Percorso

Profumo di donna

Dal 14 al 25 ottobre una serie di pellicole che vedranno l’occhio femminile dietro alla macchina da presa e non solo sul palcoscenico. Il lavoro delle donne nel cinema delle origini tra gli anni ’10 e ’20: sarà questo il tema e riprenderà in parte l’importante monografia presentata a Bologna ed a Roma dalle rispettive Cineteche, con la consulenza della professoressa Monica Dall’Asta.
 
A presentare la rassegna, venerdì 10, alla Cineteca, è stata Maria Pia Brancadori, della Circola Alice Guy. “Circola”, al femminile, proprio come si trova scritto nel sito dell’associazione, ed Alice Guy come omaggio alla prima donna regista della storia del cinema.
La sua opera d’esordio è stata la “Fata del cavolo”, cortometraggio del 1896, ispirato alle cartoline d’arte dell’epoca. “Non solo dive” darà spazio alle donne che hanno usato il proprio sguardo per osservare, per definire i contorni di un mondo, di un periodo. 
 
Alice GuyFigure che son state occultate, rimosse dalla storia del cinema per troppo tempo e che è giusto incontrare in una piccola sala per lasciar che proiettino in noi il loro battito di ciglia, il loro afferrare le storie, il loro lavorare sulle e nelle storie. Non perché poi debbano piacere per forza, ma almeno per sapere che ci son state, che hanno lasciato la propria impronta nel mondo della cinematografia.
 
Serate in compagnia delle “pioniere del cinema italiano”, dunque, con l’opportunità di assistere a film musicati dal vivo, di entrare a far parte di atmosfere lontane. Arriverà a Cagliari, dentro questa grande valigia, anche l’ “Umoristico-satirico-educativo”, ossia “Umanità”, opera del 1919,  di Elvira Giannarella. Scoperta di recente e proiettata sino ad ora solo due volte. Come accompagnamento, nella giornata del 17, una tavola rotonda, alla quale parteciperà la professoressa Monica Dall’Asta. E per il giorno seguente è previsto un evento collaterale che vedrà quest’ultima come protagonista. Si tratterà della presentazione della riedizione dell’autobiografia di Alice Guy “La fata dei cavoli. Memorie di una pioniera del cinema”,  a cura della Professoressa Dall’Asta, per l’appunto.
 
E tra le protagoniste della rassegna, attesa anche la presenza di Lucia Cardone, docente di cinema dell’università di Sassari. Non solo dive, non solo film, non solo immagini, non solo parole. Nessun limite, nessun stereotipo, dunque. Solo un viaggio per conoscere, per osservare con occhio attento. L’ingresso è libero ed ancor di più lo dovrà esser l’occhio di chi vi partecipa. Serate alla Cineteca,  per studiare sguardi, per nutrire sguardi, dunque.
 
 
 

Alice Guy
Regista e sceneggiatrice francese. Nel 1895 è accolta ventenne come segretaria dalla celebre casa transalpina Gaumont, ma le basta un anno a contatto con i pionieri della settima arte per innamorarsi della macchina da presa e divenire, con oltre duecento opere, la prima donna regista della storia del cinema: La fata dei cavoli, cortometraggio del 1896 ispirato alle cartoline d’arte dell’epoca, è infatti annoverato fra le prime opere di finzione mai realizzate. L’intraprendenza e l’ispirazione la portano a spaziare, con corti sempre più perfezionati, dal genere fantastico al comico e al melodramma. Sul set di Mireille (1906) sposa l’operatore inglese H. Blaché-Bolton, che segue negli Stati Uniti quando diviene capo-filiale della Gaumont oltreoceano. L’avventura americana la stimola e fonda con il marito un’autonoma casa di produzione che produce centinaia di pellicole, molte delle quali dirette da lei stessa con una padronanza della struttura del racconto e un senso dell’immagine che anticipano il lungometraggio: Fra diavolo e Mignon, entrambi del 1912, con accompagnamento d’orchestra, e nel 1913 un’ardita riduzione di Il pozzo e il pendolo da E.A. Poe. Dalla metà degli anni ’20 si ritira e viene dimenticata fino alla riscoperta compiuta dagli storici più attenti sull’onda del movimento femminista.
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