore Mereu. di Elisabetta Randaccio

''Assandira'' Salvatore MereuPresentato con ottimi riscontri di pubblico e di critica (ha anche ottenuto una menzione speciale al premio collaterale della FEDIC) alla 77^ Mostra d'arte internazionale del cinema di Venezia, è uscito nelle sale di tutta Italia, "Assandira" di Salvatore Mereu, uno dei film più attesi, in Sardegna, della nuova stagione cinematografica. Il lungometraggio è stato presentato a Cagliari, a Sa Manifattura, all'interno della rassegna "Nottetempo".

Pur rispettando rigorosamente le misure anti-Covid, il pubblico è stato numeroso, ma soprattutto molto caloroso nei confronti del film, accompagnato dal regista e dal cast. "Assandira", tratto liberamente dall'omonimo libro di Giulio Angioni (pubblicato nel 2004 da Sellerio), coinvolge lo spettatore suscitandogli riflessioni ed emozioni. L'agriturismo "Assandira", un quasi trash-reality tra banali e finti folclorismi, superficiale interesse per la natura e con una inquietante immersione nella violenza e nel sesso, è stato voluto da Mario, di ritorno da un periodo di emigrazione lavorativa, e dalla sua moglie tedesca Grete.

Il padre di Mario è Costantino Saru, un ex pastore, il quale si fa coinvolgere nell'iniziativa, per quanto convinto che il baraccone "Assandira" sia un volgare tradimento delle radici culturali sarde e, come ha detto l'interprete Gavino Ledda, un progetto "contro natura".

''Assandira'' Salvatore MereuDunque, chi (come vediamo nella prima sequenza) ha dato fuoco all'agriturismo, che ha provocato la morte del giovane Mario? Mereu gestisce l'inchiesta condotta dal giudice Pistis (interpretato da Corrado Giannetti) rovescendone la struttura: non ci interessano colpevoli o prove, ma il percorso della mente e dell'anima del sospettato Costantino, il quale ripercorre così due anni della sua vita e, soprattutto, il rapporto contrastato con il figlio, nonché il senso profondo, arcaico della figura archetipica paterna. Il film, che alterna (come capita, spesso nei film di Mereu) inquietanti tinte scure ad altre chiarissime, ha il suo punto di forza nell'interpretazione perfetta, sofferta, immersiva di Gavino Ledda, veramente indimenticabile nel ruolo principale. Lo affiancano Anna Koning (Grete), Marco Zucca (Mario), Samuele Mei (Peppe Bellu), mentre la bella fotografia è firmata da Sandro Chessa. Da segnalare lo splendido manifesto realizzato da Angelo Monne.
Abbiamo incontrato Salvatore Mereu e Gavino Ledda per riflettere sul film.

''Assandira'' Salvatore MereuAnche "Assandira", come i tuoi precedenti "Sonetaula", dal libro di Giuseppe Fiori, e "Bellas mariposas", da quello di Sergio Atzeni, è tratto da un testo di un autore sardo: Giulio Angioni. Stai facendo un percorso preciso nella letteratura isolana contemporanea?
"Sicuramente mi interessa molto raccontare la Sardegna e il luogo ideale per narrarne le storie è la letteratura sarda, anche se definirla in questo modo è un limite. Infatti, quello che si è pubblicato, soprattutto nell'ultimo periodo, nella nostra isola, ha abbondantemente superato con successo i confini regionali. D'altronde, ci si rivolge alla letteratura perché al suo interno è presente un serbatoio di storie e il cinema, come sappiamo, se ne è servito, sin dalle origini. Per me, poi, che vivo in Sardegna e continuo a fare questo lavoro in quest'isola, mi sembra una scelta naturale. Infatti, si narra quello che si conosce, anche se si eredita una vicenda da un racconto di qualcun altro, perché il mondo è quello lì, dove sei cresciuto, in cui continui a vivere. La letteratura sarda, d'altronde, in questi anni, ha dato prova di grande maturità, capace di importanti stimoli culturali".

