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Memorie d'oltrecinema

La cineteca di Gianni Olla. Viaggio nel decalogo filmico del Sessantotto attraverso i circoli del cinema, i cineclub, i cineforum.

1968Ai primi di novembre sono stato Invitato al convegno cagliaritano della Federazione italiana circoli del cinema. Mi si chiedeva di raccontare la “cinefilia” politica del Sessantotto, ovvero “che cosa si vedeva sugli schermi dell’associazionismo cinematografico di quegli anni”.
Ovviamente, la ragione dell’invito stava nella lunga lista di film presenti nel mio libro A morte i padri. Cinema e film negli anni della contestazione: dove si erano viste quelle pellicole, in Italia, ma soprattutto a Cagliari o in altre località della Sardegna.

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Kubrick novanta: l'ordine e il caos

Memorie d'oltrecinema. La cineteca di Gianni Olla

''2001: Odissea nello spazio''Nell’estate appena conclusa ho rivisto in una sala cinematografica 2001 Odissea nello spazio. Il sonoro era ottimo, al punto da percepire quella musica/rumore di fondo – in realtà di Ligeti – che dovrebbe acclimatare lo spettatore in uno spazio infinito e angosciante. Lo schermo era sufficientemente grande, quasi avvolgente, di nuovo per accogliere lo spettatore in un universo immaginario solcato dalle astronavi.

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Roth/Allen, Allen/Roth

''Amore e guerra''

Confronto critico tra due mondi paralleli, sempre sul punto di sfiorarsi, anche senza volerlo. Memorie d'oltrecinema. La cineteca di Gianni Olla

Love and Death, Amore e morte. Questo è il titolo originale di Amore e guerra, un film, girato nel 1975, che viene considerato il primo tentativo di Woody Allen di oltrepassare la barriera della comicità cabaretistica, basata, da un lato, sulla sua verve di scrittore per la radio e la scena, dall’altro sull’essere stato, fino a non molti anni fa, un “one-man-show”.

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Sorrentino, come Fellini, non sogna più.

Federico Fellini

Gli ultimi film del regista riminese, scomparso nel 1993, ci hanno raccontato un mondo segnato dalla disillusione e della morte della poesia. Il regista napoletano attualizza quella profezia. Memorie d’oltrecinema. La cineteca di Gianni Olla

Prova d’orchestra (1979), La città delle donne (1980), Ginger e Fred (1985), La voce della luna (1990) di Federico FelliniLoro 1 e 2(2018) di Paolo SorrentinoVideocracy (2013) di Erik Gandini

Nonostante la definizione, un po’ occasionale, di una categoria filmica apposita, il “cinema del reale”,  la scrittura del reale, cioè qualcosa che ha dei punti di convergenza con il mondo vissuto dalla maggior parte degli “umani”, è diventata, da almeno trent’anni, un problema complicato per chi si prova a raccontare il presente con gli strumenti del cinema.

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Memorie di oltrecinema

Lacrimosa: da Sirk a Haynes, passando per Matarazzo, Visconti, Almodovar, Fassbinder e altri numerosi rappresentati del melodramma filmico. Come non vergognarsi di provare emozioni di fronte allo schermo. La cineteca di Gianni Olla

''Lo specchio della vita''Carol (2015), Lontano dal paradiso (2002) di Todd Haynes - La macchia umana (2003) di Robert Benton - Secondo amore (1955), Lo specchio della vita (1959) di Douglas Sirk

“Ho visto Lo specchio della vita (Imitation of Life) di Sirk nel 1959 […]. Avevo sedici anni. Alla fine, quando siamo usciti, molti di noi piangevano. La moglie del proprietario (del locale cinematografico – ndr) stava in piedi, all’ingresso con una scatola di Kleenex. Quasi tutti ne prendevano per asciugarsi gli occhi.”

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Ettore Scola e la via francese alla commedia.

Come sopravvivere alla crisi del cinema nazionale con opere di alto livello che raccontano la storia d’oltralpe e, metaforicamente, anche quella italiana. Memorie d'oltrecinemaGianni Olla ci apre la sua cineteca per riscoprire grandi film che riemergono dal passato.

