Percorso

L'uomo e il mare (in salsa maltese)

 

''No Dogs''C'era una volta un uomo che amò il mare. E che si guadagnava da vivere pescando il tonno.

Un giorno fu chiamato, e gli chiesero di fare il pescatore d'uomini. Ma lui non temé, perché oltre al mare, lui amò il cinema.
E si occupò di casting su una ventina di film, finchè non arrivò ad essere direttore del casting locale su "Agora", il film di Amenabar.

Pare che l'idolo di Amenabar sia Spielberg. Il pescatore, invece, cita Tarkovskij, Raj, Resnais e Peckinpah. Libri su questi registi fioriscono sull'unico scaffale che tiene a casa: una modesta imbarcazione a vela.

Laureato in comunicazione, legge tuttora teorici del cinema come Rothman, e fu all'epoca uno dei pochi che frequentarono, nel vero senso della parola, la biblioteca audiovisiva dell'università. Infatti, se c'è qualcosa che distingue Edward Said, è il vorace appetito che ha per i film: non s'accontenta di studiare alcune pellicole: se parla di Saura, Godard ed altri, è perchè ha visto tutti i loro lavori.

''Kaxxa''Nel guardare i film di Said (tre corti narrativi ed alcuni documentari), non emerge  l'intellettualismo, acquisito in anni di lettura, ma il senso di apprendere ciò che significa essere maltesi, cosa vuol dire vivere nel nostro paesaggio. Ogni suo film è un distillato di un aspetto dell'anima maltese. E per questo motivo, è il regista che merita di più di essere  il nostro portavoce cinematografico.

Ironicamente Ed s'interessò di cinema solamente una quindicina d'anni fa,  fu un suo amico, Mark Sansone, a sedurlo col fascino della cinepresa ad 8mm. Compagni di viaggio per i primi due corti ("No Dogs" - Niente Cani - 2001, e "Kaxxa Infernali" - Cassa Infernale - 2002), hanno raccontato emozioni con un linguaggio apparentemente naïf. Usando la pellicola, anche quando i soldi mancavano, i primi film appaiono di primo impatto tecnicamente poveri (col suono a presa diretta a volte un po' ovattato e con tanto di peli nel cancelletto).  Un secondo sguardo mostra che il loro è un linguaggio poetico, a volte nascosto sotto la grana della pellicola, ma fortemente presente lì, nelle inquadrature, nel montaggio, nella narrazione fuori campo, nella musica (sempre originale).

''The hunter''L'ultimo film di Ed (sul quale ha lavorato separatamente da Sansone) fa da microscopio sul terreno calcareo che circonda la nostra costa. "Il-Kaccatur"- Il Cacciatore - 2005, fu ispirato dalle sagome dei cacciatori che s'arrampicano sulle scogliere, che Said osservava mentre nuotava.

Da allora, sfortunatamente, Ed non ha portato un altro film a terra. «Ho una cassa piena di pellicola che sta marcendo» dice con rammarico. Ma fu il suo lavoro a tenerlo lontano? «Un po', sì. Ma anche il fatto che ho cercato di catturare una storia ambientata nel maltempo, ma gli ultimi inverni erano miti. Quest'anno il maltempo c'era, ma la musa no». Capisco il sentimento, ma  non la ragione. «Mi riferisco al corto. Non mi da più lo spazio per creare i personaggi. Mi son stufato della mancanza di profondità». Chiedo se allora questa è la fine, perché non vedo dove troverà le risorse per un lungometraggio. «Ma no, mi basta portare la durata almeno a 45, 60 minuti».

Speriamo. L'udienza c'è, ha già abboccato. Manca solo il pescatore.

Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni