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Lirismo, cinema, architettura: pensieri sull’eterno connubio tra arte e civiltà.

di Enrico P. De Plano
 
''Berlin'', locandinaE' sfida e lusso incommensurabile assumersi l'arbitrio di "commentare" brevissimamente un'opera cinematografica particolarissima quale un corto astratto.  In quanto capolavoro e pietra miliare del cinema delle avanguardie storiche, fiumi d’inchiostro sono stati certamente versati su essa, e non saranno i pochi bits di un mio breve scritto ad aggiungere nulla di decisivo.
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Palermo Shooting di Wim Wenders

Il potere sottile dell'immagine. di Gianni Olla

Palermo ShootingCirca un anno e mezzo fa, tra Cagliari e Sassari - e dintorni, cioè l’intera Sardegna - si discuteva, anche a mezzo stampa, su un sogno, forse persino praticabile: Wim Wenders invece di girare il suo «Palermo Shooting» - sugli schermi in questi giorni - sceglieva un luogo della nostra isola.  Il sogno era legato ad una particolare capacità d’attrazione della Sardegna: i viaggiatori e gli intellettuali tedeschi amavano il Grand Tour che li portava fino in Sicilia, ma spesso deviavano - come accadde anche a Jünger nel dopoguerra - e cercavano l’altrove, cioè la wilderness nostrana.

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"Primavera di granito" di Ignazio Frogheri

di Francesca Falchi
 
 Cagliari, 1970. Scrittrice, drammaturga, poetessa, attrice. Nel 1994 si diploma alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone. Nel 2002 si laurea con una tesi in letteratura comparata dal titolo Pasolini un angel perdido en este inferno sin esperanza de hoy. Nel 2003 pubblica con la Firenze Atheneum la prima parte della tesi nel saggio El juanero Pasolini e la Spagna. Nel 2004 consegue un Master di II livello  in Lingua e Letteratura sarda. Dal 2004 al 2005 collabora con l’Unione Sarda pubblicando un centinaio di recensioni di teatro, danza e video. Nel 2006 su invito della Medusa edizioni scrive la premessa alla prima traduzione italiana di un testo del filosofo spagnolo Ortega y Gasset dal titolo Idea del Teatro. Sempre nel 2006 vince il Premio Teramo, sezione Città di Fantasia con il racconto La peschiera. Collabora con la rivista Sardinews diretta da Giacomo Mameli, con L’Altravoce, quotidiano on-line diretto da Giorgio Melis, con Confindustria Oggi e con Teorema, rivista di cinema diretta da Bepi Vigna. Ha aperto un blog su Il cannocchiale (www.auroratomica.ilcannocchiale.it) dove dà spazio ad eventi e personaggi del “sottobosco” sardo. Nel 2007 debutta con il suo primo testo teatrale Frida che nacque due volte, messo in scena dalla compagnia teatrale Fueddu e Gestu nell’ambito della seconda edizione della rassegna Teatrinversus dedicata alla figura e all’opera di Frida Kahlo. Attualmente è direttore responsabile di Soliana, rivista di arti, cinema, poesia e letteratura fondata dal filosofo Mimmo Bua e cura l’ufficio stampa  del Ce.D.A.C., del Teatro Stabile della Sardegna e dell’Associazione Enti Locali per lo Spettacolo.
 
 
Trash!Anche la Sardegna ha il suo film trash. Forse nessuno sa che "Primavera di granito", del regista nuorese Ignazio Frogheri (in concorso nel 2004 all’Ogliastra Film Festival con Il dolore di un angelo) ha vinto, nel 2002, la prima edizione del premio istituito dal sito Golem, Un diamante nella polvere, dedicato “ai talenti oltraggiati e vilipesi”.
Lo sforzo creativo ma soprattutto il coraggio, hanno valso a Frogheri, “il cui estro e fantasia trovano in Primavera di granito piena e completa realizzazione”, l’ambito riconoscimento.
“Trash”, significa letteralmente “spazzatura”.
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Cronache sovietiche di ingranaggi felici - G. Pellegrini

di Giorgio Pellegrini 

 Giorgio Pellegrini respira a Cagliari dal 1952. Insegna storia dell'arte contemporanea dal 1984 (dal 2007 presso la neonata facoltà di architettura) e dal 2001 è assessore alla cultura al comune di Cagliari.
Vanta una passione antica, goduta e radicata per il cinema, che ritiene l'unica vera, viva e universale forma d'arte contemporanea, figlia dell'immaginario collettivo e del montaggio cubista, in grado di svolgere egregiamente quel ruolo di intrattenimento, popolare e insieme culturale, dal quale tutte le altre arti visive (tranne forse il fumetto) hanno oramai tristemente abdicato.

 Un frinire intenso di elitre accompagna il dettaglio macrofotografico delle robuste mandibole di una locusta intente a resecare una spiga; sonorità metalliche di lame battenti completano invece il particolare affilato - quasi astratto - delle fauci meccaniche di una trebbiatrice: immagini e suoni delle due inquadrature-attrazioni si alternano in un montaggio enigmatico, complice di una tensione calcolata, crescente, sino a quando le locuste spariscono e la sineddoche della trebbiatrice si trasforma luminosa nel suo intero: prodigioso congegno che avanza sui campi come un miraggio di glorioso benessere...
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Tutto torna - Andrea Caruso

di Andrea Caruso

 Sono andato al cinema a vedere il primo lungometraggio (l’opera prima, così si definisce) di un amico d’infanzia.
Ho iniziato a guardarlo come il film di un amico, dopo cinque minuti di proiezione stavo invece guardando un film.

Ho seguito con gustoso trasporto il “plot”, godendomi le ambientazioni, che mi hanno offerto una prospettiva di osservazione della mia città che occhi annoiati da quarant’anni di familiarità non avevano modo di cogliere altrimenti...
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