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L'addio al cinema di Ermanno Olmi

 

L'addio al cinema di Ermanno Olmi
Il regista bergamasco confessa: "Stop ai film, mi dedicherò ai documentari per conoscere la realtà”. E nelle sale esce il suo "Cento Chiodi". di Maria Elena Tiragallo

“Voglio andare da uomo comune tra uomini comuni”. Con queste parole Ermanno Olmi dice addio al cinema di narrazione, all’età di 76 anni, per dedicarsi al genere dei documentari.

L'addio al cinema di Ermanno Olmi
Il regista bergamasco confessa: "Stop ai film, mi dedicherò ai documentari per conoscere la realtà”. E nelle sale esce il suo "Cento Chiodi". di Maria Elena Tiragallo

“Voglio andare da uomo comune tra uomini comuni”. Con queste parole Ermanno Olmi dice addio al cinema di narrazione, all’età di 76 anni, per dedicarsi al genere dei documentari. “E’ stata - ha detto il regista bergamasco - una decisione molto difficile da prendere. Ma come Tolstoj, a un certo punto, si deve dire basta. Il documentario mi porta tra la gente, sono convinto che si impara di più andando in giro che non a scuola, e io ci sono andato poco. Mi darò ai documentari per indagare e conoscere il sentimento della realtà”.

Il 30 marzo esce in cento sale italiane il suo ultimo lavoro dal titolo emblematico, Centochiodi. Nella pellicola, Raz Degan interpreta un professore di filosofia e storia della religione  che decide di cambiare vita. Farà l’eremita sulle rive del Po, dove stringe rapporti con gli umili e semplici abitanti del luogo.

"Dove trovo un pensiero che dilata la conoscenza di me stesso e del mondo, lo sottoscrivo - ha commentato il maestro. La decisione di smettere coi film è stata sofferta e difficile. “A 76 anni si vogliono fare produzioni costose ma il cinema è anche un’industria - ha dichiarato - Per me è uno scrupolo ridare al Ministero i soldi che ti finanzia”.

Prima ancora di lasciare ufficialmente il grande schermo, Ermanno Olmi, ha già in cantiere due nuove opere. “Il documentario è una forma di comunicazione che scopre la realtà. Ne sto già girando due: il primo sulla trasformazione di Sesto San Giovanni in luogo abitativo, un progetto di Renzo Piano molto bello. L’altro è Terramare, legato al movimento mondiale dei contadini. Al mio pubblico voglio far capire soprattutto una cosa: che non l’ho mai fregato, perché non mi interessa il prodotto, ma avviare un brivido di emozione che ci fa essere amici”.
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