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Quel vulcano di Alliata

Si intitola "Cinema e isole" la rassegna cagliaritana che parte sabato e vede protagonista il primo regista italiano che inventò il cinema sottomarino. A fianco di Jean Renoir e di Anna Magnani. di Elisabetta Randaccio 

cinemecum.alliataE’ dedicata a un personaggio cult  del cinema italiano la serata che si svolgerà il 10 novembre a Cagliari, al Teatro Alfieri, a partire dalle 18.
Infatti, nel contesto di Cinema e isole, manifestazione promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari, si terrà un incontro con Francesco Alliata, regista e produttore e si proietteranno alcuni suoi preziosi documentari girati tra il 1947 e il 1950 (I cacciatori sottomarini, Isole di cenere, Tonnare, Bianche Eolie, Opera dei pupi), nonché una tra le sue produzioni più note: Vulcano (1950) di William Dieterle. Ma chi è Francesco Alliata? Classe 1920, è il primo regista italiano a “inventare” il cinema sottomarino usufruendo di riprese sottacqua con una Arriflex 35mm protetta da una sorta di piccolo scafandro. La sua passione per il grande schermo, però, era nata negli anni giovanili ed aveva avuto una sua prima espressione con l’incarico, per conto dell’esercito durante il secondo conflitto bellico, di girare varie sequenze nei fronti europei e africani. Subito dopo la guerra, l’amico Pietro Moncada gli svela la possibilità di esplorare gli splendidi fondali marini della sua Sicilia con nuovi, benché semplici mezzi tecnici (una maschera subacquea, un paio di pinne e un fucile d’alluminio).

cinemecum.alliata1 Ben presto, progetta una protezione per la macchina da presa e inizia a girare Cacciatori sottomarini. A questo film, presentato anche al festival di Cannes, seguiranno altri documentari (circa una quarantina) su aspetti sociali e culturali della Sicilia dell’epoca. A questo proposito, nella serata di sabato, curata dal critico Gianni Olla, vedremo anche Tonnare, opera che incuriosisce, perché girata precedentemente al corto dedicato all’argomento da Vittorio De Seta, recentemente restaurato; dunque, sarà interessante paragonare il capolavoro di poesia di De Seta a questo documentario sperimentale dove, per la prima volta, la macchina da presa “scende” nella “camera della morte”.
La seconda parte della manifestazione sarà dedicata alla Panaria film, la casa di produzione fondata da Alliata. Questa fu un’avventura unica per il regista siciliano che, non solo finanziò i suoi documentari, ma anche alcune pellicole rimaste nella storia del cinema come La carrozza d’oro  di Jean Renoir (1952), vero e proprio gioiello sugli splendori e le miserie di una compagnia teatrale nel ‘700. La Panaria 
produsse pure il film d’esordio di Folco Quilici Sesto continente e Vulcano di Dieterle, ricordato, oltre che per le spettacolari riprese subacquee girate dallo stesso Alliata e che ebbero l’ammirazione di critica e pubblico, soprattutto per essere stato al centro di una campagna di gossip eccezionale.

cinemecum.magnani Giornalisti e fotografi spiarono ossessivamente la location dove Anna Magnani, l’attrice protagonista, recitava a poca distanza dalla sua rivale in amore Ingrid Bergman, che, in un’altra isola, interpretava Stromboli di Roberto Rossellini. Si scrissero fiumi di assurdità sulla nuova “scandalosa” coppia e sulla “donna abbandonata” che aveva scelto un set vicino per sfidare la compagna del suo ex amore (si veda un esempio di tale bagarre nelle parole di un giornalista: “Anna ce l’aveva con la Bergman, la chiamava: l’americana, la santarellina, l’ipocrita..”). Probabilmente, tutto ciò non aiutò la riuscita del film dagli incassi modesti, quasi quanto Stromboli, che, però, è un raffinato capolavoro incompreso all’epoca.
La versione di Vulcano che vedremo sabato è quella restaurata, presentata anche al Tribeca film Festival di New York.