''Assandira'' Salvatore MereuNei tuoi film mi sembra che la luce abbia la stessa importanza di un personaggio. In "Sonetaula" prevaleva il tono scuro, in "Bellas mariposas" esplodevano le note chiare. Anche in "Assandira" è evidente un'attenzione alla psicologia della luce...
"Mi interessa questa considerazione e mi ritrovo sul fatto che 'Bellas mariposas' sia un film solare, non solo perché l'ambientazione è una giornata d'estate, ma perché quella è la luce che appartiene all'età e alle protagoniste di quel racconto. In 'Assandira' il discorso sulla luce si sovrappone con la progressione della storia. Il film si svolge, infatti, su due piani: quello del presente, in cui si conduce l'inchiesta e quello del passato dove riemerge, attraverso il racconto fatto da Costantino Saru al magistrato sugli ultimi due anni della sua vita, una vicenda che comincia, appunto, con una forte presenza della luce fino alla discesa agli 'inferi' della scena conclusiva. A questo punto, arriva la notte e un'alba livida con tanta acqua che dovrebbe lavare e purificare tutto quello visto fino a quel momento. Insomma, c'è, in questo senso, un discorso consapevole che ho potuto realizzare anche grazie alla collaborazione di Sandro Chessa, un giovane direttore della fotografia sardo conosciuto durante la realizzazione del mio precedente cortometraggio 'Futuro prossimo'. La nostra collaborazione, sin dal primo momento, è stata proficua. Tutti e due abbiamo un approccio molto maniacale nei confronti del mezzo cinema, che, comunque, richiede una grande responsabilità quando lo utilizzi e entrambi volevamo dare vita, pur con mezzi differenti (la luce e la narrazione), a questa storia".

''Assandira'' Salvatore Mereu"Assandira", sulla carta, potrebbe essere interpretata anche come una sorta di noir, ma tu non cerchi la dinamicità di questo genere, bensì rallenti la vicenda, che soprattutto è un'investigazione sull'animo del personaggio...
"La struttura narrativa del film era già presente nel romanzo, il quale non ha un andamento lineare, si snoda, come il mio lavoro, per flashback. Si comincia dalla fine con i pompieri e le forze dell'ordine arrivati a domare e a spegnere il fuoco e, allo stesso modo di modelli cinematografici nobilissimi come, per esempio, 'Viale del tramonto' di Wilder, dove troviamo il protagonista morto che ci spiega in che maniera si è evoluta la vicenda, in "Assandira" Costantino evoca a ritroso la sua storia. Non ho voluto, dunque, rinunciare a tale struttura. In effetti, non è tanto importante scoprire chi incendia 'Assandira' e si macchia di questa grave responsabilità, ma come si è arrivati a quella drammatica situazione. Il film ci parla di una discesa all'interno del cuore e della mente del protagonista che, dialogando col magistrato, prova ad elaborare un lutto".

Vorrei chiedere a Gavino Ledda se, dato il suo status di scrittore, le è capitato di intervenire, durante il girato, magari con qualche battuta, sulla sceneggiatura.
"Non mi sono permesso, se non proprio attraverso la mia interpretazione, che Salvatore mi ha aiutato a tirare fuori, con la sua abilità di sceneggiatore e regista, supportandomi per capire come dovevo impostarla, senza eccedere nel melodramma, per esempio. Comunque, si trattava di rendere un personaggio complesso che, però, ho compreso essere anche una parte di me".

''Assandira'' Salvatore MereuSalvatore, ci puoi dire quale sarà esattamente il percorso nelle sale di "Assandira"
"Il film ha due grandi distributori: in Italia 'Lucky Red' e per l'internazionale 'Match Factory', che cura molto bene degli 'oggetti' cinematografici come "Assandira" ed è impegnata nella circolazione di film d'essai, per cui essere inseriti in questi due listini, ci fa ben sperare. 'Assandira' è uscito nelle sale, non solo sarde, dal 9 settembre e io l'accompagnerò privilegiando la mia regione come ho fatto con tutti gli altri miei lavori. Da mercoledì, poi, sarò in altre città: Bologna, Roma, Firenze, Torino, dove sono previste le presentazioni e, in seguito, il film inizierà a girare per i Festival, anche internazionali".

"Assandira" è prodotto da "Viacolvento" e Rai Cinema con il contributo economico del Mibact e il sostegno, tra gli altri, della Fondazione Film Commission Sardegna, del Comune di Cagliari, della Società Umanitaria-Cineteca Sarda, l'ISRe.

14 settembre 2020