Anna, Mara e Anis: storia di un intreccio di solitudini tra ricerca di un “riparo” e impossibilità a “riparare”
Di ritorno in Italia da una vacanza in Tunisia, Anna e Mara, una coppia di donne legate sentimentalmente, scoprono che nel bagagliaio della loro automobile si è nascosto Anis, un adolescente magrebino che vuole superare clandestinamente la frontiera alla ricerca di una migliore condizione di vita.
Anna, affrontando le resistenza di Mara, decide di accogliere Anis in casa propria, dopo che il suo tentativo di ricongiungersi con uno zio che vive a Milano è fallito.
L’estate di mio fratello: il ruolo dell’immaginazione
di Eugenio Mangia
In questa suo primo film L’estate di mio fratello, il regista Pietro Reggiani ci riporta a quegli anni e lo fa attraverso lo sguardo di Sergio, il bambino chiuso e solitario attorno al quale ruota la storia.
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Eugenio Mangia
Nato a Palermo si è trasferito a Cagliari nel 2004. Laureato in Psicologia a Roma ha successivamente conseguito il titolo di dottore di ricerca.
È psicologo e psicoterapeuta ed attualmente collabora con l’Università degli Studi di Cagliari e con l’Università LUMSA.
Esercita la sua attività di psicoterapeuta presso il centro Bini di Cagliari.
È autore di un volume sull’adolescenza e di numerosi articoli.
Il suo interesse per il cinema manifesta molteplici sfaccettature e da qualche anno si coniuga con la sua attività di ricerca. Sito internet: www.eugeniomangia.it - mail:
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PROGETTO PER UNA RUBRICA
Scopo di questa rubrica è, da una parte, quello di offrire uno spazio di riflessione su alcune tematiche di interesse psicologico a partire dall’analisi di film i cui contenuti si prestano ad assumere la valenza di rappresentazioni paradigmatiche.
Le invasioni barbariche
Una riflessione sulla funzione elaborativa e contenitiva del gruppo. di Eugenio Mangia e Maurizio Crispi
I protagonisti del precedente film hanno smesso di litigare e amoreggiare, scontrarsi e rincontrarsi, accusarsi e poi subito dopo raccontarsi gioie e dolori. Come si apprende all’inizio de “Le invasioni barbariche” ognuno ha finito con il prendere la propria strada: c’è chi si è sposato e ha costruito una famiglia, chi ha divorziato, chi è andato a lavorare all’estero, chi si strugge al pensiero della figlia tossicodipendente e chi si dà ancora da fare in cerca di conquiste.
Tuttavia ciò con cui lo spettatore si confronta all’inizio del film è l’esistenza di un gruppo di amici “assente”, sia pure da Remy atteso: egli infatti non vuole muoversi dall’ospedale della cittadina in cui ha vissuto perché lì attende che, da un momento all’altro, vengano in visita gli amici di prima che - apparentemente - lo hanno dimenticato.
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