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John Le Carré, la spia che divenne scrittore

John Le Carré

Ispirò un filone cinematografico di successo che si contrappose  al mito di 007, ovvero alla demitizzazione farsesca della guerra fredda. Memorie d'oltrecinema. La cineteca di Gianni Olla

Dopo aver commemorato Sean Connery, il grande attore che dimostrò di non essere solo un  affascinante e divertente maschera, l’agente 007 inventato da Ian Fleming – peraltro un vera spia che depistò i tedeschi nel “grande gioco” dell’arrivo delle truppe anglo-americane nel Mediterraneo –  è quasi obbligatorio contrapporre a questa mitologia un’altra spia che divenne scrittore: John Le Carrè.

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Mi chiamo Connery, Sean Connery e sono stato un attore famoso ma non prendetemi troppo sul serio.

Sean Connery

 

Memorie d'oltrecinema. La cineteca di Gianni Olla

Nel 1962, quando entrò in programmazione Licenza di uccidere (ovvero Il dottor No, questo il titolo originale) avevo appena 11 anni e, come è noto, a quel tempo c’era ancora il divieto ai minori di 16 anni  per diverse categorie di film. Proprio lo stesso anno il divieto ai minori fu diviso in due categorie: i quattordicenni e i diciottenni.

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"Quarto potere"

Che cosa racconta il film, oltre che mostrare la straordinaria perizia tecnico-formale del giovanissimo Orson Welles? Memorie d'oltrecinema. La cineteca di Gianni Olla

''Quarto potere''Immaginiamo di essere appena usciti da un locale cinematografico dove è stato proiettato Quarto Potere di Orson Welles. Potremmo essere entusiasti o abbattuti, perplessi e direttamente fantozziani (è una c. pazzesca!!!) o anche indifferenti e persino sinceri nell’affermare di non averci capito assolutamente nulla.
Ovviamente, ciò che proponiamo è un viaggio nel tempo: il 1941, anno in cui il film fu presentato per la prima volta negli Stati Uniti, l’Italia era in guerra ma già da alcuni anni non s’importavano pellicole dagli Stati Uniti.

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Clint Eastwood, ultimo personaggio della grande Hollywood postbellica

Attore e regista non imitabile. Settant’anni di cinema tra classicità e popolarità di “genere”, tra interpretazioni archetipiche e grande autorialità. Memorie d'oltrecinema. La cineteca di Gianni Olla

Clint EastwoodAuguri, in ritardo, a Clint Eastwood per i suoi novant’anni (31 maggio) ma soprattutto per la longevità non puramente biologica: il suo ultimo film come regista, Richard Jewell, è stato girato nel 2019 e in Italia è apparso all’inizio di quest’anno. L’anno prima, Eastwood è il protagonista di un altro suo film, The Mule, piuttosto bello e emblematico della sua figura e del suo spirito anarchico e contestativo, in tutti i sensi che travalicano il “comune sentire” della terminologia politica europea.

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I migliori film della storia del cinema e della vita dei critici e degli spettatori

Riflessioni sul cambiamento dei gusti e delle estetiche dal dopoguerra ad oggi attraverso i referendum della rivista inglese Sight and sound. Memorie d’oltrecinema. La cineteca di Gianni Olla

''La donna che visse due volte''In un precedente articolo ho segnalato il restauro e la distribuzione nelle sale di un film piuttosto noto e discusso di Alfred Hitchcock: La donna che visse due volte (1959). È obbligatorio, prima di proseguire, citare La Cineteca di Bologna, responsabile di questo e altri preziosi restauri che, negli ultimi dieci anni, hanno permesso la circolazione di importanti pellicole del passato nelle sale  di tutt’Italia.

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Trent’anni fa crollava il muro di berlino

Il simbolo della guerra fredda. Romanzi e film, famosi o nascosti, hanno raccontato la storia e soprattutto l’epica di una divisione del mondo e dell’europa durata quarant’anni.

