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Viaggio nel tempo e nella memoria

Presentato il film di Daniele Marzeddu Return to sea and Sardinia. di Elisabetta Randaccio

''Return to sea and Sardinia''"Return to sea and Sardinia" di Daniele Marzeddu è stato presentato, a Cagliari, il 29 e 30 ottobre scorsi, sia in presenza sia online. Si tratta di un lavoro su cui il regista di origine sarda, che vive attualmente in Gran Bretagna, si è impegnato per tre anni, un progetto documentaristico evocativo del libro "Mare e Sardegna" di D.H. Lawrence, pubblicato prima a puntate su una rivista e, in seguito, in volume nel 1921.

Sono passati, dunque, 100 anni da quel particolare viaggio di nove giorni nella nostra isola di uno scrittore straordinario, che la superficialità mediatica appiattisce esclusivamente sul suo capolavoro "L'amante di Lady Chatterley", mentre ci dobbiamo confrontare con un autore complesso, innovativo, il quale diede anche un contributo importante al dibattito sulla psicoanalisi, di cui scrisse alcuni testi molto interessanti.

L'itinerario sardo di Lawrence pare sia stata una decisione quasi casuale: partito dalla Sicilia, che lo aveva affascinato per il suo clima e per le sue bellezze urbane e paesaggistiche, lo scrittore inglese, insieme con sua moglie Frida von Richtofen (chimata con ironia la Queen Bee, "l'ape regina") scelsero come meta di uno dei loro svariati viaggi per il mondo (dal 1912 al 1921 girarono i cinque continenti) la nostra isola, guidati, forse, anche dalla loro mai banale curiosità.

D H LawrenceIl viaggio, svoltosi soprattutto in treno, partì da Cagliari fino a Orosei, attraverso tappe "esemplari" a Cagliari, Mandas, Sorgono, Nuoro e, seppure come si è detto, il soggiorno fu troppo breve per cogliere la complessità sociale, economica e culturale della Sardegna, il "diario" "Mare e Sardegna" rimane un libro potente sulla nostra isola, tratteggiata in paesaggi indimenticabili (la luce, il cielo, ancora oggi così particolari) e in alcuni personaggi che, se mettono in evidenza la grande distanza con la realtà sociale "italiana" dell'epoca, ne descrivono una peculiarità etnica, non incarnata in un semplice stereotipo da "buon selvaggio".

Il regista Daniele Marzeddu, pur seguendo nel suo film l'itinerario di Lawrence dalla amata Sicilia alla Sardegna, scarta il piatto documentario da commemorazione e sceglie strade estetiche e contenutistiche originali. Opta, intanto, per il bianco e nero, che non è una trovata d'effetto, ma si allinea alla riflessione principale del lungometraggio, quella sul tempo e sulla memoria, la quale si evoca sicuramente meglio desaturata dai colori. Così, le immagini girate da Marzeddu sono di notevole impatto visivo e rivelano anche il suo sguardo non solo da cineasta, ma da abile fotografo. Il tempo, dunque, il film lo fa danzare tra le riflessioni tratte dal libro dello scrittore inglese, le riprese della Sardegna del presente alternate all'uso adeguato dei "filmini" di famiglia, quelli più antichi e quelli maggiormente vicino a noi, senza mai creare confusione: un gioco nella memoria (storica, letteraria, individuale) capace di segnare le tappe del viaggio.

''Return to sea and Sardinia''Ad accompagnare questa sorta di sogno lucido sono le voci contemporanee di studiosi, i quali ci raccontano di Lawrence e del contesto storico in cui visse, ma, senza contrasto, anche quelle di ragazze dei nostri giorni desiderose, pur amando tantissimo la loro terra, di confrontarsi con altre realtà o di un anziano ex ferroviere nostalgico della rivoluzione sociale e lavorativa creata nei piccoli paesi sardi dalla ferrovia e dal suo indotto. I volti di ieri, i sorrisi stupiti davanti alle prime cineprese, si intrecciano con altrettanto fascino e curiosità con quelli moderni, commentati anche dall'incontro della musica di Glasbird con quella del coro femminile di Urisè di Orosei. Una scelta, quella di Marzeddu, che, seppure concedendo qualche tratto folcloristico al suo pubblico soprattutto di lingua inglese, va decisamente oltre gli stereotipi, proponendo un "genere" filmico difficilmente incasellabile esclusivamente nella tipologia documentaristica. "Return to sea and Sardinia" inizia e finisce con un'anziana, la quale, in lingua sarda, ripete a una bambina le parole "magiche" di riti e filastrocche antiche, entrando e chiudendo il film in una memoria onirica, che, forse, segnò anche la fantasia inconscia di D.H. Lawrence.


"Return to sea and Sardinia" è stato prodotto da "The visula guys" con il supporto della "D.H.Lawrence society of Great Britain", il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission e la collaborazione della Società Umanitaria-Cineteca Sarda.

8 novembre 2021