Percorso

Gli auguri (e i buoni propositi) di Columbu

E' tempo di feste e sorrisi e l'invito è quello di pazientare ed essere un po' più ottimisti. A suggerircelo è Giovanni Columbu, in questo suo prezioso scritto dedicato a tutti i lettori di Cinemecum

Giovanni ColumbuCari amici di Cinemecum, invitato a scrivere sul cinema che si fa e si vorrebbe fare in Sardegna mi sembra inevitabile dire qualcosa sulla legge regionale che ancora non c’è, ovvero su quelle “Norme per lo sviluppo del cinema in Sardegna” che dopo averne subìto di tutti i colori, dalla bocciatura in Consiglio Regionale ai tentativi sotterranei di modificarne le disposizioni, alla fine sono state approvate, poi corrette e riapprovate, poi respinte dalla Commissione Europea e ora, pur disponendo di una cospicua somma di danari, probabilmente rinviate alla prossima legislatura. Ecco mi viene in mente quell’incontro pubblico che si svolse tre anni fa al Piccolo Auditorium di Cagliari quando ci trovammo piuttosto numerosi e in un clima quasi euforico a discutere di quella legge che oltre a promuovere sceneggiature e cortometraggi, rassegne, studi e cineteca, avrebbe dovuto favorire la realizzazione di due o tre film all’anno. In quell’occasione, senza entrare troppo nel merito delle previste disposizioni che forse davano un po’ troppo spazio all’indotto di una cinematografia fragile e ai primi passi, rischiando come si dice di mettere il carro di fronte ai buoi, dichiarai con risoluto ottimismo che quand’anche avesse avuto delle imperfezioni quella proposta meritava il nostro favore, poiché una legge sarebbe stata comunque meglio di niente.

Col senno di poi e solo a titolo di riflessione aggiungo ora che quella legge era già datata quando fu concepita e che una formulazione molto più semplice, basata su meccanismi certi e automatici, come avviene per altro genere di imprese economiche e come è stato fatto per il cinema in altre regioni italiane, sarebbe stata più auspicabile. Per facilitare l’impresa cinema, infatti, sarebbe bastato prevedere sconti o rimborsi o esenzioni fiscali per qualunque film fatto in Sardegna.

Columbu sul setUna soluzione pratica e valida per ogni progetto indipendentemente dai temi trattati, dalla lingua e dai riferimenti all’identità, e soprattutto senza bandi, senza concorsi e senza le fatidiche commissioni esaminatrici, lasciando gli autori liberi di assecondare gli stimoli del mercato e della creazione artistica. (Per scoprire la semplicità di certe soluzioni adottate altrove suggerisco di digitare http://www.fvgfilmcommission.com/index_home.html).

Resta che fare un bel film è difficile, anche quando ci sono i danari e ci si avvale di una collaudata industria del cinema, e che realizzare un film, in sardo o in italiano, ambientato in campagna o in città, senza alcuna misura pubblica di sostegno è un’impresa davvero ostica, per non dire che sfiora l’impossibile, nella quale riesce solo chi ha la fortuna di ottenere degli aiuti a titolo personale o trova credito fuori dall’Isola. Finché le energie degli autori dovranno concentrarsi in modo spropositato nel lavoro per rendere possibile un film piuttosto che in quello per concepirlo e realizzarlo, è improbabile che i pochi che riescono e vengono poi indicati come “gli autori” siano davvero i soli che la Sardegna è in grado di esprimere. Altri talenti e nuove idee potrebbero emergere e concorrere all’esperienza del cinema se si pervenisse a questa benedetta e sofferta legge. Che fare? Siccome siamo alla fine dell’anno e in prossimità delle feste propongo di di pazientare ancora un po’ e di tenerci pronti a far sentire le nostre voci. Colgo l’occasione per fare i complimenti e i più calorosi auguri ai redattori di questo sito e a tutti i visitatori che con i loro interventi lo vivacizzano. Buone feste e buon Natale a tutti.

Le fotografie sul set di Su Re. Di Rosi Giua 

"Sono cominciate le riprese del film "Su Re" di Giovanni Columbu. Una settimana all'insegna dell'impegno e di tanta voglia di lavorare insieme. Gli attori arrivavano volenterosi al mattino, alla chiesetta di San Giovanni di Sinis, da Gavoi, da Ollollai, da Desulo, da Sedilo e da tanti altri luoghi, per vestirsi, truccarsi e recitare in sardo anche l'intera giornata. Stanchezza?  Mai! Ne nella troupe, ne tra gli attori, nessuno ha sentito mai la fatica delle ore d'impegno e di concentrazione di cui il regista aveva bisogno. Si aveva la sensazione di vivere in una dimensione senza tempo e senza confini. Sarà forse stato l'entusiasmo perchè finalmente si poteva lavorare e  si cominciava a girare il film di Giovanni tanto atteso?  Io ho scattato tante immagini, le scene e tutto cio' che girava intorno a quel mondo magico e irripetibile ... "
Rosi Giua


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