Passioni principesche
Riproposto a Palermo, alla presenza del principe Francesco Vittorio Alliata, "Vulcano" il film che ha segnato la storia delle riprese cinematografiche sott'acqua. Ecco la cronaca di un incontro davvero molto speciale. di Luisa Mulè Cascio

Maddalena, una splendida Anna, ritorna forzatamente nella sua terra di origine dopo diciotto anni. Tra la gioia di aver ritrovato la sua famiglia e il dolore per il trattamento subito da parte delle concittadine, Maddalena ripercorre il suo passato facendo il bilancio della sua esistenza, rivedendo i suoi errori attraverso la sorella, indirizzata verso la sua stessa strada. Il film, carico di significato e innovazione tecnica, nel 1949 non ebbe successo in Italia, oscurato da "Stromboli", simile nella struttura, e da tutti i “pettegolezzi” che esso portò. Il 23 febbraio, a distanza di quasi sessant’anni, "Vulcano" torna sullo schermo di una sala cinematografica italiana, quella del cinema Tiffany di Palermo.

Il momento più atteso della serata è stato l’intervento del Principe Francesco Alliata, che ha costituito un’introduzione alla visione del film, preceduto da quello della professoressa Rita Cedrini portavoce del Rotary Club e da Vincenzo Li Mandri, in rappresentanza dell’Associazione Alessandro Tasca Filangeri di Cutò.
Pioniere del cinema subacqueo e in prima linea nella realizzazione di "Vulcano", Francesco Alliata ha voluto in primis ricordare Anna Magnani, in occasione anche del centenario della sua nascita, sottolineando l’interpretazione solenne, tormentata e incisiva del personaggio di Maddalena nel film.

Una maschera, un paio di pinne e un fucile da pesca di proprietà di Pietro Moncada diedero il via alla documentazione subacquea dei fondali marini. Mai, prima di allora, il mare era stato ripreso in quel modo, mai la macchina da presa aveva fatto “un tuffo” nello sconfinato fondale acquatico.

L’avventura continuò con la realizzazione di "Vulcano", che comportò diversi problemi, soprattutto per l’improvviso abbandono di Roberto Rossellini per la regia, sostituito all’ultimo momento da William Dieterle.
Venti minuti per sintetizzare una vita intera, una carriera cinematografica intensa non bastano, come scherzosamente ha sottolineato lo stesso Alliata, ma costituiscono comunque un’importante testimonianza di quello che il cinema italiano ha rappresentato, e continua a rappresentare nel mondo.
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