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Tutto torna - Andrea Caruso

di Andrea Caruso

 Sono andato al cinema a vedere il primo lungometraggio (l’opera prima, così si definisce) di un amico d’infanzia.
Ho iniziato a guardarlo come il film di un amico, dopo cinque minuti di proiezione stavo invece guardando un film.

Ho seguito con gustoso trasporto il “plot”, godendomi le ambientazioni, che mi hanno offerto una prospettiva di osservazione della mia città che occhi annoiati da quarant’anni di familiarità non avevano modo di cogliere altrimenti...
Una città finalmente multietnica, metropolitana, coi soliti personaggi caratteristici ma anche un sottobosco nuovo, fatto di un umanità eterogenea, vitale e sconosciuta che sdogana finalmente Cagliari dal perpetuo ruolo di sonnolenta città di provincia.

Una scena di "Tutto torna"Ho seguito con forte empatia emotiva gli sviluppi delle diverse storie esistenziali dei tanti personaggi, che si intersecano grazie a quel catalizzatore rappresentato dalla vecchina, brillantemente concepita come demiurgo del tutto ignaro della propria influenza su quel microcosmo sociale.
Mi è piaciuta la fotografia, i pan delle riprese, i tempi di una storia che non si è mai appesantita, consentendo al film di scorrere piacevolmente tra spunti di gioiosa e amara comicità misti a familiari miserie umane ben rappresentate, fino alla fine.
Una fine che, al di la della sorpresa-chiave, è senza il canonico colpo di scena o lieto fine, cioè quello che si aspetta la maggior parte di coloro che vanno a vedere un film: la storia si chiude con una conclusione che in realtà non conclude un bel niente.

"Tutto torna"Ma non è forse quello che normalmente accade nelle normali storie della vita di ognuno di noi?
Come si suol dire: panta rei, tutto scorre, e, se tutto torna, come titola il film, trovo giusto che dopo la vita riprenda a scorrere normalmente e l’esistenza di tutti i personaggi che popolano questo spaccato di vita cittadina vada avanti a film concluso senza necessariamente lasciare lo spettatore turbato o felice ma piuttosto lasciandogli la percezione di poter imbattersi per strada, prima o poi, in uno di loro.
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