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Percorso

"Sangue Pazzo" di Osvaldo Valenti

di Monica Aschieri

Sanguepazzo

Postilla: Un film mediocre che racconta una bellissima storia. Ben recitato.
A "Sangue pazzo", alla sua pellicola, il suo film, Osvaldo Valenti, ci aveva lavorato per dieci anni. Dieci anni dissoluti, vissuti intensamente, dieci anni alla fine svenduti.
"Sangue pazzo" oggi, l’ultimo film di Marco Tullio Giordana, narra le vicende umane e professionali di due attori, Osvaldo Valenti, alias Luca Zingaretti, davvero molto bravo, e Luisa Ferida, una credibile e brava, forse per la prima volta nella sua carriera, Monica Bellucci...
La vicenda ha la sua connotazione storica durante l’epoca fascista, la carriera dei due divi si contraddistingue per la appassionante, intensa, fuori da schemi consueti, storia d’amore dei due protagonisti, dall’intreccio della loro vita professionale e amorosa, dal periodo storico nel quale i due orbitano, sino alla loro terribile fine. Trucidati per mano partigiana perché giudicati rei di torture a prigionieri partigiani, nella famigerata Villa Trieste di Milano.
 
Nel 1943, Osvaldo Valenti, attore brillante e sicuramente dotato che aveva lavorato con registi del calibro di Blasetti, era già legato ad importanti gerarchi fascisti.
 
 Il passo, l’adesione alla Repubblica di Salò, fu breve. Una vita esagerata, spericolata, una vita al massimo, così, qualche cantore d’oggi potrebbe raccontarci, una vita, anzi due vite, che rimarranno indissolubilmente legate, per sempre. Questo il senso della storia che è interessante dipanare.
Certo, un film più televisivo che cinematografico,  per qualche aspetto, un po’ ingenuo, grossolano, che probabilmente non elimina completamente il dubbio, la domanda: “ si macchiarono davvero degli atroci delitti imputatigli, o trucidare Valenti e Luisa Ferida, incinta di 4 mesi del suo bambino, fu una di quelle nefandezze con cui si macchiarono le mani i partigiani dopo la liberazione?”.. La loro vita sentimentale e sessuale sfrenata, può in qualche modo, testimoniare a favore dell’ipotesi accusatoria partigiana? L’uso continuo e irrefrenabile di cocaina e droghe varie, il gioco d’azzardo, le dissolutezze tutte, possono dar valore alle conclusioni partigiane? L’aver fatto parte della terribile repubblica di Salò, vera Sodoma e Gomorra, a noi più vicina, può averli resi torturatori di poveri e impauriti partigiani? Perché queste furono le prove portate dall’accusa! Forse non lo sapremo mai. Giordana instilla bene, molto bene, secondo me, il dubbio, nella mente dello spettatore. E accusa certa faciloneria di quell’ora bellissima e tremenda, che fu la liberazione d’Italia.
 
 "Sangue pazzo", visto così, può anche essere reputato, letto, come un b movie.
Un feuilleton anni cinquanta. Un teleromanzone. Un polpettone televisivo, adatto a massaie e mariti annoiati. E io più di tutti dovrei vederlo, sentirlo così. Io che quando sono dolce ascolto Smells Like Teen, e quando sono allegra Heroin. Ma non sono d’accordo. Se si ha un animo romantico, se si è amato molto, non si può non appassionarsi alle vicende umane di quest’uomo e questa donna. Non si può non fremere dinnanzi all’abnegazione di Luisa Ferida, davanti al suo abbandonare tutto, cedere a tutto, smembrarsi per amore del suo uomo. Ho letto varie recensioni su questa pellicola e nessuno, nessuno, si è fermato, ha guardato questa donna, l’amore di questa donna che ha valicato montagne ed è scesa all’inferno ma sempre accanto all’amore della sua vita, a cui, tra una dissolutezza e l’altra, ha consacrato se stessa. Una Giulietta maledetta, una Desdemona, Eloisa. Una Maddalena. Una donna. Una di noi. Ma nessuno, si è fermato a riflettere, indagare, sondare, annegare in quest’ambito delle cose.
 
 Oggi, si sa, tutto mordi e fuggi.
Oggi tutto consumo.
Oggi niente vale, tutto vale.
Oggi matrimoni di due anni come regola.
Oggi si divora si digerisce, e si dimentica.
Oggi  le donne sono uomini.
Oggi l’amore letto come rinuncia, abnegazione è considerato trash, immondezza. Oggi tutti globalizzati, uguali, con gli stessi vestiti e comportamenti, stessi bisogni, stessi imput, non si riconosce, nemmeno si vede, non esiste, non è partecipante, una donna incinta che si fa sparare in pancia per amore. Oggi non esiste più.
Vi siete mangiati l’amore, il romanticismo, il credo, per un telefonino..  allora ascoltate me, ve ne accorgerete, e poi: andatevene al diavolo!!!!!!

A me il film è piaciuto, nonostante una regia scolastica/didascalica. Certamente la bravura di Zingaretti e la credibilità bravura e, bellezza che non bastano i numeri e le stelle per contarla ed enunciarla tutta, della Bellucci,  fa scordare le sbavature, le ingenuità e le tante cose che potevano essere fatte decisamente meglio.
Buona Visione a tutti...
 
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