Cinema e ricerca: il prof. Gessa racconta la sua decima musa
Questa settimana pubblichiamo la video intervista completa a Gianluigi Gessa, lo scenziato che tutto il mondo ci invidia. I suoi gusti cinematografici personali, gli attori e i titoli preferiti. Raccontati con inesauribile slancio. di Anna Brotzu
LE ULTIME PARTI DELLA VIDEO INTERVISTA.
Ricercatore di fama mondiale nel campo delle neuroscienze, in particolare sulle tossicodipendenze e sull'alcolismo, Gian Luigi Gessa, professore emerito dell'Università degli Studi di Cagliari è stato consigliere regionale e presidente della Commissione Cultura durante la Giunta Soru, proprio nel momento cruciale in cui ha visto la luce la Legge regionale n. 15 del 20 settembre 2006 contenente le “norme per lo sviluppo del cinema in Sardegna”.
Ma l'amore per il cinema dello scienziato – per breve tempo prestato alla politica con il motto “passione, etica, conoscenza” - sboccia prima, nella Cagliari anteguerra con l'immancabile Shirley Temple, per riaccendersi con l'affascinante “Ninotchka” interpretata da Greta Garbo, tra proiezioni “edulcorate” nella sala dei Gesuiti e seconde visioni in una città in cui la première di “Bernadette” poteva diventare un evento capace di incidere sul costume e sulle mode. “La dolce vita” di Fellini e una conturbante Anouk Aimée, i film dei Taviani, di Lizzani, o Pasolini, una cultura cinematografica “guidata” da critici come Aristarco e i più “trasgressivi” Don Camillo e Peppone, ma anche un film “della vita” (per il professore invitato a parlare di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e “My name is Joe” per la Settimana del Cervello): “Les enfants du paradis” di Marcel Carné.
Ma l'amore per il cinema dello scienziato – per breve tempo prestato alla politica con il motto “passione, etica, conoscenza” - sboccia prima, nella Cagliari anteguerra con l'immancabile Shirley Temple, per riaccendersi con l'affascinante “Ninotchka” interpretata da Greta Garbo, tra proiezioni “edulcorate” nella sala dei Gesuiti e seconde visioni in una città in cui la première di “Bernadette” poteva diventare un evento capace di incidere sul costume e sulle mode. “La dolce vita” di Fellini e una conturbante Anouk Aimée, i film dei Taviani, di Lizzani, o Pasolini, una cultura cinematografica “guidata” da critici come Aristarco e i più “trasgressivi” Don Camillo e Peppone, ma anche un film “della vita” (per il professore invitato a parlare di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e “My name is Joe” per la Settimana del Cervello): “Les enfants du paradis” di Marcel Carné.
Vedi anche le video interviste all'Avv. Mariano Delogu, all'Avv. Giovanna Crespellani e a Padre Piras
PARTE 1
PARTE 2
PARTE 3
PARTE 4
PARTE 5
24 novembre 2010