Il ponte delle spie (2017) di Steven Spielberg, La talpa (2011) di Tomas Alfredson, La Casa Russia (1991) di Fred Schepsi, Il quarto protocollo (1984) di John Mckenzie, I film sull’agente 007 (1962-1987), La spia che venne dal freddo (1966) di Martin Ritt, Ipcress ( 1966) di Sidney Furie, Il sipario strappato (1967) di Alfred Hitchcock, Chiamata per il morto (1967) di Sidney Lumet, Topaz (1969) di Alfred Hitchcock, Funerale a Berlino (1967) di Guy Hamilton, Un cervello da un miliardo di dollari (1967) di Ken Russell, La talpa (1967) – serie tv di John Irvin, Uno, due tre (1961) di Billy Wilder, Gente di notte (1954) di Nunnally Johnson, Accadde a Berlino (1953) di Carols Reed, Salto mortale (1953) di Elia Kazan, Gente di notte (1954) di Nunnally Johnson, Il terzo uomo (1948) di Carol Reed

Il bacio tra breznev e honeckerQualche mese fa, la copertina del supplemento di un noto settimanale di cinema e televisione ha presentato in prima pagina il celebre bacio in bocca, quasi appassionato, tra il segretario generale  Brèžnev , ovvero il capo riconosciuto dell’URSS dal 1964 al 1982, e il suo collega Honecker, leader incontrastato della Germania Est, o meglio DDR, Repubblica Democratica Tedesca.

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''Sentire'' i film con il corpo e il cervello, non sempre consciamente

Il caso de ''La donna che visse due volte'', di nuovo nelle sale cinematografiche. Memorie d’oltrecinema, la cineteca di Gianni Olla

''Vertigo''La Cineteca di Bologna ha rimesso in circolazione nelle sale cinematografiche, a partire da Dicembre – a Cagliari il locale di riferimento è il Greenwich – la versione restaurata di uno dei film più misteriosi e anche più controversi di Alfred Hitchcock: La donna che visse due volte.

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Melville tra film visibili e famosi e cinema immaginario o palinsestuale

Memorie d'oltrecinema.  La cineteca di Gianni Olla
Habemus Papam (2011) di Nanni Moretti, Moby Dick (1957) di John Huston, Billy Budd (1962) di Peter Ustinov, I giorni contati (1962) di Elio Petri, Duel di Steven Spielberg (1971), La conversazione (1974) di Francis Ford Coppola, Lo squalo (1975) di Steven Spielberg, Pola X di Leo Carax (1999), The hearth of the see (2014) di Ron Howard

MelvilleSono stato tra i non pochi critici cinematografici che, dopo aver visto Habenus Papam di Nanni Moretti, hanno  sottolineato che il cognome del cardinale, Melville, era quasi un omaggio al celebre autore di film noir, francese, Jean Pierre Melville.

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Il neorealismo puro che resiste alle avanguardie degli anni sessanta

Memorie d’oltrecinema. La cineteca di Gianni Olla.
Il brigante (1960), un film dimenicato firmato da Renato Castellani e Giuseppe Berto. E poi La dolce vita (1960) di Federico Fellini, Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti, Salvatore Giuliano (1962) di Francesco Rosi, La sfida (1958) di Francesco Rosi, Il grido (1958) di Michelangelo Antonioni

''Il brigante''Tullio Kezich, in apertura del suo celebre saggio  Noi che abbiamo fatto la Dolce vita – pubblicato da Sellerio nel 2010 – raccontò di aver seguito la nascita e la produzione del film di Fellini, quasi per caso.
Era il 1958. Il critico e giornalista fu inviato a Roma per confezionare  ''un’inchiesta sul giovane cinema, dato per morto dagli orfani del neorealismo.''

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Polonia: "Guerra fredda" tra storia e sentimenti

Memorie d'oltrecinema. La cineteca di Gianni Olla
Cold War (2018), Ida (2014) di Pawel Pawlikowski, Mani in alto (1968), Quattro notti con Anna (2008) di Jerzy Skolimowski, Il decalogo 8 (1988) di Krzysztof Kieślowski

''Cold War''Cinema e storia. E politica, che dopotutto è inclusa nella storia, e viceversa.
Sugli schermi è apparso, non fugacemente, dopo il premio per la regia a Cannes 2018, Cold War di Pawel Pawlikowski.  Regista cosmopolita di 60 anni, figlio di genitori polacchi fuggiti dal loro paese nel 1954, attivo  soprattutto in Gran Bretagna e negli Usa, aveva presentato nel 2013, Ida, prodotto e girato in quello che, attualmente, è il suo paese “ritrovato”: la Polonia.

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