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"Hairspray" di Adam Shankman

di Ignazio Sanna

 cinemecum.hairspray.locandinaPRIMA DELLA VISIONE

Hairspray di Adam Shankman è il remake del film dallo stesso titolo di John Waters, uno dei registi meno legati, soprattutto agli esordi, alle scelte estetiche e tematiche dell’industria di Hollywood. L’originale è un musical del 1988, transitato poi per i palcoscenici di Broadway e ora tornato al cinema in una nuova accattivante lettura. Il cast è stellare: John Travolta, Michelle Pfeiffer, Christopher Walken. Accanto a loro la protagonista Nikki Blonsky, il divetto emergente Zac Efron e la rapper nera Queen Latifah. John Travolta farà la parte che nell’originale fu di Divine, travestito decisamente ‘pericoloso’ per il benpensante americano, al contrario del nostro Platinette, mestierante di successo nei salotti televisivi italiani...
Non oso immaginare come possa essere possibile, dopo averlo visto addirittura in ruoli da cattivo.
 
DOPO LA VISIONE

Non sono mai stato a Baltimora, nel Maryland, dove si svolge la storia, ambientata nel 1962. Ma questa stupenda pellicola, con buoni e cattivi rigidamente separati come nelle fiabe, evoca in me quell’atmosfera allegra e spensierata tipica degli anni Sessanta, che ho visto con occhi di bambino (sono nato nell’ultimo mese di quel 1962).
 
cinemecum.hairsprayFin dall’inizio ci si cala in quell’atmosfera, appunto, fiabesca, con la simpaticissima cicciona interpretata da Nikki Blonsky, che corre a scuola, naturalmente cantando, con la sua imponente acconciatura, tipica delle ragazze ‘in’ dell’epoca.
Il momento più sorprendente, per quanto atteso, è l’entrata in scena di un irriconoscibile John Travolta, che dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio di essere un attore completo. Non meno insolito il ruolo di Christopher Walken (cattivissimo in un film come Fratelli di Abel Ferrara, tanto per citarne uno), efficace nel ruolo del marito, uomo semplice e dimesso capace perfino di resistere alle avances di una malvagia quanto splendida Michelle Pfeiffer, che in questo film mi ha ricordato tanto, bellezza a parte, la Crudelia De Mon de La carica dei 101.

cinemecum.hairspray1Tra godibilissimi balletti e belle canzoni c’è spazio anche per le rivendicazioni sociali dei neri, all’epoca ancora soggetti a un regime di apartheid culturale. Nella marcia a favore dell’integrazione razziale uno dei manifestanti porta un cartello con su scritto “TV is black and white” (la televisione a colori ancora non c’era).
 
A livello musicale, per calarsi ulteriormente nell’atmosfera dell’epoca, basterà citare alcuni dei nomi presenti nella hit parade del Corny Collins Show: The Drifters, Chubby Checker (il re del twist) e Elvis Presley (the king, semplicemente).
Ma la scena del film che mi è piaciuta di più, tra le tante, è il duetto canoro e danzante fra Travolta e Walken, che a tratti fanno il verso a Fred Astaire e Ginger Rogers, nientemeno. Sono questi i favolosi anni Sessanta di cui ogni tanto si sente parlare.