Percorso

Nyman: "Il mio regista preferito? Sono io"

Intervista esclusiva al grande compositore di musiche per il cinema, a Cagliari per un evento-concerto dedicato a Jean Vigo. Che a Cinemecum confessa: "Sono un disoccupato". Di lusso, ovviamente. di Elisabetta Randaccio
 
Michael NymanSullo schermo del Teatro Massimo di Cagliari scorrono le immagini del film, che il grande Jean Vigo (morto prematuramente a 29 anni) girò con Boris Kaufman (un mago della cinepresa) nel 1930, ovvero “A propos de Nice”, una piccola sinfonia sulla città francese, in quegli anni, attraversata da una celere trasformazione: località per raffinati turisti stranieri, conservando, però, un'anima popolare. I fotogrammi in bianco e nero ci rimandano a un mondo scomparso, reso onirico dall'ironico montaggio alternato. Intanto, è iniziato il commento musicale, scritto per quel vecchio capolavoro, e a suonarlo è il compositore Michael Nyman, autore di colonne sonore che hanno mutato il rapporto della musica nei confronti dell'immagine, partiture indimenticabili, per - scegliendo tra le pellicole più famose - “Lezioni di piano” di Jane Campion (1993), “L'ultima tempesta” (1991) del fedele amico Peter Greenway o “The libertine” (2004) di Laurence Dumnore.
 
''Lezioni di piano''Nyman ha tenuto un concerto speciale, perché, oltre ai brani tratti dal suo ultimo cd “The piano sing”, ha eseguito le partiture per due sue cortometraggi (“The love train” e “Witness1”), mostrando il suo interesse per la creazione di connessioni sequenziali tra la musica e il cinema. E bisogna sottolineare come - se è vero che soprattutto i brani e la performance di Nyman riempiano di vita artistica i brevi cortometraggi - la qualità estetica sia di apprezzabile livello. Il compositore sembra aver fagocitato l'ironia e la sensualità caratterizzante buona parte del cinema inglese contemporaneo e la delicatezza evocativa di chi intende il film come elemento di stratificazione della memoria collettiva. Il concerto intenso, quasi senza pause, ha avuto un notevole successo ed è stato organizzato dalla "Labor" (il cui presidente, il regista Giovanni Coda, ha voluto con passione e pervicacia la presenza di mito come Nyman a Cagliari) e da "Kinomusic" con la collaborazione del Comune di Cagliari, ma soprattutto con l'apporto di "Volumina", un progetto culturale legato strettamente alla divulgazione cinematografica.
 
Michael NymanDurante la serata, infatti, è stato presentato dal suo direttore artistico, Domenico Di Gaetano, il libro “Sublime”, etichettabile solo in maniera semplicistica come libro di foto di Nyman. Si tratta di un oggetto artistico che, oltre all'album fotografico, contiene un tasto di pianoforte e un cd. "Volumina" non è nuova a questo tipo di realizzazioni raffinate, peraltro vendute per la maggior parte sul web in tutto il mondo; ha, infatti, anche pubblicato un testo di immagini di Greenway, oltre ad associare i propri “prodotti” a mostre, eventi, installazioni. In questo senso, ricordiamo il libro con la sceneggiatura originale di Cronenberg “Red cars”, edito contemporaneamente alla splendida mostra che, sul regista di “Crash”, è stata allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2008. Proprio al Teatro Massimo è presente una sintesi di foto tratte da “Sublime”, che verrà riproposta all'Exma di Cagliari, nella sala Valle, dal 3 al 31 luglio prossimi.
Nyman sembra essere convinto e felice di questa sua “espansione artistica”, che considera come una prosecuzione della ricerca eseguita nell'universo musicale. Infatti, ci confessa come approcci “la fotografia allo stesso modo che la composizione musicale con pause, ripetizioni, strutture particolari.”
Gli chiediamo, allora, quanto il cinema abbia cambiato le sue sonorità, visto che le sue sound track hanno mutato l'idea tradizionale di musica per film.
Michael NymanVeramente, quando ho iniziato a collaborare con Greenway ho semplicemente continuato a scrivere la mia personale musica, non ho dovuto assoggettarmi a adattamenti particolari. Per cui, non penso di aver influenzato nessuno. Se fosse vero il contrario, non sarei disoccupato in questo settore....
Ma la fotografia, il cinema sono i tasselli per una sua idea di arte, per certi versi, “totale”?
Non proprio. Nel senso che io non sono neppure un ottimo fotografo, semplicememente, mentre un professionista di quel tipo può realizzare immagini anche fine a se stesse, io cerco la sequenza assai vicina a quella sonora. Facile, dunque, trovare connessioni tra le mie fotografie e le mie composizioni.
E i suoi cortometraggi, allora?
Saranno parte del mio concerto. Non sono documentari, ma “documentazione”, costruita con osservazioni particolari e casuali. “Love train” è visualmente divertente e sensualmente stimolante. “Witness 1” è stato realizzato con alcuni set di immagini, come se fosse una partitura. Per ambedue ho scritto il commento musicale.
 
Peter GreenawayCon quale regista contemporaneo vorrebbe ancora collaborare?
Oltre Greenway, con cui lavoro benissimo? In realtà, il mio vero regista ideale si identifica con me, perché solo io ho l'idea esatta della connessione possibile tra la mia musica e le immagini in movimento.
Alcuni suoi brani sono diventati assai celebri tanto da essere utilizzati in contesti assai diversi; ha la consapevolezza che la sua musica raffinata è diventata un'icona popolare?
Sì, ma, se devo essere sincero, mi sembra che, a parte le colonne sonore, la mia musica non la conosca nessuno.
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