Percorso

La stoffa di Cabiddu

Il regista sardo ha ricevuto il finanziamento dal Ministero dei Beni culturali per produrre il suo nuovo film ispirato a Eduardo De Filippo. Denari in arrivo anche per Mereu, Olmi e Montaldo. Cabiddu: "Ora c'è da lavorare sodo". di Francesco Bellu 
 
William ShakespeareEduardo, Shakespeare e un’isola di una bellezza sconvolgente trasformata in un triste luogo di pena. Il nuovo film che Gianfranco Cabiddu insegue da dieci anni è, in qualche maniera, un modo di ripercorrere la sua carriera di regista. Perché ha lavorato per cinque in teatro con il grande Eduardo De Filippo e proprio con lui ha portato in scena una versione in napoletano antico de “La tempesta” di Shakespeare.
Questo sogno sta per concretizzarsi in un film chiamato guarda caso “La stoffa dei sogni”, che ha ricevuto, pochi giorni fa, il finanziamento da parte del Ministero dei Beni Culturali. Insieme a Cabiddu hanno ricevuto il contributo autori del calibro di Ermanno Olmi, Giuliano Montaldo e il regista israeliano Amos Gitai. Altro regista sardo nell’elenco è Salvatore Mereu con il suo “Bellas Mariposas”, tratto dall’omonimo romanzo di Sergio Atzeni.
 
Edoardo De FilippoIl film racconta la storia di una modesta compagnia di attori che naufraga insieme a dei pericolosi camorristi in un’isola carcere lontana, in mezzo al mare. Siamo nel primo dopoguerra, l’antenna radiosi è rotta e le comunicazioni con la terraferma sono perciò  inesistenti. Una bella rogna per il direttore del carcere che deve cercare di distinguere i camorristi dai teatranti. A tenere le fila della vicenda e a fare da sfondo a una storia imprevedibile c’è la preparazione e la messa in scena di un dramma di Shakespeare: “La tempesta”. Il gioco narrativo si ingarbuglia volutamente tra ciò che è vero e ciò che è finzione.
Alla base de “La stoffa dei sogni” c’è una delle opere più “teoriche” di De Filippo, “L’arte della commedia”, dove il grande attore napoletano si interroga sul ruolo dell’attore e dell’arte del simulare sul palcoscenico, inteso come mestiere vero e non un passatempo. Un vero è proprio manifesto da parte degli attori contro la classeborghese che censura ideologicamente e materialmente i contenuti di verità che gli artisti vorrebbero esprimere.
 
Gianfranco CabidduE poi c’è ovviamente quel caleidoscopio che è “La tempesta” shakespeariana con Calibano e il mago Prospero, il valore del perdono, il riscatto, il peso della colpa. Intrecciare e far incontrare De Filippo con Shakespeare all’Asinara è un’ impresa da brivido ma per Cabiddu è possibile: «I testi delle due commedie, pur così diversi, hanno parecchio in comune e c’è molto. Sul piano pratico tutto ciò adesso si concretizza in una sola parola per Cabiddu: darsi una mossa e partire: «Ora  devo lavorare sodo – ha dichiarato, soddisfatto– la storia è complessa. Ci sono da trovare gli attori, fare nuovi sopralluoghi per le location. So che questo film mi renderà la vita difficile. Ma è una sfida che voglio fare».
 
6 ottobre 2010 
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