Percorso

"Zalone? Un fenomeno mediatico"

I Lapola, alle prese col nuovo programma, all'attacco del film campione d'incassi "Che bella giornata". "Checco è simpatico e fa ridere, ma quello per favore non chiamatelo cinema". L'intervista a Massimiliano Medda, inaspettato e raffinato conoscitore della settima arte. di Anna Brotzu

Lapola no costAttesa rentrée sul piccolo schermo con “Lapola no cost” per la compagnia cagliaritana che mette in scena con irresistibile vis comica figure e “figuri” dell'immaginario popolare tra sketches e gag, macchiette e invenzioni, frammenti di realtà e surreali apparizioni.

Tutti i lunedì dalle 21 in diretta dal Teatro Comunale di Elmas (in replica martedì alle 10.30) andrà in onda su Videolina il nuovo programma che in tempi di crisi offre la frizzante allegria e la leggerezza di un volo «a costo zero: basterà sedersi e guardarci» sottolinea Massimiliano Medda, con l'avvertenza che sarà un viaggio di sola andata: per il ritorno «si doppeisi arrangiai!».  Sull'onda lunga del successo dei “cinepanettoni” inevitabile chiedere agli specialisti del “risus sardonicus” che in equilibrio tra sa limba e l'italiano con le varie inflessioni, tic e coloriture hanno conquistato il pubblico dell'Isola un parere sui trionfi al botteghino di film come “Che bella giornata” di Checco Zalone.

''Che bella giornata'', Checco ZaloneLapidaria e inequivocabile la risposta di Massimiliano Medda: "Quello per me non è cinema: è un fenomeno mediatico, il perfetto risultato di un'operazione commerciale che sfrutta la notorietà televisiva. Senza togliere niente alla bravura di Checco Zalone, che è simpatico e fa ridere, ma è il meccanismo che ruota intorno al film a garantire il successo di un prodotto costruito a tavolino. Si sceglie un artista magari interessante, originale, che ha qualcosa da dire, anche perché se non è abbastanza bravo il gioco non funziona – far ridere non è facile – e lo si lancia, lo si sovraespone, con partecipazioni a programmi televisivi e radiofonici, con interviste sui giornali;  per un mese o due il protagonista compare dappertutto, si pubblicano anticipazioni e rumours per far nascere la curiosità in attesa dell'uscita del film. Poi si sfrutta al massimo il filone, e l'artista, in una serie di film: è un ciclo “consumistico” che si esaurisce in pochi anni. (E' già successo per Pieraccioni). Insomma, tecnicamente è cinema, ma non è vero cinema".

Massimo Torisi, ''Il postino''Ci sono anche successi meno annunciati.
Ricordo un attore, un comico come Massimo Troisi: il suo primo film, “Ricomincio da tre”, era uscito quasi in sordina, senza tutto quel battage pubblicitario, riuscendo comunque a conquistare il pubblico e la critica. E i suoi personaggi restano impressi nella memoria: quando un'opera vale gli spettatori se ne accorgono. Ma ci vuole una storia, un'idea. Altrimenti ci si accontenta di montare una gag dopo l'altra, come nei primi film di Aldo, Giovanni e Giacomo: divertenti, ma niente di più o di diverso dai loro spettacoli.

Il cinema quindi è una cosa “seria”.
Beh è un'arte, un linguaggio particolare, con una tradizione: non basta riprendere delle immagini e proiettarle sullo schermo per dire di aver fatto un film. Non è una polemica, o una critica e nemmeno un segreto: il film di Zalone è un'ottima operazione commerciale. Si prende un artista, lo si porta al massimo, se è bravo come Zalone tanto meglio, e si punta tutto sul personaggio, sulla simpatia e magari i tormentoni, i tic, il dialetto. Ha provato a fare un film anche Panariello, andato non benissimo, e così altri. Il successo non è garantito: non è facile trasferire in un film personaggi e situazioni che magari funzionano bene sulla scena o in tivvù: i tempi e i mezzi sono diversi, e anche le aspettative del pubblico. Il cinema è una cosa, il teatro un'altra, la televisione (dove in certi film tv e fiction recitano proprio tutti, anche cani e porci) un'altra ancora. (Sembra ovvio, eppure...)

