Percorso

Dentro al mondo di Kurosawa

Nel centenario del grande maestro nipponico, Leone d'Oro negli anni '50 con un indimenticabile "Rashomon", la Cineteca di Cagliari ospita una rassegna ricca di titoli, incontri, appuntamenti. Fino al 10 febbraio. di Elisabetta Randaccio
 
Akira KurosawaQuando, nel 1950, alla Mostra del Cinema di Venezia vinse il Leone d'oro “Rashomon” di Akira Kurosawa, il mondo occidentale riscoprì l'amore per i film giapponesi e quell'opera diventò, come capitò per gli italiani nel momento della distribuzione internazionale di “Roma città aperta” (1945) di Roberto Rossellini, il mezzo per la definitiva riconciliazione con un paese misterioso, nemico, chiuso, come lo era stato durante la terribile seconda guerra mondiale, che aveva prodotto stereotipi superficiali su una cultura assai raffinata e complessa.
Da quella vittoria festivaliera, il mercato del grande schermo si aprì alle pellicole giapponesi e, in generale, all'oriente, producendo, di conseguenza, influenze e contaminazioni tra registi e artisti  europei, statunitensi e nipponici. Il Leone meritatissimo per “Rashomon” (appassionante vicenda “pirandelliana” di stupro e omicidio, dove tutti i protagonisti - persino il morto – danno una versione diversa dei fatti e di cui fu realizzato anni dopo il remake western, 1964, firmato da Martin Ritt con Paul Newman, da riscoprire...) salvò Kurosawa da una delle sue frequenti depressioni (anni dopo tentò persino il suicidio) e gli fece dire: “Il trionfo veneziano di “Rashomon” fu l'evento provvidenziale che ha cambiato la mia vita, consentendomi di riprendere fiato e continuare per la mia strada”, un percorso che durerà ancora per tanto tempo sino alla sua morte avvenuta nel 1998.
 
''Rashomon''Il 2010 è stato l'anno del centenario del grande regista nipponico e, con un'anticipazione il 17 dicembre scorso, la Cineteca sarda-Società Umanitaria con il supporto del Comune di Cagliari e del Servizio Audiovisivi Provinciale-Biblioteca Provinciale, gli dedica una rassegna esemplificativa delle suo opere maggiormente importanti, che andrà avanti per tutto il mese di gennaio fino al 10 febbraio prossimo con la proiezione di un capolavoro assoluto come “Sogni” (1990), prodotto da Steven Spielberg e interpretato, in uno degli episodi più “magici”, da Martin Scorsese nelle vesti di Vincent Van Gogh. Akira Kurosawa è stato un artista straordinario e popolare, ha attraversato vari generi e ha spaziato dalla contemporaneità al film storico e ricco di azione. Se è vero che i remake delle sue pellicole sono stati un po' svuotati da alcuni contenuti specificatamente legati alla sua estetica, è ormai appurato come Sergio Leone si ispirò platealmente alla “Sfida del samurai” (1961, presente nella rassegna della Cineteca) per il suo mitico “Per un pugno di dollari” (1964), il quale addirittura causò una diatriba legale risolta in favore di Kurosawa, che ricevette i diritti economici del film di Leone in Giappone, così  “I magnifici sette” di John Sturges è tratto, come tutti i suoi vari sequel, prequel etc., dallo splendido “I sette samurai” (ma all'ultimo Festival di Venezia  ne abbiamo pure visto una contaminazione-rivisitazione molto bella in “13 assassini” di Miike Takashi), Kurosawa è stato capace di firmare anche alcuni capolavori mai distribuiti nel nostro paese.
 
''I sette samurai''Si consiglia di non perdere, all'interno della rassegna, “L'idiota” (1950) tratto da Dostojevskij, forse la trascrizione (attualizzata) più vicina alla sensibilità dello scrittore russo con le interpretazioni eccezionali di Toshiro Mifune (l'attore feticcio del regista giapponese, che, proprio dalla notorietà delle opere di Kurosawa, lavorò in molte pellicole “occidentali”), Masayuki Mori e Setsuko Hara. A sottolineare la capacità di Kurosawa a far convivere l'autoriale con l'opera di genere, in un suo testo del 2009, il critico cinematografico Steven Jay Schneider inserisce nei 101 film di gangster più  belli e rimasti nell'immaginario dello spettatore, anche “L'angelo ubriaco”, realizzato dal regista nipponico nel 1948, in cui, pur sottolineando un contesto degradato  e  un personaggio contraddittorio,  “prende il bisturi e seziona la yakuza”. Inoltre, durante la manifestazione, non mancheranno gli approfondimenti di esperti e critici come, tra gli altri, Dario Tomasi, Roberta Novielli, Antonello Zanda, Luigi Cabras, che ci guideranno alla riflessione su un mondo complesso e affascinante di un costruttore di storie per le immagini - sempre curate, sempre perfette dal bianco e nero degli esordi alla stupefacente tavolozza pittorica delle ultime realizzazioni – bipolare nella vita e nelle sue opere.
 
PROGRAMMA:

 
Venerdì 17 dicembre 2010
h. 19  incontro con Gianni Olla: Il cinema del primo Kurosawa
h. 20.30 Non rimpiango la mia giovinezza (1946, 110')
 
Martedì 11 gennaio 2011
h. 19 incontro con Dario Tomasi: Anni difficili: Akira Kurosawa e il cinema giapponese del secondo dopoguerra
h. 20.30 Cane randagio (1949, 122')
 
Giovedì 13 gennaio 2011
h. 20.30 L'idiota (1951, 166')
 
Martedì 18 gennaio 2011
h. 19 incontro con Roberta Novielli: Il cinema di Kurosawa, ponte tra Oriente e Occidente
h. 20.30 Il trono di sangue (1957, 110')
 
Giovedì 20 gennaio 2011

h. 19 Scandalo (1950, 104')
introduzione di Antonello Zanda
h. 21 I bassifondi (1957, 124')
                                 
Mercoledì 26 gennaio 2011
h. 19 David Bruni: Il cinema dopo Rashomon
h. 20.30 Rashomon (1950, 84‚)
 
Giovedì 27 gennaio 2011
h. 19   La sfida del samurai (1961, 110')
introduzione di Luigi Cabras
h. 21  Sanjuro (1962, 95')
 
Martedì 1 febbraio 2011
h. 20.30 Dodes‚ka-den (1970, 141')
 
Giovedì 3 febbraio 2011
h. 20.30 Dersu Uzala (1975, 128')
 
Martedì 8 febbraio 2011
h. 20.30 Ran (1985, 161')
 
Giovedì 10 febbraio 2011
h. 20.30 Sogni (1990, 120')
introduzione di Elisabetta Randaccio

12 gennaio 2011
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