"Louise-Michel" di Benoit Delepine, Gustave Kerven
Il consiglio di Elisabetta Randaccio
Siete stanchi di un cinema che puzza di già visto? Non sopportate i remake o le commedie di tipo giovanilistico, panettonistico, melanconistico? Allora “Luise-Michel” vi darà soddisfazione. Un tempo, la si sarebbe definita “commedia nera”, vagamente buneliana, forse, è maggiormente adeguato sottolinearne il “politically incorrect” saldato a un umorismo cinico e grottesco, tipico di certo cinema francese, soprattutto del passato.
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"Ponyo sulla scogliera" di Hayao Miyazaki
Il consiglio di Elisabetta Randaccio
“La Sirenetta”, classica fiaba di Andersen, era un racconto drammatico; infatti per amore e, soffrendo orribilmente per la trasformazione fisica della coda in gambe, si inserisce nel mondo umano, ma, dopo la prima notte di nozze con il principe, la ragazza vedendo le sorelle punite per quella sua scelta, decide di ritornare al mare, scomparendo tra i flutti.
"Gran Torino" di Clint Eastwood
Il consiglio di Elisabetta Randaccio
“Lo strano caso di Benjamin Buttom” riferito non alla vita, ma alla creatività. Si potrebbe definire così la straordinaria carriera di Clint Eastwood. Da attore marginale in pellicole di serie B a protagonista di un serial western (“Rawhide”) per la CBS fino al successo grazie al suo mentore Sergio Leone, ai trionfi commerciali, sempre più bravo e stimato per arrivare ad essere, tra gli anni ottanta e i nostri giorni, a quasi 79 anni, un regista che non sbaglia mai.
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Watchmen di Zack Snyder
“Watchmen”, scritto da Alan Moore e illustrato da Dave Gibbons è uno dei testi più belli del Novecento. Rappresenta la letteratura popolare giunta al suo apice, dove la ghettizzazione dei generi si annulla, perché divenuta semplicemente arte.
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"The Wrestler" di Darren Aronofsky
Il consiglio di Elisabetta Randaccio
L'universo dei perdenti, dei loser, degli antieroi che attraversano e vivono un'America di seconda mano, ha prodotto le più strazianti e belle pagine sia della letteratura che del cinema USA. I pugili suonati e i gangster morituri di Hemingway, i contadini falliti di Steinbeck, gli avventurieri destinati al crollo esistenziale di London come pure i personaggi dei film di Huston, Schatzberg, Eastwood, solo per citare qualche nome, ci hanno da sempre riconciliato con l'immagine di un'America oppressa da lustrini e dollari, da happy end fasulli e da sogno a tutti i costi.
"Il dubbio" di John Patrick Shanley
Il consiglio di Elisabetta Randaccio
“Il dubbio” è stato un grande successo a Brodway, premio Pulitzer 2005, approdato l'anno scorso anche sui palcoscenici italiani interpretato da Stefano Accorsi e Lucilla Morlacchi, diretti da Sergio Castellito. L'autore, John Patrick Shanley – sceneggiatore di fortunati film hollywoodiani come “Stregata dalla luna”, “Congo”e lui stesso regista di “Joe vs il vulcano” - l'ha portato sullo schermo adattando l'opera alle esigenze cinematografiche, avendo a disposizione una compagnia d'attori formidabili che sono diventati, con lui, i veri autori del “Dubbio”.
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