Memorie d'oltrecinema. Gianni Olla ci apre la sua cineteca per riscoprire grandi film che riemergono dal passato
Non farò molti rilievi critici sulla nuova versione de I magnifici sette firmata da Antoine Fuqua. In parte perché questo spazio, gentilmente messomi a disposizione dai responsabili della rivista, è stato destinato ad una sorta di viaggio nel passato, mio e dei film sui quali mi soffermo; in parte perché, rispetto ai tanti e inevitabili “remake” (l’ultimo, passato quasi inosservato, è The Revenant di Inarritu, rifacimento quasi esplicito di Uomo bianco va col tuo dio, diretto nel 1971 da Richard Sarafian), della vecchia trama di I magnifici sette di Sturges non è rimasto molto: ovviamente il numero degli eroici combattenti che, nel manifesto, vengono indicati con un grande 7 in cifre; poi la musica di Elmer Bernstein nel finale, sorta di omaggio extra testuale al maestro di tanti film hollywoodiani, tra i quali appunto il vecchio film di Sturges; e quindi, qualche richiamo alle psicologie dei vecchi protagonisti.