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Antonangelo Liori

 Antonangelo Liori, desulese, giornalista e scrittore, ha al suo attivo una ventina di libri e numerose traduzioni di classici greci e latini. Spirito cosmopolita e sardissimo, ispirato da un ideale rinascimentale ed eclettico della conoscenza, si è laureato in antropologia culturale ma si è avventurato con spirito di instancabile ricercatore nello studio di numerosi e differenti campi del sapere, sia umanistici che scientifico-tecnologici.
Collabora fin da giovanissimo ai programmi della Rai, ha realizzato diverse sceneggiature televisive e cinematografiche ed è stato direttore de L’Unione Sarda. Pioniere di Internet, si dedica attivamente allo studio dell’intelligenza artificiale.
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"Centochiodi" di Ermanno Olmi

di Antonangelo Liori

Il film inizia. E dietro di noi è vuoto e silenzio. Come vuota e silenziosa è la vita che viviamo tutti i giorni. Fatta di cose scritte e di documenti, di vanità e indecisione, di false visioni e inutili farse. Tutto, ciò che siamo noi e ciò che è dentro di noi, si dissolve nelle immagini di quel professore – giovane e bello, ricco e vincente- che inchioda i libri sul pavimento, trasformandoli nel sacrificio di Gesù. Un Gesù ucciso e incompreso, metafora di ogni conoscenza, crocifisso sulla croce dell’incomprensione.

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Ma i libri si possono inchiodare?

di Antonangelo Liori

Ha fatto molto discutere il commento di Oliviero Diliberto al film di Ermanno Olmi, I cento chiodi, definito “diseducativo” dal leader comunista. La risposta piccata del grande maestro non si è fatto attendere sulle righe del Corriere della sera. Premetto che la definizione di Diliberto (della cui amicizia mi onoro da sempre) è, a mio avviso, legata a una sua errata interpretazione del film. E l’errore è dovuto al “furore d’aver libri” del segretario dei comunisti italiani. Quando si amano i libri diventa grave qualunque macchia sulle pagine, qualunque granello di polvere, qualunque odore di muffa. È dolore immenso prestarli e sanguinoso non vederseli restituire.
Diliberto li ha visti trafitti, e ha sofferto di dolore vero.
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