Percorso

Pasticciaccio Film commission

Intervista a Luca Melis, titolare della "Karel" società di produzione televisiva che da mesi attende una risposta: perché la Regione ha affidato alla ArteVideo di Benoni l'appalto di alcuni servizi  della Film Commission? Misteri della nuova legge sul cinema in Sardegna. di Enrica Anedda

 Qui non c’entra la destra o la sinistra. Il bello del bipolarismo sta nella forza critica dell’opposizione che si fa dovere di informazione e servizio per il cittadino.

Cinemecum, all’interno di questa dialettica, senza stare da nessuna parte politica, vuole capire le verità per essere una voce libera nel piccolo/ grande mondo del cinema, pertanto non può esimersi dall’informare su quanto è accaduto e sta accadendo negli uffici della Regione Sardegna. Ripercorriamo, dunque, alcune tappe della storia della Film Commission Sardegna.

Il 6 gennaio 2002 L’Unione Sarda pubblicò la lettera inviata da un gruppo di registi sardi al presidente della Regione Sarda, Mauro Pili, con il titolo "La parola cinema esiste". In sostanza i registi chiedevano alle istituzioni maggiore attenzione per il cinema, in quanto possibile strumento di crescita economica e turistica per la Sardegna.

L’Onorevole Pili e la sua giunta non risposero all’appello al quale, invece, nel frattempo, si associarono altri professionisti del piccolo mondo sardo del cinema. Si susseguirono varie riunioni in cui furono formati gruppi di lavoro per predisporre una bozza di legge sul cinema da proporre ai rappresentanti politici. Con il tempo, tuttavia, si creò una frattura: i registi formarono un gruppo autonomo mentre tutti gli altri soggetti, fra cui la Cineteca Sarda, si costituirono in "coordinamento cinema" ed elessero Marco Benoni, titolare della società Arte Video scrl, come proprio rappresentante.

Sotto la giunta Soru, la prof. Cerina, consigliere di Progetto Sardegna, con l’aiuto di vari esperti del settore - fra i quali appunto Marco Benoni, in qualità di portavoce del Coordinamento e di imprenditore, predispose una proposta di legge che dopo numerose modifiche e una clamorosa bocciatura in Consiglio nel dicembre 2005, è stata finalmente approvata il 15 settembre 2006.
 
Fra le questioni più dibattute dalla legge vi è stata quella relativa al servizio di Film Commission che alcuni - in palese contrasto con quanto avviene nel resto d’Italia - pretendevano venisse affidato a soggetti privati con fini di lucro operanti nel settore.

Oggi, grazie al contributo della opposizione, la legge all'articolo 2 prevede quanto segue: "La Sardegna Film Commission è gestita da un organismo associativo senza fini di lucro cui partecipano la Regione, come socio di maggioranza, gli enti locali ed altri soggetti pubblici e privati senza fini di lucro. La direzione della Sardegna Film Commission è affidata con procedura ed evidenza pubblica ad una figura di ampia e documentata esperienza nel campo cinematografico che non abbia interessi diretti o concorrenziali nei confronti dell’attività dello stesso organismo".

Orbene, a seguito di un bando pubblicato ai primi di settembre del 2006, in data 20 novembre 2006 (dunque circa due mesi prima dell’approvazione della legge) è stato aggiudicato l’appalto dei servizi della Film Commission alla società ArteVideo scrl di Marco Benoni per un importo di 87.500,00 euro per un anno, rinnovabile.

In sostanza la gara è stata aggiudicata ad una società privata, nonostante la legge approvata dopo poco tempo, prevedesse, così come correttamente deve essere, che la Film Commission poteva e può essere affidata solo ad associazioni senza fini di lucro che non abbiano interessi concorrenziali con il servizio pubblico.

Per dovere di cronaca è bene precisare che la società di Benoni fa parte del consorzio Sardinia Media Factory che fa parte della cordata di imprese Equinox a cui, insieme alla Saatchi & Saatchi , è stato affidato l’appalto pubblicitario della Regione del quale tanto si discute in questi giorni. La stessa Are Video ha curato per Progetto Sardegna, l’ultima campagna elettorale e il signor Benoni fa tutt’ora parte della Consulta Cultura della Margherita. Ma soprattutto la Sardinia Media Factory, compare nel POR SARDEGNA 2000-2006, fra i gruppi proponenti progetti per la realizzazione di centri di produzione multimediali, laboratori, etc... nell’ambito di un programma regionale multimediale per il quale sono previsti investimenti per euro 73.285.706(oltre 73 milioni di euro) e che dovrebbe avere come sede l'area della Ex Manifattura Tabacchi che viene indicata come "Fabbrica delle arti e della creatività".

Luca Melis titolare di "Karel"; una società che realizza produzioni televisive e audiovisivi in genere, ha inviato una lettera all’Assessore alla Cultura della Regione Sardegna per chiedere l’annullamento del bando che affidando ad Arte Video la gestione della Film Commission contravviene al dettato della legge regionale.

Perché avete inviato la lettera all’assessore?
Perché siamo convinti che l’assegnazione del bando a Arte Video comporti un forte conflitto di interessi con il ruolo pubblico che dovrebbe avere la film commission. Arte Video è una società che, come la nostra, realizza produzioni televisive a fine di lucro e vende servizi alle produzioni: location manager etc. etc. Dunque Arte Video sarebbe in conflitto di interessi con le altre società e con la stessa Film Commission con conseguenze disastrose per il mercato.
Vi sono inoltre altri profili per i quali l’assegnazione del bando è estremamente dannosa, relativi alla violazione della privacy con riferimento alla gestione del database dei fornitori e al monitoraggio delle risorse locali. Praticamente Arte Video controllerebbe le offerte e le attività di tutte le imprese e società concorrenti. Inoltre la Film Commission ha come incarico anche quello di ricercare aziende private affinchè promuovano il cinema sardo (product placement) con ovvi e grandi vantaggi per Arte Video che da una posizione pubblica controllerebbe tutto il sistema della promozione pubblicitaria nel settore degli audiovisivi. A questo punto tutte le società di produzione anche sarde, noi compresi, dovrebbero rivolgersi ad Arte Video per ottenere tutte le agevolazioni, assistenza e servizi tipici della Film Commission. Una situazione assurda.

Cosa vi ha risposto l’assessore?
Non lo abbiamo sentito, secondo alcune voci pare che sta predisponendo una risposta che però non è ancora arrivata, la nostra lettera è del 15 gennaio.

Ma come mai secondo Voi, nonostante il dettato della legge - che prevede l’affidamento della Film Commission a una associazione senza fini di lucro e non in conflitto di interesse - il servizio è stato affidato ad una società privata ArteVideo?
Ufficialmente mi è stato detto che altrimenti si correva il rischio di perdere i fondi già destinati in bilancio alla Film Commission e stanziati con una delibera del 2004. E che si è preferito affidarla  a esperti del settore.

Vi risulta che Arte Video sia esperta nel campo delle Film Commission?
A me risulta che sia una casa di produzione, dunque: una società privata con fini di lucro.
 
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