Siddi Fausto

Nome e Cognome: Alberto Fausto Siddi
Nome d'arte: Fausto Siddi
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Nazionalità Italiana
Luogo e data di nascita Villamar (Ca) 08. 02. 1961
Agenzia Cao-Morandi-Minutillo Turtur (Roma)
BREVE BIOGRAFIA PROFESSIONALE
La sua carriera artistica inizia nel 1981 a Cagliari con il regista Gianfranco Angei con cui fonda il Teatro Actores Alidos e collabora stabilmente fino al ’90 partecipando attivamente a tutte le produzioni e attività del gruppo. Sotto la sua guida, studia l'arte dell'attore corporeo, apprendendo nella pratica quotidiana le tecniche del teatro di ricerca e sperimentazione (ispirate alle metodologie di J.Grotowsky e E.Barba).
Fondamentali, per il perfezionamento della sua formazione, le esperienze con il mimo corporeo Yves Lebreton, con l’attore e regista Rino Sudano, con l’attore Jean Paul Denizon, con il regista Angelo Savelli e ultimamente con il maestro Jurij Alschitz.
Ha preso parte, come attore (quasi sempre da protagonista), a più di trenta produzioni teatrali, collaborando con quasi tutte le sigle teatrali isolane e per tre anni con la Compagnia Pupi e Fresedde di Firenze.
Il 1997 è il suo anno di svolta: viene scelto da Gianfranco Cabiddu come protagonista de IL FIGLIO DI BAKUNIN, vince il premio Sacher (Nanni Moretti) come migliore attore per il cortometraggio di Salvatore Mereu “Prima della fucilazione” e fonda (insieme agli attori Elio Turno Arthemalle e Monica Zuncheddu e al sociologo Marco Zurru), l’associazione “riverrun” con cui muove i primi passi anche come regista, autore e organizzatore culturale.
Nel 2006 lo troviamo nei panni del Brigadiere Gasco nella fiction RAI1 “L’ultima frontiera” e nel ruolo di Don Maxia nel giallo “Disegno di sangue” RAI2.
Da sempre impegnato anche nella formazione artistica dell’attore e nella promozione della cultura teatrale presso scuole, università, enti pubblici e privati (ha voluto e diretto per tre anni la Scuola per Attori dell’associazione “riverrun”), insegna recitazione presso il Centro Culturale “riverrunTeatro” proponendo una personale metodologia pedagogica in cui l’attore è visto come autore autonomo del proprio ruolo, tramite fondamentale, pari livello al regista, tra l’opera drammatica e lo spettatore.