Cinema e crimini
47 anni, di genitori napoletani, vive a Cagliari dal 1964; adora il cinema, nonostante gli studi giuridici; pensa, un giorno, di scrivere, per ora lo fa solo su Cinemecum.
Cinema come metafora della vita?
di Paolo De Angelis
Senza nulla togliere alle altre arti, certo che il cinema ha una carica evocativa potentissima, che lo rende così vicino e simile, in modo metaforico appunto, alle vicende umane e alla storia.
La combinazione tra immagini e dialoghi (per non dire della musica, del montaggio, della fotografia e così via) consente di entrare nel racconto, e allo spettatore non resta che seguire le storie e, con la immedesimazione, vivere il film come se fosse una vicenda che gli appartiene e lo riguarda direttamente.
La combinazione tra immagini e dialoghi (per non dire della musica, del montaggio, della fotografia e così via) consente di entrare nel racconto, e allo spettatore non resta che seguire le storie e, con la immedesimazione, vivere il film come se fosse una vicenda che gli appartiene e lo riguarda direttamente.
"Eastern promises" di David Cronenberg, ovvero Il sogno perduto dell'occidente.
di Piero De Angeli
L’ultimo film di David Cronenberg (La promessa dell’assassino, GB, 2007) ci offre l’occasione per una riflessione su un tema non molto trattato né al cinema né, in genere, nei media: le nuove mafie ed il loro ingresso nella società occidentale.
La storia racconta infatti la vita quotidiana di un gruppo di mafiosi russi a Londra: dietro il rassicurante schermo di un ristorante, tipico modo di occultamento di attività illegali con la copertura di un lavoro legale, si muove una banda sanguinaria e dedita ad ogni tipo di crimine, anche quelli più efferati ed amorali (dall’omicidio ai traffici illeciti, sino allo sfruttamento sessuale di minorenni).
La storia racconta infatti la vita quotidiana di un gruppo di mafiosi russi a Londra: dietro il rassicurante schermo di un ristorante, tipico modo di occultamento di attività illegali con la copertura di un lavoro legale, si muove una banda sanguinaria e dedita ad ogni tipo di crimine, anche quelli più efferati ed amorali (dall’omicidio ai traffici illeciti, sino allo sfruttamento sessuale di minorenni).
"La ragazza del lago" di Andrea Molaioli
(ovvero “Elogio dell’investigatore”)
di Paolo De Angelis
La nuova stagione cinematografica si apre, per il cinema italiano, con un film di grande fascino: con “La ragazza del lago”, Andrea Molaioli realizza la sua prima opera come regista: il film è tratto da un romanzo di una scrittrice norvegese e l’originaria trama, ambientata tra i fiordi, è stata inserita in un contesto friulano, tra paesini, grandi vallate, montagne ed, appunto, laghi.
L’atmosfera è rarefatta, i ritmi sono lenti ma per niente noiosi, anzi di profonda introspezione e di grande respiro interiore.
La storia è semplice: un omicidio, la ragazza del titolo trovata nuda sulle sponde del lago di montagna, intorno al quale passava le giornate a correre solitaria; per risolvere il caso, arriva dalla città il commissario Sanzio, interpretato da uno straordinario Tony Servillo, che ripropone, con ancor maggiore finezza, la maschera tragica di un uomo dal passato doloroso e dal presente pieno solo di vuoti, già vista in “Le conseguenza dell’amore”.
L’atmosfera è rarefatta, i ritmi sono lenti ma per niente noiosi, anzi di profonda introspezione e di grande respiro interiore.
La storia è semplice: un omicidio, la ragazza del titolo trovata nuda sulle sponde del lago di montagna, intorno al quale passava le giornate a correre solitaria; per risolvere il caso, arriva dalla città il commissario Sanzio, interpretato da uno straordinario Tony Servillo, che ripropone, con ancor maggiore finezza, la maschera tragica di un uomo dal passato doloroso e dal presente pieno solo di vuoti, già vista in “Le conseguenza dell’amore”.
"Detenuto in attesa di giudizio" di Nanni Loy
di Paolo De Angelis
Ho rivisto, grazie al suggerimento di un nostro lettore ed all’iniziativa di Enrica Anedda, responsabile del sito “ Cinemecum” il film di Nanni LOY, del 1971, con la grandiosa interpretazione di Alberto SORDI, il cui sguardo inebetito e sgomento basta, da solo, ad esprimere l’angoscia dell’inferno carcerario e la disumanizzazione delle procedure.
La storia è talmente nota che basta un breve riassunto per richiamarla alla mente: un geometra (SORDI) torna in Italia, dopo anni vissuti in Svezia, con la moglie svedese ed i bambini; la prospettiva della vacanza e del rientro al paese d’origine si trasforma rapidamente, alla frontiera, in un incubo, perché l’uomo scopre di essere ricercato, per la morte, anni prima, di un soggetto a lui del tutto sconosciuto.
La storia è talmente nota che basta un breve riassunto per richiamarla alla mente: un geometra (SORDI) torna in Italia, dopo anni vissuti in Svezia, con la moglie svedese ed i bambini; la prospettiva della vacanza e del rientro al paese d’origine si trasforma rapidamente, alla frontiera, in un incubo, perché l’uomo scopre di essere ricercato, per la morte, anni prima, di un soggetto a lui del tutto sconosciuto.
"Gomorra" di Matteo Garrone
di Paolo De Angelis e Fenicio
47 anni, di genitori napoletani, vive a Cagliari dal 1964; adora il cinema, nonostante gli studi giuridici; pensa, un giorno, di scrivere, per ora lo fa solo su cinemecum".
Gomorra è un film; Gomorra è un romanzo; Gomorra è un’inchiesta, un documentario, un racconto, un’analisi, un saggio sociologico, un ritratto dolente di una società malata.
Gomorra è, soprattutto, la realtà, la dura e spietata osservazione, mediata dal contributo artistico, di quello che, da anni, accade in una vasta area del territorio italiano, senza che, prima di SAVIANO e prima di GARRONE, cose del genere suscitassero né sgomento né indignazione.
Gomorra è, soprattutto, la realtà, la dura e spietata osservazione, mediata dal contributo artistico, di quello che, da anni, accade in una vasta area del territorio italiano, senza che, prima di SAVIANO e prima di GARRONE, cose del genere suscitassero né sgomento né indignazione.
Fenicio è nato nella clinica S. Salvatore di Cagliari, quando il Cagliari giocava ancora in via Pola. Studia 3 anni aggiustaggio per diplomarsi in ittiologia sumera, con specializzazione in usi e costumi equestri nella cultura atzeca...
Il film Gomorra smentisce la dichiarazione di Tarantino sul cinema Italiano. Il cinema italiano non parla solo di coppie piccolo borghesi o di quarantenni in crisi.
Saviano trae dal suo libro un soggetto eccellente che Matteo Garrone dirige con sapienza, crea una tensione crescente nel descrivere una quotidianità dallo svolgersi agghiacciante...
"Ti amerò sempre" di Philippe Claudel
Gran bel film, "Ti amerò sempre", (Francia, 2008, regia di Philippe CLAUDEL), si sente la mano dello scrittore, ovvero lo stesso regista, qui anche sceneggiatore, che, dopo alcune prove narrative convincenti , ha scritto questa storia, pensata – così ha dichiarato- già per la sua trasposizione cinematografica.
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