"In questo mondo libero" di Ken Loach
di Monica Aschieri

Sono una appassionata di Loach, del suo stile privo di fronzoli e orpelli. Semplice, lineare, pulito. Scarno. Quasi punk. E in questa pellicola si conferma, conclama. E’ un lavoro di sottrazione, come tutti i lavori di Loach.
Il suo è il cinema del quotidiano, dei piccoli gesti, del sottoproletariato impegnato a sbarcare il lunario.
In questo mondo libero racconta una Londra irriconoscibile, quella delle periferie che nessuno visita, quella dei disperati, dei senza nome e senza patria. Degli immigrati. Dei precari...

Non si può non tifare per Angie..!
Decide di aprire una agenzia di reclutamento, sua. Reclutamento dei nuovi schiavi, senza diritti, senza nome. I clandestini.
stavolta ascoltami..
Il passo a volte tra sfruttati e sfruttatori è breve. Lieve. A volte non è così facile riconoscere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto. A volte si ha talmente fame che non si può star a guardare. Così Angie diventa carnefice, vende e compra uomini, forza lavoro, braccia, uomini-cose.

Questo ti fa pensare sino all’ultimo Ken Loach; mentre lo spettatore si chiede: si ravvederà la protagonista? Avrà un’anima? Capirà infine che non si può vivere derubando il più povero, mettendolo nel culo al più cattivo, tradendo tutto e tutti? Basterà ad Angie essere picchiata, poi sequestrata, le basterà pisciarsi addosso, con l’urina che le cola per le cosce, mentre è imbavagliata e legata ad una sedia? Le sarà sufficiente il sequestro del figlio, le minacce, la paura, le basteranno tutte le brutture che vive?
Si rassegnerà ad una vita da precaria ma con l’anima..?
Tornerà indietro Angie, in quel dietro che è la fine dei suoi sogni e delle sue speranze?
Esistono speranze e alternative?
Sì, esistono. Ma l’eroina di Loach se ne frega, le perde per strada. Le vende. Per una casa, una macchina, per poter aprire quel cassetto.
E’ la discesa agli inferi, il realizzare un sogno a costo dell’anima.

E’ una figlia di puttana.
Ma io non la posso giudicare. Non ne ho i mezzi.
Forse è questo che vuol dirci Loach! Forse è questo.
bella senz’anima…