Percorso

Namaste, quando la passione non basta

Al Namaste spazio alle pellicole italiane con la rassegna d’autunno. “Il cinema  è condivisione. Vogliamo educare il nostro pubblico, ma la situazione è davvero critica”. Parola di Nelli Medagliani. di Maria Elena Tiragallo

 
 
“Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo”. E’ la celebre frase di Robin Williams in “L’Attimo fuggente” scelta dal Cineclub Namaste per presentare  “Visioni italiane” la rassegna cinematografica d’autunno iniziata il 23 ottobre e in programma sino al 28 novembre  nella sede di via Ospedale. Un ciclo di proiezioni, sei film in cartellone,  con i colori del tricolore.
“Abbiamo voluto privilegiare solo il cinema italiano, gli attori, i registi del nostro cinema  contro quello americano. Una sorta di spazio al nostro cinema di qualità, non possiamo essere massacrati da  quello americano, non facciamo cose stellari, siamo artigiani, ma ci crediamo, ci mettiamo passione”, racconta Nelli Medagliani, presidente del Namaste. 
 
''Matrimoni ed altri disastri''Così tutti i fine settimana sono garantiti con proiezioni del grande cinema nazionale con un appuntamento singolo, il sabato sera, alle 21, mentre si raddoppia la domenica sera, alle 18 e alle 21, come vuole la tradizione del cineclub di via Ospedale. Ad inaugurare le proiezioni è stato lo scorso week end il film “Matrimoni ed altri disastri” di N. Di Majo,  il prossimo fine settimana toccherà al  film “La fisica dell’acqua” di F. Farina mentre il 6 e il 7 novembre tocca a “Basilicata coast to coast” del regista Papaleo. Ancora tanta Italia anche la settimana successiva con la pellicola del regista Daniele Lucchetti “La nostra vita” mentre il 20 e il 21 novembre sarà proiettato“Mine vaganti” di Ferzan  Ozpetek. A chiudere la rassegna, il 27 e il 28 novembre, la pellicola “Alza la testa” di Alessandro Angelici.  (Costo del tagliando d’ingresso è 4 euro,  ridotto 2 euro).  “Vogliamo educare un pubblico, per noi il cinema è passione, è condivisione, scambiarsi opinioni. I nostri sono tutti spettatori d’essai con situazioni diverse rispetto al Cinema Odissea o al Greenwich. Siamo  volontari, ma il nostro cinema dovrebbe essere sostenuto da tutti, i costi non ci permettono  eventi spettacolari, ma di alta qualità.
 
''Alza la testa''Sono 15 anni che siamo sulla piazza di Cagliari  e abbiamo la stima del nostro pubblico, anche del nostro distributore  che ci aiuta contenendo i costi”, ha proseguito Medagliani.  Certo non aiuta la batosta dei contributi, divenuti via via più esigui. “Non mi è mai venuta l’idea di chiudere il cineclub, nonostante la mancanza dei  fondi. Il Comune  ci dava, nel passato, tre mila euro, ora è sceso a mille euro, quasi un’offesa al cineclub. Se prepari una rassegna e alzi la saracinesca mille euro li hai già spesi solo nel materiale pubblicitario. Abbiamo occhi solo per piangere, ma non importa, andiamo avanti, con grande passione”, ha spiegato la presidente.  Alla domanda su quale sia il ruolo di padre Piras all’interno del cineclub, la Medagliani non ha dubbi: “Lui è il socio fondatore, il cardine. Prima di essere a Cagliari era a Torino dove curava già dei cineforum, arrivato poi a Cagliari ha  portato con se l’idea. Ora ha 96 anni e per noi è ancora il fondamento del progetto”. 
 
 
27 ottobre 2010 
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