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"Film Commission? Mettetici la Pilia"

E' la proposta di Federico Floris, location manager di esperienza che a Cinemecum racconta la sua sulla situazione cinematografica in Sardegna: "Una miniera per i sardi, a patto che si sveglino". di Maria Elena Tiragallo
 
floris federicoCento set di produzioni diverse in soli otto anni. Dove? In Sardegna. Sono quelli seguiti dal location manager Federico Floris, attualmente impegnato in una produzione pubblicitaria ad Alghero, che con la sua società di service cinematografico “Eia Sardinia” (www.eiasardinia.com) opera sull’intero territorio sardo.
In che cosa consiste il suo lavoro?
Eia Sardinia, la mia società, è un service cinematografico, organizzo la ricerca dei vari luoghi idonei per i set dei film. Ci occupiamo anche di produzione, infatti, ho prodotto dei documentari che poi sono stati firmati da Gianfranco Cabiddu, Marco Antonio Pani, Enrico Pau, e di recente anche da giovani registi emergenti, come Simone Contu e Paolo Zucca. Non è semplice fare la produzione: dietro ogni service, ogni spot, ogni documentario, esistono diverse professionalità che devono armonizzare tra loro. Dietro un film c’è un’industria. Il teatro di posa naturale più bello al mondo è la Sardegna, un’isola ben servita dai porti e dagli aeroporti, piccola ma con molta varietà: dalle strade bellissime della costa a quelle tortuose di montagna, dai paesini medioevali alle città, dai deserti di sabbia alle spiagge più seducenti.
 
Ci racconta i suoi esordi?
Nel 1997 ho iniziato come "runner" guidavo cioè i mezzi di produzione, uno tra gli scalini più bassi del sistema di una casa di produzione, poi piano piano con tenacia e perseveranza sono cresciuto. In dieci anni ho imparato tante cose, ma nessuna scuola di cinema ti può insegnare come lavorare al meglio. Ci vuole la pratica, io ho imparato tutto sul campo, sui set.
 
C’è posto oggi anche per altri?

Il mio ruolo è già seguito, ma il problema è quello della professionalità. Location manager si diventa con il tempo, con l’esperienza, devi capire bene quali sono le esigenze della regia, della produzione, del cliente, conoscere tutti i costi, sapere dove evitare gli sprechi, non bisogna inventarsi il mestiere.
 
Ci faccia un bilancio del 2007
E' andata bene: a parte le diverse pubblicità, ho seguito la produzione dell’ultimo film di Carlo Vanzina “Italia 2061”  scritto da Diego Abatantuono, ma anche “Telethon arte” con Claudia Cardinale per la Rai, realizzato poco più di un anno fa. E poi “Disegno di sangue” di Gianfranco Cabiddu, due film di produzione tedesca “Il sorriso sardonico”, interamente girato in Sardegna, e “Tutti gli altri”, girato a Quartu Sant’Elena, Solanas, Torre delle Stelle, Cagliari. Ancora, ho curato il casting per il film “La vedova scalza” di Ciro Ippolito, per cui ci sono già stati fatti i primi ciak. Tra febbraio e marzo 2008 gireremo altre scene,  a giugno saremo sul set a Sedilo, Nuoro.
 
 La Sardegna si presta molto al cinema. Una marcia in più per l’occupazione?
E’ una miniera d’oro per i sardi. I tecnici e le maestranze hanno difficoltà a formarsi perché non c’è una continuità di lavoro, perché la Sardegna non  investe. In Friuli, per esempio, che hanno una Film Commission funzionale, sono passati da due a ventitre film prodotti all’anno. Questo perché  ci hanno creduto, ci hanno investito. Se un giorno ci sarà continuità di lavoro allora cresceranno anche le professionalità.
 
Che cosa pensa della nostra Film Commission?
Faccio parte - e dovrei continuare a far parte - dei consulenti che gestiscono i servizi della Film Commission, ma in realtà la burocrazia interna ha dei tempi che non si sposano con quelli del cinema, che sono rapidissimi. Si incontrano troppo spesso dei rallentamenti mortali. Con Benoni non ho mai avuto modo di parlare, non ho mai avuto da lui la richiesta di servizi di location. Di sicuro credo che sia importante una riunione tra le tre società “Sardinia Cine Location”, “Arte Video” e “Eia Sardinia” all’insegna della trasparenza, della qualità, ma anche della sinergia.
 
Se non è mai stato contattato da Benoni per i servizi di location, come ha fatto a seguire così tante produzioni?

Mi hanno sempre contattato direttamente i registi. La gestione dei servizi di “Arte Video” che è di Benoni  non la conosco, non sono mai stato partecipe delle strategie portate avanti.
 
Insomma, la Film Commission in Sardegna funziona?

C’è una problematica stagnante: buona volontà degli operatori come Mimmo Melis, Stefania Medda ed altri, ma poi le domande fatte otto mesi prima non sono mai state espletate. La Film Commission è insufficiente, non perché gli operatori interni non lavorino, ma è uno sportello che non ha nessun potere, in quanto fuori dai tempi del cinema.
 
Cosa manca secondo lei?
Ci vuole una persona  che conosca bene le problematiche del cinema, i set, le necessità reali, le lingue, e sia slegata da altre attività commerciali. Qualcuno che sia sempre presente  e che conosca alla perfezione la Sardegna, visto che è il territorio in cui dovrebbe operare lo sportello. E’ inutile che ci ri rivolga a delle persone estranee a queste dinamiche e che non hanno una profonda conoscenza della regione. Se non si arriva a concepire una figura simile allora resta tutto un bel sogno.
 
 Lei chi nominerebbe direttore dela Film Commsision Sardegna?
Elisabetta Pilia, - (nella foto) -  sicuramente. E’ molto valida e preparata.
 
Curioso, pensi che la Pilia, qualche mese fa, in un’intervista a Cinemecum alla stessa domanda ha fatto proprio il suo nome….
Che le devo dire, ci stimiamo a vicenda…
 
Cosa ne dice della legge sul Cinema?
Con Luca Melis della Kerel, altra società di produzione, abbiamo passato il periodo  di Natale a riscrivere le norme attuative. La Regione ha avuto un anno di tempo, perché arrivare a dicembre e proporre norme attuative a caso? Così i registi, gli autori sono dovuti scendere tutti in campo per risolvere un pasticcio.
 
Presenterà dei progetti alla Regione?
Sì, ma sono top secret.