Percorso

Peplum superstar

Tornano in auge i film d'azione ambientati in contesti biblici o mitologici. Il caso emblematico di "Scontro tra titani" che negli States nelle due settimane dopo Pasqua ha incassato qualcosa come 234,3 milioni di dollari. In arrivo anche “Agorà” interpretato dalla bella Rachel Weiszda.  di Francesco Bellu

''Scontro tra Titani''Dei dell’Olimpo con figli e figliastri, filosofe d’assalto e paladini leggendari senza macchia. Che indossino gonnellini e sandali poco importa, per Hollywood sono sempre super eroi. Il fatto poi che le loro storie siano ambientate nel passato più remoto è addirittura un valore aggiunto che le rende “irresistibili”. Altrimenti come spiegare il boom al botteghino di “Scontro tra titani” e le discussioni accese intorno ad “Agorà”?

Il genere dei “sandalone” o “peplum”, a dieci anni dell’azzardo de “Il gladiatore”, risorto grazie alla premiata ditta Ridley Scott-Russell Crowe, sembra aver recuperato i favori del pubblico dopo i fasti della Hollywood sul Tevere degli anni Cinquanta-Sessanta. Quella di “Quo Vadis”, “Ben Hur” e i vari b movie su Ercole e Maciste di Francisci e Boccia per intenderci.
 
''Quo Vadis''Il caso di “Scontro tra titani” è da questo punto di vista emblematico: fa soldi a palate (61 milioni di dollari solo negli Usa durante il week end di Pasqua e un totale di 234,3 milioni di dollari racimolati nelle due settimane successive) ma viene disintegrato dalla stampa anche se con alcuni eccezioni di non poco conto come ad esempio Roger Erbert e per l’Italia Lietta Tornabuoni su “L’Espresso”. La storia è quella di Perseo, che ha la faccia da bravo ragazzo di Sam Worthington (sì lui quello di “Avatar”), ed è addirittura un remake di un film del 1981, “Scontro di titani”, diventato un cult per via degli effetti speciali in “stop-motion” del grande Ray Harryhausen, di cui riprende buona parte della storia con alcune varianti. Tra le tante, la storia d’amore, praticamente inesistente e l’arrivo di Io, che da ragazza concupita da quel marpione di Zeus e trasformata in mucca, finisce per fare da guida al nostro Perseo. Il resto lo fanno gli effetti speciali digitali e un 3d posticcio per incrementare le casse. “Avatar” docet.

'' Agora' ''Più  raffinato è invece “Agorà” che dopo mesi di attesa arriva in Italia con un codazzo di polemiche niente male. La storia della astronoma Ipazia (Rachel Weisz), uccisa dai cristiani fomentati da Cirillo, vescovo di Alessandria d’Egitto durante la fine dell’ Impero Romano è di quelle che dividono. Perché i cristiani nel film ammazzano e stuprano nel nome di Dio, bruciano la famosa biblioteca e visto che c’erano scannano anche gli ebrei presenti in città. Insomma un pogrom. Un fatto comunque tutt’altro che inventato, ma documentato dalle fonti dell’epoca. Dopo la bufera della pedofilia il Vaticano potrebbe avere insomma altre grane. Il vescovo Cirillo che dà il via alle violenze non solo è stato dichiarato santo e dottore della Chiesa ma è molto apprezzato da Benedetto XVI. Per il botteghino è una manna. In attesa di "Giasone e gli Argonauti" firmati da Tarsem, quello di “The Cell”.
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