Percorso

Nuovo ciak per Sulis. Fra simbolico e reale

Il gioco delle maschere e un dostoevskiano istinto di ribellione contro la macabra recita di una società che perpetua ingiustizie e immobilismo, per un originale racconto per immagini nella terra dei Mamuthones. di Anna Brotzu
 
''A morte!!!''L’enigmatico profilo di una lignea visera nera, e un titolo in cui riecheggia l’urlo tremendo di una folla inferocita, e una fatale condanna, “A Morte!!!", per il nuovo film di Gianluca Sulis: la seconda prova dietro la macchina da presa del regista tonarese ha una genesi non meno originale dell’opera prima, “La fontana di Morù”, già al Festival di Roma 2008 e prossimamente al Festival di Lisbona 2009. Il fortunato esordio di un artista che si definisce “autodidatta” (pur senza sottrarsi al consueto iter di corsi e stages) nella realizzazione di «un sogno che avevo fin da bambino» su un orizzonte visionario tracciato dai capolavori dei grandi maestri, ha lasciato il segno fin nei numeri: al 42esimo posto nel weekend, da una sala di Sestu è salito improvvisamente alla ribalta nazionale. Un progetto interamente autofinanziato in cui «ho investito tutti i miei risparmi», e che è stato «reso possibile, ci tengo a sottolinearlo, dalla disponibilità e generosità degli attori, della troupe e da tutto il cast artistico, che mi hanno dato fiducia e hanno sostenuto anche materialmente il film, rinunciando ai loro compensi». Cinema indipendente nell’isola dei Nuraghes, quindi, sotto le insegne della "Galusè Film", che prende il nome da una sorgente di Tonara, cantata da Peppino Mereu.
 
Il set di ''A morte''Una “magia” che potrebbe ripetersi anche con “A Morte!!!”?
Io metterei l’accento sulla “follia” del fare cinema in Sardegna. Dove esiste una Film Commission che funziona, e dovrebbe darci un grosso aiuto per la parte logistica, ma mancano i supporti per la produzione, a cominciare dalle attrezzature, e le professionalità non vengono valorizzate. Così  è più facile rivolgersi all’esterno, che so, per trovare un direttore della fotografia, e questo incide sui costi, e contemporaneamente riduce le ricadute sul territorio in termini di occupazione. E malgrado la “nouvelle vague” dei registi sardi, non c’è (ancora) una sensibilità diffusa e un’attenzione verso il cinema nella promozione anche turistica, oltre che culturale ed economica dei luoghi. Eppure un film come “La fontana di Morù” aveva come protagonista, insieme ai personaggi nella loro coralità, proprio il paese di Tonara visto con gli occhi dei bambini, in una narrazione fortemente simbolica ma con le sue case, le strade, i paesaggi.
 
Il set di ''A morte''I finanziamenti sono spesso una nota dolente, non è facile trovare risorse per i giovani talenti. E il cinema, anche indipendente ha i suoi costi.
Infatti, più di quel che normalmente si pensa. Anche solo dar da mangiare e far dormire le persone che partecipano alla produzione, per non parlare delle tante spese vive da affrontare quotidianamente. E la postproduzione. Noi ci siamo rivolti alla rete, con un sito internet e un gruppo su "Facebook": ci sono già circa 300 sostenitori per “A Morte!!!”, e l’ideale sarebbe di arrivare almeno a 3mila. Mettendo 10 euro, anche quotandosi in più persone, si riceverà una copia in DVD di “Morù” e, quando sarà finito, anche quella del nuovo film.
 
In anteprima.
Diciamo di sì.
 
Il set di ''A morte''E ora siete pronti per il ciak. L’isola sarà presente anche nel nuovo film?
Lo scenario sarà ancora una volta la Sardegna. Gireremo dal 20 agosto al 12 settembre tra Cagliari, da Castello a Monte Claro, e Montevecchio, Tonara e Tertenia, pensavamo anche a Villasimius e Buggerru, e altre locations, con un’appendice a febbraio a Mamoiada per il Carnevale. E ci sono i “Mamuthones”, che appariranno all’inizio e alla fine in una composizione circolare; avevo già inserito l’“Accabbadora” in “Morù”, e anche qui ritornano queste figure ancestrali, che assumono un significato emblematico, e pregnante nella storia.
 
Qual è la trama di “A Morte!!!”?
E’ il racconto di un gesto apparentemente folle, e “superomistico”: il duplice rapimento che il protagonista, Marco, un giovane laureato, mette in atto, ispirandosi al "Raskolnikov" dostoevskiano, contro due rappresentanti del mondo cinico ed egoista che lo circonda. I due prigionieri, un professore universitario e un politico, verranno portati presso una vecchia miniera abbandonata, e qui, in spazi all’aperto, sottoposti a incalzanti e singolari interrogatori, su temi disparati, da Pericle a Tangentopoli, dal cursus honorum a Cirino Pomicino, dai mali della scuola a quelli della politica italiana.
 
Il set di ''A morte''L’idea è nata davanti alla degenerazione della società, il risultato della corruzione e dell’indifferenza degli ultimi 30 anni, con una domanda: com’è possibile che nessuno dei tanti giovani intelligenti e colti, preparati e condannati a un’esistenza da precari, si ribelli davanti a questo scempio? Ed ecco, nel film descrivo proprio questo, una rivolta contro un sistema chiuso, che uccide il futuro condannando i giovani a restare ai margini, in nome di vecchi interessi di casta.
All’elemento realistico si mescola quello simbolico, ed è proprio in questo difficile equilibrio la sfida vera del film. Ci sono temi ricorrenti come, oltre alle maschere dei “Mamuthones”, i clown: il protagonista, che studia per la seconda laurea dopo una fallimentare esperienza in un call center, si mantiene facendo l’animatore di feste per bambini, e da clowns si travestiranno gli studenti per manifestare il loro dissenso contro il docente. E un re, incarnazione del male assoluto, che avrà volto e voce di Tino Petilli: è una figura già evocata ne “La fontana di Morù”, ma qui acquista un carattere totalmente negativo, privo di qualsiasi scrupolo morale.
 
Il set di ''A morte''Un nodo epico-drammatico, ma con un pizzico di leggerezza: a smorzare i toni del conflitto sarà Occhialino, corteggiatore di papere e rapper improvvisato, e non mancherà una tenera storia d’amore per il protagonista. Un cast di attori professionisti, da Manrico Gammarota a Giovanni Carroni, lo stesso Petilli e Gaetano Marino, e il giovane protagonista Marco Biscardi. E una trama complessa, costruita su diversi piani e registri, per un progetto che ha avuto una gestazione di due anni.
 
Progetti futuri?
Non vorrei sembrare troppo ambizioso, devo ancora di iniziare le riprese. Però certo vorrei presentare “A Morte!!!” ai festival. Magari a Cannes.
 
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