''L'esplosivo piano di Bazil''C'è ancora spazio per la commedia?
E' anche una questione di gusti: io ho visto da poco “L'esplosivo piano di Bazil” di Jean-Pierre Jeunet, il regista di “Delicatessen” e “Il favoloso mondo di Amelie”; e penso soprattutto a film come “Il grande Lebowski”: per me quello è il cinema comico. Se si parla di comicità l'importante è far ridere, e non è semplicissimo, ma non basta.

E in Italia?
I comici italiani che secondo me si sono più avvicinati al cinema sono Ale e Franz. Anche “Benvenuti al Sud” con Claudio Bisio racconta una storia carina, affrontando luoghi comuni e pregiudizi. Si ride dei propri difetti....

E i Lapola? Dopo tanto teatro e tanta televisione, vi concederete alla decima musa?
L'idea non ci dispiacerebbe ma fare cinema sul serio è difficile e complicato – per non dire costoso - visto che non ci interessa fare un film intorno a personaggi come Aspi o la Signora Littera, a meno di reincontrarli dentro una storia. Chissà!

''Tutto torna'' di Enrico PitziantiAnche se...  una certa esperienza cinematografica non vi manca!
Ho avuto la fortuna di girare alcuni film con registi sardi come Enrico Pitzianti, con cui ho fatto “Tutto Torna”, forse il ruolo più importante, e con Enrico Pau per “Jimmy della Collina”, dove sono un educatore di adolescenti in un carcere minorile.

Per non parlar dei “corti”.
"Kyrie Eleison (Fillepreri)” di Bepi Vigna e “I capelli della sposa” di Marco Danieli. E una docu-fiction di  di Marco Antonio Pani sui “I pittori catalani in Sardegna” ("Els Pintors catalans a Sardenya").

Pensando soprattutto ai film di Pau e Pitzianti, storie anche “dure”..
E' vero il cinema mi ha riservato ruoli più drammatici. Mi piacerebbe fare del cinema comico, ma non è facile, un film bisogna pensarlo e scriverlo, poi girarlo: si fa prima a realizzare uno spettacolo! Pure sarebbe interessante fare un film non (solo) in sardo e per i sardi ma che racconti una Sardegna diversa, non da cartolina.

Massimiliano Medda con il cast di ''Jimmy della collina''Un film che avresti voluto interpretare?
Ce ne sarebbero tanti, e non solo comici. Mi sarebbe piaciuto fare la parte del pazzo nel film di Radu Mihăileanu “Train de vie”, che tra l'altro avrebbe dovuto essere di Roberto Benigni

Da spettatore e/o da artista che ne pensi di Borat Sagdiyev (alias Sacha Baron Cohen)?

L'ho trovato divertente ma non mi ha fatto impazzire, non mi ha colpito in modo particolare. Invece stavo pensando a “Boris”, la sit com italiana in onda su Fox Italia, che adesso arriva al cinema: è stato girato un film con un cast praticamente identico e tanto per smentirmi, secondo me è la classica trasmissione televisiva che può essere trasportata sullo schermo.

LapolaIl  campionario di varia umanità che si muove dietro le quinte di una soap opera - dal regista cialtrone al tecnico luci cocainomane – con interpreti come Francesco Pannofino o Corrado Guzzanti: è una cosa mi sarebbe piaciuto fare!!! Ma sono operazioni che puoi fare solo a quei livelli, con professionisti e risorse adeguate. Certo, puoi sempre fare esperimenti, son stati girati anche film a basso costo, c'è un cinema indipendente, per dire se hai una bella idea puoi provare a girare anche con pochi soldi, ma fare cinema costa. Solo scriverlo è difficile, un film e non so se in Sardegna - a parte la Iaccarino - abbiamo sceneggiatori in grado di scrivere un film comico; prima c'era una mentalità diversa: adesso si scrive più per la televisione! Comunque (mai dire mai) chissà che non ci si vedrà anche sul grande schermo!!!

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