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Percorso

"No country for old man" dei Fratelli Coen

di Pinuccio Bussu

No country for old man, locandinaNon so se Cormac McCarthy  abbia avuto l'occasione di pronunciarsi in merito, ma credo proprio che sia pienamente soddisfatto del lavoro fatto dai fratelli Coen nell'adattare per il grande schermo questo suo romanzo. Per chi non lo conosce, costui è uno dei maggiori scrittori americani viventi. Con una cifra stilistica ed una poetica ben definite. Che i due fratellacci hanno ricreato in pieno...

Perché questo è quello che conta. Non è un paese per vecchi è uno dei pochi romanzi di McCarthy che non ho letto. Mi sa che stavolta basterà la visione del film.

No country for old man è un film splendido. Incrociando generi quali il western, il noir e il thriller, racconta la storia di un reduce del Vietnam che, durante una battuta di caccia ai confini con il Messico, trova i cadaveri di alcuni narcotrafficanti e una valigetta con molti soldi. Soldi che decide di tenere per se, ma che lo costringeranno a fuggire tra Texas e Messico, inseguito da trafficanti messicani, da un killer psicopatico e da un vecchio sceriffo disilluso.

No country for old men La macchina da presa descrive un mondo che ha ormai perduto ogni innocenza, se mai l'ha avuta. Dove tra il bene e il male ha stravinto il male, senza possibilità di alcun riscatto. Dove contano solo i soldi, che corrompono tutto, persino degli innocui ragazzini in bicicletta. Dove una violenza cieca e brutale ha preso il sopravvento e dove l'ideale della frontiera non esiste più.
 
Dove però permangono ancora alcuni residui di umanità, come nel vecchio sceriffo Bell, interpretato magistralmente da un Tommy Lee Jones dolente, malinconico e amaramente ironico. Che non può fare altro che farsi da parte di fronte al nuovo che avanza.

Javier Bardem, No country for old men La messa in scena dei Coen è magistrale. Si trovano pienamente a loro agio nelle tematiche dello scrittore americano, al quale  in fondo sono parecchio affini, pur nella loro differenza. Ricostruiscono in modo peckinpahiano  la brutalità e la violenza del passaggio a questo nuovo che avanza, per l'appunto.
 
E lo fanno senza fronzoli,  in modo secco e antispettacolare, con momenti di humor nerissimo, filmando pochi personaggi quasi archetipici immersi, in tutta la loro solitudine, nell'immensità wilderness del border. Che giustamente è personaggio portante della storia, come in tutti i libri di Mc Carthy. La pellicola è girata con un senso del paesaggio stupefacente e gli attori, tutti, sono da applausi. Soprattutto uno straordinario Javier Bardem, che per il papel del demoniaco killer ha fatto incetta di ogni premio (manca solo la candidatura al nobel...) e il solito grande Lee Jones, in un ruolo che ormai gli calza a pennello, vista la sua performance in un film molto vicino a questo, come mood, quale è "Le tre sepolture".

Assolutamente da non perdere.
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