Percorso

Euthanasiefilm: i film nazisti pro-eutanasia sull’ “operazione T4”

di Alessandro Matta
 
L' ”Aktion T4” era  il programma nazista di eugenetica, che prevedeva la soppressione o la sterilizzazione di persone, affette da malattie genetiche inguaribili o da  gravi malformazioni fisiche. Si stima che l'attuazione del programma “T4” abbia portato all'uccisione di un totale di persone compreso tra le 60.000 e le 100.000. Per quanto concerne la sola terza fase dell' “Aktion T4”, i medici incaricati di portare avanti l'operazione decisero di uccidere il 20% dei disabili, presenti negli istituti di cura, per un totale di  70.000 vittime. L' uccisione di disabili proseguì, oltre la fine ufficiale dell'operazione, arrivando a  200.000  vittime. “T4” è l'abbreviazione di "Tiergartenstrasse 4", nella zona di  Berlino dove era situato il quartier generale dalla “Gemeinnützige Stiftung für Heil und Anstaltspflege”,  l'ente pubblico per la salute e l'assistenza sociale. L'idea di implementare una politica di «igiene razziale» rappresentò un elemento centrale dell' ideologia hitleriana, fin dagli esordi. Hitler provò  una violenta repulsione per l' handicap mentale e la deformità fisica, attratto com'era dai canoni di bellezza e purezza, provenienti dal suo considerarsi artista e dal dibattito del movimento eugenetico,  in corso in Germania. Nelle sue discussioni con Philipp Bouhler e Hans Lammers, a capo rispettivamente della Cancelleria privata del Führer e di quella del Reich, Hitler definiva i disabili come coloro «che si insudiciano di continuo» e che «mettono i loro stessi escrementi in bocca».  In generale,  Hitler utilizzava  metafore mediche per paragonare coloro che aveva intenzione di eliminare dalla «comunità razziale» tedesca - si riferì agli ebrei come ad un virus, che doveva essere curato, oppure ad un cancro, che doveva essere asportato. Allo stesso modo, egli vedeva i disabili come un «elemento estraneo» al corpus razziale germanico: nella mente di Hitler e degli altri dirigenti nazisti la necessità di «ripulire» la razza tedesca dai sub-umani era essenziale. Nel periodo 1933 – 1939,  il regime preparò l'opinione pubblica attraverso una propaganda mirata. Le organizzazioni naziste con opuscoli, poster e film mostravano il costo di mantenimento degli istituti medici, preposti alla cura dei malati incurabili, e si affermava che il denaro risparmiato poteva essere speso con più profitto per il «progresso» del popolo tedesco «sano». In particolare, furono i film propagandistici a preparare e convincere spesso l'opinione pubblica della necessità di tali uccisioni di massa. Tra i numerosi cortometraggi, prodotti in relazione alla cosiddetta "eutanasia", vale la pena ricordarne tre:
 
“Ich Klage An”“Das Erbe” (L'eredità, 1935) - Un film didattico e scientifico, che rappresentava le implicazioni mediche e sociali delle tare ereditarie e che rappresentava l'idea nazista di darwinismo e di «sopravvivenza del più forte».
“Opfer der Vergangenheit” (Vittima del passato, 1937) - Il film metteva a confronto il popolo «sano» con scene tratte dalle corsie degli istituti psichiatrici, popolate di esseri «deformi» e «degenerati» e conclude  che  ciò era dovuto ad una violazione delle regole della selezione naturale, a cui si sarebbe dovuto porre rimedio ripristinandole con «metodi umani». La prima del film si tenne a Berlino, introdotta dal leader dei medici del Reich, Wagner, e successivamente proiettato a lungo in 5300 centri cinematografici, dislocati in tutta la Germania.
“Ich Klage an” (Io accuso, 1941) - Prodotto e girato con maestria quando già il programma “T4” era avviato su suggerimento di Karl Brandt, uno dei principali responsabili del progetto, per giustificare le misure intraprese e mettere a tacere le critiche che, nonostante il lavoro propagandistico fatto, erano ancora numerose. Il film si ispirava  al romanzo “Sendung und Gewissen” (Missione e coscienza) del medico e scrittore Helmut Hunger, altro elemento chiave dell' “Aktion T4”. Mentre i nazisti operavano le uccisioni contro la volontà dei pazienti e dei parenti, il film mostra, distorcendo la realtà, un medico che uccide la moglie, malata di sclerosi multipla, che lo supplica di porre termine alle sue sofferenze. Processato,  il medico viene assolto dalla giuria, che si interroga sulla domanda fatta dallo stesso accusato: «Vorreste voi, se invalidi, continuare a vegetare per sempre?». Di questi tre titoli il più noto ancora oggi è sicuramente “Ich Klage An”, del 1941.

Oggi  siamo più prevenuti, nel bene e nel male; da una parte gli esperimenti nazisti di eugenetica dall'altro il caso ormai concluso di Eluana Englaro. Quello che  denuncia l' intento recondito del film e' il suggerimento finale di  istituire una giuria con lo scopo di stabilire quando e a chi applicare l'"uccisione pietosa". fino a quel punto, la linea di demarcazione tra omicidio  ed eutanasia era data dall'espressa volontà del malato, combinata  con le sofferenze e l' imminenza della morte (Hanna sarebbe morta  due  mesi dopo, forse per soffocamento). Il lasciarci senza una sentenza definitiva, ma solo con l'auto-apologia di Thomas è una trovata molto furba e  meno ingenua di altri film posteriori, similmente propagandistici. Questi filmati sono attualmente banditi e vietati in Germania, esattamente come tutti gli altri film propagandistici nazisti. Difficile perciò anche trovare le copie. Di “Ich Klage An” è  possibile oggi trovare delle copie in Italia,  grazie al fatto che “Fuori Orario” l'ha trasmesso un paio di volte a Raitre. Nel film, si racconta di un professore di patologia, Heyt, sposato con la giovane Hanna, la quale è malata di sclerosi multipla. Heyt si sforza di curare Hanna, ma, poi, decide di aiutare la moglie a morire. Il fratello di Hanna denuncia Heyt per omicidio. Nel corso del dibattito in tribunale i sei giudici concludono che la legge deve essere cambiata per permettere l'eutanasia. Nel film l'ex sindaco della città dove si svolge il dramma prende la parola e dice: «...Per quanto riguarda coloro che desiderano morire, perché un tempo sono stati sani e ora non ce la fanno più, credo che lo Stato, che ci impone il dovere di morire, debba anche darci il diritto di morire». Il film fu visto da 18 milioni di persone. Il servizio di sicurezza di Hitler raccolse le reazioni e stilò un lungo rapporto in cui sottolineava che la gente aveva accettato, sia pure con qualche riserva, che le persone, affette da gravi malattie incurabili, devono poter avere una morte rapida, sanzionata dalla legge. Il rapporto dei servizi di sicurezza rilevava che l'unica vera opposizione contro il film e contro l'eutanasia veniva dalla Chiesa Cattolica. A questo proposito l'allora vescovo di Munster, Clemens August Von Galen (beatificato il 9 ottobre 2005), denunciò aspramente il programma di eutanasia.

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