Ettore ScolaApprofitto, con molto ritardo, dell’anniversario della scomparsa di Ettore Scola (19 gennaio 2016) per rivedere alcune definizioni troppo generiche sulla sua filmografia.

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La santità sovrastata dalla mondanità. Scavare alla ricerca dell’uomo

''The young Pope''

Memorie d'oltrecinemaGianni Olla ci apre la sua cineteca per riscoprire grandi film che riemergono dal passato.

The Young Pope (2016) di Paolo SorrentinoHabemus Papam (2011) di Nanni MorettiSotto il cielo di Roma (2011) di Christian DuguayAmen (2002) di Costa Gavras - La bottega dell’orefice (1989) di Michael AndersonDa un paese lontano (1981) di Krzysztof Zanussi - L’uomo venuto dal Kremlino (1968) di Michael Anderson - E venne un uomo (1965) di Ermanno OlmiPastor Angelicus (1942) di Romolo Marcellini

Il Papa è un uomo. Se fossimo in un film di fantascienza o in una tragedia shakespiriana, una voce fuori campo (o un personaggio) interverrebbe immediatamente per chiedere: “definire la parola uomo”. Ma, nel caso di The Young Pope, il film-monstre di Sorrentino, ci si attende che alla parola uomo si associ un altro aggettivo sostantivato: santo.

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Lunga vita a Bob Dylan, nonostante lo snobismo

Bob Dylan

Memorie d'oltrecinema. Gianni Olla ci apre la sua cineteca per riscoprire grandi film che riemergono dal passato. Renaldo e Clara (1978) di Bob Dylan - The last waltz  (1978) di Martin Scorsese - No direction home (2005) di Martin Scorsese - Io non sono qui (2007) di Todd Haynes.

Se avessi fatto parte della giuria del Nobel per la letteratura – ipotesi evidentemente fantascientifica – avrei votato per altri poeti/letterati che ritengo superiori a Bob Dylan. Ad esempio il grandissimo Philip Roth, da almeno dieci anni candidato al premio; oppure gli israeliani Amos Oz e Abraham Yehoshua, rappresentanti di una nuova letteratura, incarnata in un inedito, contraddittorio, travagliato, e soprattutto mai esistito prima, scenario nazionale ebraico.

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Le epiche sfide tra Far West e lontano Oriente

''I magnifici sette'' di Antoine Fuqua

Memorie d'oltrecinema. Gianni Olla ci apre la sua cineteca per riscoprire grandi film che riemergono dal passato 

Non farò molti rilievi critici sulla nuova versione de I magnifici sette firmata da Antoine Fuqua. In parte perché questo spazio, gentilmente messomi a disposizione dai responsabili della rivista, è stato destinato ad una sorta di viaggio nel passato, mio e dei film sui quali mi soffermo; in parte perché, rispetto ai tanti e inevitabili “remake” (l’ultimo, passato quasi inosservato, è The Revenant di Inarritu, rifacimento quasi esplicito di Uomo bianco va col tuo dio, diretto nel 1971 da Richard Sarafian), della vecchia trama di I magnifici sette di Sturges non è rimasto molto: ovviamente il numero degli eroici combattenti che, nel manifesto, vengono indicati con un grande 7 in cifre; poi la musica di Elmer Bernstein nel finale, sorta di omaggio extra testuale al maestro di tanti film hollywoodiani, tra i quali appunto il vecchio film di Sturges; e quindi, qualche richiamo alle psicologie dei vecchi protagonisti.

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''Nel corso del tempo'' (1976) di Wim Wenders e ''La recita'' (1975) di Theodoros Angelopulos

''Nel corso del tempo''

Memorie d'oltrecinema. Gianni Olla ci apre la sua cineteca per riscoprire grandi film che riemergono dal passato.

Tra il 1975 e il 1976, in Italia, fecero capolino (il termine è da intendersi in senso quasi letterale) due film diversissimi per temi, forme, stili di regia. Soprattutto, gli spettatori ideali delle due pellicole non potevano essere collocati all’interno di ciò che rimaneva  del cinema popolare, ma piuttosto tra gli eredi di due settori minoritari e contrapposti del pubblico: da una parte l’intellettualità impegnata, dall’altra la nascente “cinefila” giovanile.

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