Percorso

Metti una sera con Mereghetti

Il noto critico cinematografico a Cagliari grazie alla rassegna “Cinema e politica in Italia 1965-1981” in scena dal  7 dicembre nelle sale dell’Odissea. E martedì scorso, a dissertare di cinema, politica e misteri c’era anche la  sua penna arguta. di Alessandra Manconi

Paolo MereghettiSCARICA IL PROGRAMMA

"Cinema e politica in Italia 1965-1981” ha aperto i battenti martedì  7 dicembre, nelle sale dell' "Odissea",  con “Le profezie cinematografiche di Sciascia” a cura di Gianni Olla, con successiva  proiezione del film “Todo Modo”, di Elio Petri, tratto dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia.

Nella serata del 14 dicembre, il binomio Sciascia-Petri si è riaffacciato nella sala cagliaritana. “Sciascia: sceneggiatore dei misteri italiani” è il tema della serata ed il film proiettato è “A ciascuno il suo” ( 1967). A presentarlo, in compagnia del Professor Bruni David,  il critico cinematografico de “Il Corriere della sera” Paolo Mereghetti. “A ciascuno il suo” viene definito da Mereghetti come rappresentazione del fallimento del centro sinistra dell’epoca.  Mette a fuoco due temi importanti quali il tradimento e l’omicidio.

Leonardo Sciascia“Quando il romanzo è ancora in bozza viene offerto a Petri al quale interessava soprattutto il rapporto ambiguo con la figura della vedova”.  Il rapporto in questione  è quello tra il Professor Laurana, Gian Maria Volontè,  che porta avanti l’inchiesta cardine del film, e “la vedova”, interpretata da Irene Papas. Dunque, l’opera viene utilizzata da Petri per raccontare sia l’immaturità sensuale che quella  politica. E si assiste anche a quello che sarà l’inizio dell’interessante  sodalizio artistico tra Petri e Volontè. “Pirro ricorda che ci son state litigate epocali tra Petri e  Volontè, ma era il modo di Volontè di sfidare il regista… se il rapporto con Petri fosse stato così drammatico non avrebbero fatto altri film”, spiega Mereghetti. “Sciascia non vedeva nel film la sua Sicilia. Rivedendo il film mi sembra un’accusa un po’ ingiusta". Quante stelline per “A ciascuno il suo” nel “Mereghetti”?  gli domanda il pubblico curioso. 

 Elio Petri“Tre” è la risposta, perché secondo lui “regge la prova del tempo”.  La serata si conclude con la presentazione dell’edizione 2011 del celebre dizionario, che da quest’anno avrà valenza triennale. Una decina di film a settimana, ad eccezione dell’abbuffata durante i festival, di validi collaboratori di cui potersi fidare, ai quali talvolta delegare la capacità di cambiare il proprio giudizio, e il “vivere una vita piena”, con moglie, figli e quant’altro, paiono essere gli  ingredienti della ricetta che porta al successo del dizionario. “Non è la Bibbia. Io sono solo una persona che si mette in gioco dicendo quello che pensa sui film”. Frase rassicurante, in un momento storico di venditori di fumo, di critici del nulla. Tanto da far risvegliare lo spettatore che è dentro di noi, quello stordito, assopito. Tanto da far  venir voglia di porsi, di fronte ad uno schermo, a guardare,  ad ascoltare, ad imparare, a sbagliare.

15 dicembre 2010

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