Percorso

Storia di una colonia penale

Presentato "Il miracolo dei rei" di Alessandra Usai sulla colonia penale di Castiadas. di Elisabetta Randaccio

''Il miracolo dei rei''Presentato nei giorni scorsi a Cagliari, "Il miracolo dei rei" si è rivelato una bella sorpresa. Prima di tutto, perché si tratta di un ottimo film, poi perché diretto da una regista sarda di grande talento e professionalità. Alessandra Usai (classe 1981), infatti, è una documentarista che ha lavorato con rilevanti risultati a Milano e, soprattutto, in Irlanda, dove ha vissuto fino al 2017.

Proprio in questo paese, ha girato un lungometraggio ("Lady of science") premiato nei festival internazionali incentrato sulle figure di due donne pioniere della scienza, Mary Ross e Mary Ward, vissute nella metà dell'800. Il metodo della Usai, quindi, per approcciarsi all'argomento dei suoi film è, prima di tutto, una rigorosa ricerca storica, antropologica e archivistica. Così, tornata in Sardegna qualche anno fa, per realizzare "Il miracolo dei rei" sulle vicende della colonia penale di Castiadas, si è documentata ampiamente su questa storia grondante, nello stesso tempo, di dolore e speranza. La scelta di girare, poi, un docufilm non l'ha esentatata dal concentrarsi su una forma cinematografica particolarmente curata. Così, lo spettatore può essere coinvolto già dall'accuratezza fascinosa delle immagini che restituiscono gli ambienti e i personaggi della storia. Insomma, niente a che fare con la modestia tecnica della maggior parte dei film "didattici" o di ricostruzione documentaria.

''Il miracolo dei rei''Inoltre, la regista utilizza la voce fuori campo con l'espediente di far parlare una giovane ragazza, Alice, tornata nel suo paese d'origine, alla ricerca dei ricordi d'infanzia dove le vecchie mura del carcere di Castiadas potevano diventare un castello incantato e i racconti del nonno su quel sito narrazioni fantastiche. A questo punto, alternando la voce di Alice con quella dei protagonisti dell'avventura della costruzione e mantenimento della colonia penale, alternati a filmati di repertorio, documenti giornalistici e ricostruzioni accurate nei minimi particolari, lo spettatore può seguire un segmento importante di storia sarda con curiosità e emozione. Nel narrare la vicenda di quella che è stata la più grande colonia penale italiana, attiva dal 1875 al 1956, Alessandra Usai (con il supporto per i dialoghi di Claudia Zedda), evidenzia, come dice il titolo "il miracolo dei rei", cioè la fatica, spesso dolorosa, dei detenuti che costruirono prima la struttura, in seguito riuscirono ad avviare, con il loro lavoro, una vera e propria azienda agricola e zootecnica, all'interno di quella che diventò una piccola città contando, tra l'altro, l'ospedale, la chiesa, il caseificio, il negozio di tabacchi.

''Il miracolo dei rei''Certo, il periodo iniziale non fu esente da problemi. Il visionario direttore delle carceri italiane Eugenio Cicognani aveva scommesso su un territorio bellissimo, ma complicato da bonificare e, soprattutto, tormentato dalla diffusione della zanzara anofele e, dunque, segnato dalla espansione letale della malaria. I detenuti, inoltre, per quanto venissero considerati dei "privilegiati", subivano un trattamento rigoroso, dove abbondavano punizioni devastanti e, nonostante le protezioni utilizzate nei lavori agricoli, la maggior parte di essi moriva di malaria o delle sue conseguenze. Col passare del tempo, Castiadas divenne una colonia penale d'eccellenza in Italia e, oltre lo sviluppo agricolo e zootecnico capace di dare un profitto elevato con i suoi ottimi prodotti, si affermò come un luogo di inclusione tra la popolazione detenuta e quella del territorio e un esempio di come il lavoro (anche salariato) potesse influire positivamente sulla rieducazione penale e pure, in tantissimi casi, sull'indirizzare a un mestiere onesto gli ex carcerati.

''Il miracolo dei rei''Il film ci racconta, dunque, le storie di chi a Castiadas ha vissuto per detenzione o per professione, come il giornalista dell'"Unione sarda" Felice Senes, il quale, nel 1909, documentò con i suoi articoli le condizioni della struttura e dei prigionieri, del dottor Mathieu impegnato a curare la popolazione carceraria, ma anche a studiare le origini della malaria e le sue conseguenze sanitarie e sociali o di Giuseppe Cusmano l'agronomo, a cui si deve buona parte dello sviluppo delle piante e dei loro prodotti nella colonia, che insegnava anche con successo ai detenuti. Certo, sono i fantasmi, le voci i nomi di questi ultimi ad abitare le vecchie strutture, ormai abbandonate, ma il loro "miracolo" continua in un territorio rigoglioso, in una natura che, come la protagonista Alice immagina, li riconosce come figli.

"Il miracolo dei rei" è prodotto da "Nical film", "Zena Film", "Hypatia Pictures" in associazione con Istituo Luce-Cinecittà e realizzato con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, Filming Cagliari, Fondazione Sardegna Film Commission.

22 novembre 2021

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