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Passioni - M. Aschieri

"In questo mondo libero" di Ken Loach

di Monica Aschieri

in questo mondo libero, locandinae adesso so chi sei…

Sono una appassionata di Loach, del suo stile privo di fronzoli e orpelli. Semplice, lineare, pulito. Scarno. Quasi punk. E in questa pellicola si conferma, conclama. E’ un lavoro di sottrazione, come tutti i lavori di Loach.
Il suo è il cinema del quotidiano, dei piccoli gesti, del sottoproletariato impegnato a sbarcare il lunario.
In questo mondo libero racconta una Londra irriconoscibile, quella delle periferie che nessuno visita, quella dei disperati, dei senza nome e senza patria. Degli immigrati. Dei precari...
In questo mondo libero racconta una Londra irriconoscibile, quella delle periferie che nessuno visita, quella dei disperati, dei senza nome e senza patria. Degli immigrati. Dei precari.
Racconta la storia di Angie, bionda, ossigenata, trentenne, ragazza madre. Figlia del precariato, del lavoro da subire, delle mani sul culo da tollerare, dei licenziamenti e cambi continui, del non poter mai fare progetti, coi sogni chiusi a chiave nel cassetto, e un figlio, un bambino, allevato dai nonni.

ken loach Ma Angie è determinata, vuole aprire quel cassetto, vuole sfondarlo magari, vuole poter sognare.
Non si può non tifare per Angie..!
Decide di aprire una agenzia di reclutamento, sua. Reclutamento dei nuovi schiavi, senza diritti, senza nome. I clandestini.

stavolta ascoltami..

Il passo a volte tra sfruttati e sfruttatori è breve. Lieve. A volte non è così facile riconoscere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto. A volte si ha talmente fame che non si può star a guardare. Così Angie diventa carnefice, vende e compra uomini, forza lavoro, braccia, uomini-cose.
 
Diventa come i suoi ex capi, come il sistema. E desidera, spera, vuole, progetta, forse per la prima volta in vita sua progetta. Non importa sopra le spalle di chi, non importa a chi si fa male, in un mondo, quello di Angie, dove tutto è male, tutti sono cattivi, tutti hanno le spalle rotte.
 
In questo mondo libero, Ken LoachNon si può non tifare per Angie.. !
Questo ti fa pensare sino all’ultimo Ken Loach; mentre lo spettatore si chiede: si ravvederà la protagonista? Avrà un’anima? Capirà infine che non si può vivere derubando il più povero, mettendolo nel culo al più cattivo, tradendo tutto e tutti? Basterà ad Angie essere picchiata, poi sequestrata, le basterà pisciarsi addosso, con l’urina che le cola per le cosce, mentre è  imbavagliata e legata ad una sedia? Le sarà sufficiente il sequestro del figlio, le minacce, la paura, le basteranno tutte le brutture che vive?
Si rassegnerà ad una vita da precaria ma con l’anima..?
Tornerà indietro Angie, in quel dietro che è la fine dei suoi sogni e delle sue speranze?
Esistono speranze e alternative?
Sì, esistono. Ma l’eroina di Loach se ne frega, le perde per strada. Le vende. Per una casa, una macchina, per poter aprire quel cassetto.
E’ la discesa agli inferi, il realizzare un sogno a costo dell’anima.
 
In questo mondo libero, Ken LoachDescritto in modo lineare, realistico sino alla spietatezza, senza una parola in più, nemmeno una virgola. E quando vai via, quando il film finisce, ti rimane l’amaro in bocca, come quando passi in macchina, veloce, per quei quartieri disagiati simili a quelli dove Angie vive, quell’amaro in bocca che un attimo dopo, con una gomma tra i denti avrai dimenticato, tra le pareti sicure del tuo vivere che gente come Angie non ha mai avuto e non avrà mai.
E’ una figlia di puttana.
Ma io non la posso giudicare. Non ne ho i mezzi.
Forse è questo che vuol dirci Loach! Forse è questo.

bella senz’anima…