Percorso

Psicologia - E. Mangia

Eugenio Mangia

 Nato a Palermo si è trasferito a Cagliari nel 2004. Laureato in Psicologia a Roma ha successivamente conseguito il titolo di dottore di ricerca.
È psicologo e psicoterapeuta ed attualmente collabora con l’Università degli Studi di Cagliari e con l’Università LUMSA.
Esercita la sua attività di psicoterapeuta presso il centro Bini di Cagliari.
È autore di un volume sull’adolescenza e di numerosi articoli.
Il suo interesse per il cinema manifesta molteplici sfaccettature e da qualche anno si coniuga con la sua attività di ricerca.
Sito internet: www.eugeniomangia.it - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

PROGETTO PER UNA RUBRICA
Scopo di questa rubrica è, da una parte, quello di offrire uno spazio di riflessione su alcune tematiche di interesse psicologico a partire dall’analisi di film i cui contenuti si prestano ad assumere la valenza di rappresentazioni paradigmatiche.

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Jimmy della collina: metafora di una fuga verso un altrove impossibile - E. Mangia

di  Eugenio Mangia
 
Un adolescente corre, ansima, corre ancora, sembra non potersi fermare più. Certamente fugge!
La macchina da presa non gli si stacca da dosso. È inseguito, braccato “da fuori”, ma anche “da dentro”. A non mollarlo sono il fiato dei suoi inseguitori e una sequenza di immagini allucinate che scorrono, lo incalzano e si accavallano nella sua mente...
 
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L’estate di mio fratello: il ruolo dell’immaginazione

di Eugenio Mangia

 Vi ricordate la piccola Papere, la bimba di 4 anni protagonista del film di Francesca Archibugi Verso sera che sosteneva di avere sempre accanto a sé Papere II, il suo doppio, un personaggio immaginario con cui parlare e giocare? Papere in realtà si chiamava Mescalina ed il soprannome al plurale testimoniava la presenza, nella sua personalità, di due controverse identità di bambina.
Erano gli anni ‘70, un’epoca in cui si la società era attraversata dagli scontri generazionali e ideologici che avrebbero poi portato ad  una serie di importanti cambiamenti sociali

In questa suo primo film L’estate di mio fratello, il regista Pietro Reggiani ci riporta a quegli anni e lo fa attraverso lo sguardo di Sergio, il bambino chiuso e solitario attorno al quale ruota la storia.

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Le invasioni barbariche

Una riflessione sulla funzione elaborativa e contenitiva del gruppo. di Eugenio Mangia e Maurizio Crispi

 Ritornano a distanza di sedici anni gli stessi personaggi di un precedente lavoro di Denys Arcand, Il Declino dell’impero americano (1986), un film conversativo sul tema delle libertà sessuali ma anche di denuncia contro un "regime" che si è imposto come dominatore del mondo intero. Gli amici adesso sono riuniti attorno ad uno di loro, Remy, un professore colto e impegnato che, sulla soglia della cinquantina, scopre di avere una malattia terminale.
I protagonisti del precedente film hanno smesso di litigare e amoreggiare, scontrarsi e rincontrarsi, accusarsi e poi subito dopo raccontarsi gioie e dolori. Come si apprende all’inizio de “Le invasioni barbariche” ognuno ha finito con il prendere la propria strada: c’è chi si è sposato e ha costruito una famiglia, chi ha divorziato, chi è andato a lavorare all’estero, chi si strugge al pensiero della figlia tossicodipendente e chi si dà ancora da fare in cerca di conquiste.
Tuttavia ciò con cui lo spettatore si confronta all’inizio del film è l’esistenza di un gruppo di amici “assente”, sia pure da Remy atteso: egli infatti non vuole muoversi dall’ospedale della cittadina in cui ha vissuto perché lì attende che, da un momento all’altro, vengano in visita gli amici di prima che - apparentemente - lo hanno dimenticato.

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Anna, Mara e Anis: storia di un intreccio di solitudini tra ricerca di un “riparo” e impossibilità a “riparare”

di Eugenio Mangia

Riparo.Cinemecum.itDi ritorno in Italia da una vacanza in Tunisia, Anna e Mara, una coppia di donne legate sentimentalmente, scoprono che nel bagagliaio della loro automobile si è nascosto Anis, un adolescente magrebino che vuole superare clandestinamente la frontiera alla ricerca di una migliore condizione di vita.
Anna, affrontando le resistenza di Mara, decide di accogliere Anis in casa propria, dopo che il suo tentativo di ricongiungersi con uno zio che vive a Milano è fallito.
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