Crialese, o l'elogio della lentezza
Crialese, riallacciandoci al tema della rassegna di Marina Cafè Noir, lei si sente più eroe, migrante o pirata?
Sicuramente un pirata. E’ così che mi chiamano, perché non obbedisco a nessuno, non mi arrendo mai e, soprattutto, non accetto compromessi. Un esempio? Per girare “Nuovomondo” ho avuto bisogno di ben quattro anni di lavorazione. Oggigiorno si pensa alla ‘velocità’ come ad un valore, facendone, erroneamente, sinonimo di ‘efficienza’; questo vale anche nel mondo del cinema: se vuoi girare un film sembra normale che si debba fare tutto di corsa, nel minor tempo possibile.