“Rapina a mano armata” di Stanley Kubrick

"Quel maledetto treno blindato" di Enzo Castellari

"Luna di fiele" di Roman Polanski

"La trilogia del dollaro" di Sergio Leone

“Tutti giù per terra” di Davide Ferrario

"Uzumaki" di Higuchinsky

“Angoscia” di George Cukor

"Crash" di David Cronenberg
Dieci giorni fa è morto all’età di 78 anni, lo scrittore inglese J. G. Ballard. Considerato uno dei padri del cyberpunk, è stato il profeta del vuoto della contemporaneità attraverso i suoi romanzi di stampo fantascientifico e surrealista. Ma il fulcro delle sue opere non è tanto il futuro in sé ma la rappresentazione della psicologia del futuro.
"Nirvana" di Gabriele Salvatores
Ciò che più apprezzo in un regista è la sua voglia di sperimentare ed osare mettendosi in discussione. Se poi tutto questo avviene all’interno del cinema italiano, la mia stima cresce ulteriormente. Gabriele Salvatores avrebbe potuto rimanere adagiato sugli allori dopo il premio Oscar per "Mediterraneo", campando di rendita rifacendo sempre il medesimo film; invece, come i grandi artisti, riesce a captare lo spirito del tempo e coglie l’impossibilità di continuare a rappresentarlo con il linguaggio della tradizione per risvegliare il pigro pubblico nazionale. Anche a questo serve il cinema: segnalare una crisi latente!