''Quella sera dorata'' di James Ivory
Il consiglio di Elisabetta Randaccio
I distributori del film, questa volta, non hanno responsabilità. “Quella sera dorata” di James Ivory riprende lo stesso titolo italiano dell’omonimo libro di Peter Cameron pubblicato da “Adelphi”. Ci si può, comunque, chiedere il senso di una simile scelta quando il romanzo e film recitano “The city of final destination”.
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"Uomini di Dio" di Xavier Beauvois
Il consiglio di Elisabetta Randaccio
“Uomini di dio” –ma il titolo originale “Des hommes et des dieux” è più efficace – ha vinto all’ultimo Festival di Cannes il “Gran Prix”, ma, soprattutto è stato comprato dalla “Lucky Red”, elemento non scontato, perché si tratta di uno di quei film, ormai trascurati dai distributori italiani, preoccupati di non rischiare e, perciò, tesi ai soliti prodotti banali, grondanti di “già visto”.
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"Gorbaciof" di Stefano Incerti
Il consiglio di Elisabetta Randaccio
Presentato con successo di pubblico e di critica fuori concorso alla recente Mostra del Cinema di Venezia, “Gorbaciof” di Stefano Incerti è stato selezionato anche per il Festival di Toronto. Non a caso. Questa vicenda minima e, nello stesso tempo esemplare, mantiene uno spessore estetico e contenutistico sicuramente comprensibile immediatamente anche a livello internazionale.
“Inception" di Cristopher Nolan
Il consiglio di Elisabetta Randaccio
E' presente, in maniera completa, tutta l'estetica di Cristopher Nolan in “Inception”, che, sostenuto da un budget notevolissimo, legittima l’autore a scatenare il suo universo visionario con effetti speciali (non esclusivamente quelli realizzati magnificamente al computer) senza risparmiare né in denaro, né in eccesso creativo.
“Niente paura” di Piergiorgio Gay
Il consiglio di Elisabetta Randaccio
La canzone popolare, pure quella di infimo livello, è uno degli specchi della società. Non è la scoperta del giorno, ma sempre più, soprattutto nel documentario (non esclusivamente italiano) la sua utilizzazione come colonna sonora metaforica, è diffusa e comune. Una canzone può evocare nettamente un’epoca in ogni sua sfaccettatura: i bisogni collettivi, le soddisfazioni o le delusioni di un periodo storico, i cambiamenti culturali e di costume.
"Venti sigarette" di Aureliano Amadei
Il consiglio di Elisabetta Randaccio
Le prime scene del film illustrano il tabagismo di Aureliano. Che fuma per pigrizia, qualche volta per piacere o, semplicemente, perché non ne può fare a meno. La sigaretta si identifica con la pausa e l’uomo inizia, così, a ricordare la “grande pausa” a cui è stato costretto da eventi straordinari e terribili.