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Per amore di Ilona

Una nutrita schiera di fans accoglie con passione l'ex regina del porno, in visita a Cagliari per la presentazione della sua autobiografia "Per amore e per forza". di Luca Crippa

C'è molta agitazione nella libreria Mondadori di via Sonnino a Cagliari. Ragazzi, ragazze, gente di ogni età, all'inizio con aria imbarazzata, poi contenti di trovarsi, tutti assieme, a condividere la stessa emozione. L'emozione, visibilmente forte, di incontrare un'icona vivente. E finalmente arriva, lei, Ilona Staller, biondissima, fasciata in un abito dorato perfettamente in tinta con i capelli, con una scollatura mozzafiato. "Qualcuno ha un penna?” - chiede ai fans con il suo eterno accento estero e suadente - "ho dimenticato il mio pennarello dorato!".

 

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15 interviste per raccontare Stanley Kubrick

“Non ho risposte semplici” di Gene D. Phillips è la raccolta di quindici interviste al cineasta. Dal 1959 al 1987 percorre la rivoluzione artistica e la vita privata del regista, innamorato del cinema. Il libro delinea tutto il suo cinema, attraverso convenzioni con critici, fisici, sceneggiatori. Colpisce anche la sua vita privata trascorsa a New York in una casa dove non ci sono i bicchieri ma abbondano i registratori, e poi in Inghilterra. Assenti nel libro l’intervista su“Shining" e su“Eyes Wide Shut”, che non ha fatto in tempo a vedere.

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Quattro isole per quattro appuntamenti

La Maddalena, Tavolara,  l’Asinara e San Pietro le location dell’edizione 2007 de “Le isole del Cinema”, un unico festival diviso in quattro capitoli, in cui ogni sezione indaga un particolare aspetto creativo della Settima Arte: il lavoro dell’attore, la figura del regista, la scrittura e la sceneggiatura e infine la musica. di M.E.T.

 A dare il via, il 20 giugno a la Maddalena,  sarà “La valigia dell’attore”, una manifestazione  intitolata a Gian Maria Volontè.« Nasce -ha detto Giovanna Gravina, figlia dell’attore ma anche direttore artistico insieme a Gianfranco Cabiddu- non a caso a La Maddalena, isola che l’artista amava molto, dove ha vissuto parecchi periodi della sua vita. Nasce dalla volontà di approfondire il lavoro attoriale, anche dei giovani. Coinvolge gli attori, interpreti della migliore produzione artistica italiana ed europea, e si propone come terreno di incontro sull’arte dell’attore nelle sue diverse forme espressive. In quest’isola terminerà il 24 giugno»

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Mocci: "Il documentario? E' in voga, ma il livello non è soddisfacente"

Continua il nostro viaggio nel mondo dei documentari, genere che sull'Isola sembra aver preso decisamente piede. Dopo i racconti di Giancarlo Cao, questa settimana, abbiamo incontrato Davide Mocci, il documentarista cagliaritano di "Geo&Geo", attualmente impegnato nel montaggio del "Popolo della Costa" il lavoro trasmesso dalla Rai per la prossima edizione del programma. di Maria Elena Tiragallo
 
 Perché il suo nome è legato ai documentari?
Qualcuno prende in mano il pennello e imbratta la tavolozza, non ha mai frequentato nessuna scuola d'arte, ma il lavoro che ne esce è quello di un dipinto bellissimo, fortemente espressivo. Io dipingo da cani, ma sembra che i miei documentari siano capaci di entusiasmare coloro che li osservano, questa è la ricompensa più bella per il duro lavoro che un documentarista deve affrontare. Sono circa 15 anni che la Rai trasmette i documentari che realizzo e la mia soddisfazione è che ho fatto sempre ascolti altissimi, ricevendo numerosi riconoscimenti dal pubblico, che valuta il tuo lavoro per quello che realmente è.
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Si può vincere anche con pochi soldi


Parola del regista Cristian Mungiu, vincitore del Festival di Cannes. La Romania al centro del cinema internazionale, delusi gli americani. di Maria Elena Tiragallo

 

 La sessantesima edizione del Festival di Cannes, presieduta da Stephen Frears, premia la Romania.  La Palma d’oro è stata assegnata a “4 mesi, 3 settimane e 2 giorni” di Cristian Mungiu, che sin dall’inizio è sembrato la vera sorpresa della kermesse più importante al mondo. Storia di un aborto illegale nella Romania di Ceausescu, con scena shock di un piccolo feto. Girato con un piccolo budget, seicentomila euro, con scarsi mezzi tecnici è la dimostrazione che «si può -ha detto il regista- vincere anche con pochi soldi. L’importante è fare bene. Questo premio non fa altro che darmi la forza di continuare a raccontare buone storie».
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