Percorso

Intervista a Clarita Di Giovanni, regista di “Ansia d’infinito” e “Post Scriptum"

di Salvatore Pinna

Clarita Di Giovanni e Maria LaiDopo l'articolo la versione in sardo

Che cosa ha significato Maria Lai per lei?
Il più alto punto di riferimento dell’arte contemporanea per l’isola. Con Nivola certamente, che  però dal ’31 in poi ha vissuto e operato in Europa e negli Stati Uniti, fuori da quel contesto.

In che cosa consiste la sua attualità e la sua modernità?
Nello stile di vita innovatore, fin dall’inizio coerente al segno stesso delle sue opere.

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Introduzione al blog

di Salvatore Pinna

Opera di Maria LaiHo incominciato veramente a conoscere Maria Lai quando, nel 1999, ho visto il film “Inventata da un dio distratto”  di Marilisa Piga e Nicoletta Nesler. Sino ad allora sull’artista di Ulassai avevo posseduto nozioni frammentarie tratte da scritti di Salvatore Naitza e da fuggevoli contatti con sue opere in casa di amici che ne possedevano qualche esemplare. È vero che avevo visto  “Legare collegare”, il film girato da Tonino Casula su “Legarsi alla montagna”, l’opera-evento realizzata da Maria Lai ad Ulassai nel 1981.  Ma devo confessare che mi ero interessato più che al fatto, al film che lo rappresentava.

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