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Il silenzio e la vendetta

Esce nelle sale Il muto di Gallura di Matteo Fresi. di Elisabetta Randaccio

''Il muto di Gallura''Proiettato per la prima volta al "Torino Film Festival" (unica opera italiana in concorso), "Il muto di Gallura" di Matteo Fresi è stato presentato nelle sale sarde in anteprima, mentre da giovedì 31 marzo arriverà, distribuito da "Fandango" nelle sale del resto d'Italia.

L'esordio cinematografico di Matteo Fresi ne mette in evidenza il talento figurativo e tecnico notevole. Il regista affronta la drammatica storia del "muto di Gallura", ispirandosi certamente al testo di Enrico Costa (pubblicato nel 1884), ma modulandolo come racconto di melanconica e appassionante avventura.

I riferimenti, è palese, provengono dal western leoniano, soprattutto nell'uso narrativo dei dettagli (i piedi dei banditi, il manico del fucile, gli occhi dei protagonisti) supportato da una bella colonna sonora di Paolo Baldini ("è stata composta prima delle riprese", ha sottolineato Fresi alla presentazione del film), ma anche dalla capacità di reinventare una Sardegna epica, rielaborando con intelligenza gli sterotipi leggendari e paesaggistici.

''Il muto di Gallura''D'altronde, ha affermato il regista alla presentazione del "Muto di Gallura", "volevo realizzare un film fuori da qualsiasi visione 'museale', tipica di certe opere che raccontano la Sardegna". In questo senso, non appare una forzatura neppure la scelta della lingua gallurese (la pellicola è sottotitolata in italiano), perché per Fresi le dinamiche narrative "non erano separabili dalla lingua del luogo. Il lavoro sul gallurese è stato attento, profondo. Ci ha supportato sia nello studio che come coach degli attori il linguista Riccardo Mura".

Così, gli interpreti, un cast quasi tutto sardo (tra gli altri Andrea Carroni, Fiorenzo Mattu, Noemi Medas, Andrea Staffa, Francesco Falchetto) si trova a suo agio nell'incarnare personaggi dominati da psicologie sfaccettate, seppure tagliate nella rigidità della scelta del bene o del male, caratteristica del genere epico-avventuroso.

''Il muto di Gallura''Solo tre attori non sono isolani (Aldo Ottobrino, l'intendente, Nicola Pannelli, il prete, Andrea Arcangeli, Bastiano), ma è una scelta voluta, perché, come afferma Fresi, si voleva sottolineare "l'alienità di questi personaggi, compreso quello del muto". Nel libro di Costa - piccolo capolavoro, una sorta di docufiction che intreccia la parte romanzata a spiegazioni storiche tratte da testi classici, giornali, statistiche -, Bastiano Tansu, il muto, è tratteggiato, nello stesso tempo, con pietà e ammirazione. È un bambino emarginato, in seguito, un uomo teso a cercare, nel silenzio che lo circonda, un'affermazione "sociale", di clan, capace di vendetta nei confronti di chi lo sottovaluta o lo ridicolizza, come la famiglia della ragazza di cui si innamora.

Nel film di Fresi, rimane il senso di solitudine, di emarginazione di Bastiano soprattutto nel versante psicologico, plasmandolo come un eroe melanconico e romantico, supportato dall'interpretazione adeguata, "fisica" di Andrea Arcangeli.

''Il muto di Gallura''Nell'epilogo del libro, il muto "scompare" misteriosamente tra le montagne con una sorta di metamorfosi nella voce tonante del vento; nell'opera cinematografica, Fresi conclude la narrazione vicino al mare, che non era mai comparso, come fosse un limite paesaggistico tra due mondi, due mitologie, due anime. Dunque, il regista, di origine sarda, riesce a cogliere con una accurata attenzione tecnico figurativa, avvalendosi dei fondamentali contributi, tra gli altri, di Gherardo Gossi alla fotografia, Monica Simeone ai costumi, Valeria Sapienza e Giogiò Franchini al montaggio, le opportunità straordinarie delle nostre location quando sono attraversate da una storia capace di viaggiare archetipicamente oltre i nostri confini e, dunque, cinematograficamente godibile dapperttutto.

"Il muto di Gallura" è una produzione Fandango con Rai Cinema, con il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission.

1 aprile 2022