"Valzer con Bashir" di Ari Folman
di Alessandro Matta
L'azione comincia nei nostri giorni, in un bar israeliano. Ari Folman, regista israeliano, incontra un suo amico a cui confida di fare, ogni notte, lo stesso terrificante incubo: essere rincorso da ben 26 cani inferociti. Il sogno è immediatamente ricollegabile al suo passato nell'esercito israeliano e in particolare a quando venne richiamato come riservista nella prima guerra del Libano. Durante quella guerra, all'amico di Ari fu affidato un terribile compito, che va oltre qualunque immaginazione relativa al mondo della guerra, ossia assassinare ogni cane che avrebbe segnalato, abbaiando, il passaggio dello Tsahal ( primo esercito di Israele) nei territori arabi. Assassinando un cane dietro l'altro, l'amico di Ari era arrivato a ucciderne 26, lo stesso numero che lo perseguita in ogni sogno. Con questo racconto inizia il film a cartoon, che sta affascinando il pubblico del mondo intero arrivando a conquistare il Golden Globe: “Valzer con Bashir” , di Ari Folman. Il cartoon affronta a viso aperto uno dei nervi ancora scoperti nella storia recente israeliana: la prima guerra del Libano, paragonabile, nella storia israeliana a quella del Vietnam. Folman, regista noto in Israele soprattutto per il celebre telefilm “In Treatment” (prodotto in Terra Santa per la HBO) utilizza un lessico diverso da un classico film sulla guerra , utilizzando un metodo comunicativo nuovo. Vuole focalizzare una realtà terribile attraverso l'animazione e la sofferenza, non solo umana.
Esempi lampanti sono quello della scena iniziale dei 26 cani inferociti e di quella della sofferenza dei cavalli, che, a un certo punto , iniziano a lasciarsi andare verso una morte naturale di stenti o di esasperazione, come se comprendessero realmente l'orrore della guerra che li sta circondando . “Valzer con Bashir” prende poi la forma di un vero e proprio documento che inanella i ricordi l'uno dietro l'altro, utilizzando uno stile molto semplice, per evitare che il film venga compreso da poche persone, questo è il punto di forza del film. Raccontare la guerra e le nefandezze dell'una e dell'altra parte senza arrivare ad accusare nessuno, tantomeno lo stato o il governo israeliano, come spesso erroneamente è successo. Si susseguono così i ricordi di tutti i compagni militari di Folman nei terribili mesi del Libano, fino alla tremenda strage di Sabra e Chatila, provocata, nel corso del conflitto dai Cristiani Maroniti, della quale, quasi sempre, si è erroneamente accusato l'allora Ministro della Difesa Ariel Sharon , di collaborazionismo nella carneficina. Un meraviglioso film di animazione coraggioso e non di parte, che fa capire come le ragioni di chi critica Israele tout court come capo espiatorio di ogni guerra del Medio Oriente siano prive di fondamento. Un film imperdibile e un Golden Globe ben meritato. Resta la speranza che questo film, una volta uscito dalle sale, venga trasmesso in tv in prima serata, seguito da un dibattito per conoscere Israele, ancora oggi sconosciuto dai più.