Percorso

"I have no dream, qualunquemente"

Esce venerdì nelle sale l'ultima infernale parodia di Cetto La Qualunque magistralmente interpretata  da Antonio Albanese. Ovvero: quando la realtà supera la fantasia. A colpi di bunga bunga, s'intende. di Donatella Percivale

''Qualunquemente''E' brutto, volgare, immorale, orrendo. Eppure piace. In molti lo aspettano con un pizzico di compiaciuto orgoglio venerdì prossimo nelle sale, per applaudirlo e  farsi qualche grassa risata. Gli italiani? In fondo sono quella roba lì: risse, ignoranza e parrucchini.

Alla faccia dell'onestà e della fatica che si fa per andare avanti tutti i giorni. Meglio trascorrere qualche ora di svago confortati dall'idea che la cafonaggine fa i numeri fuori e dentro i box office mentre l'Italia intera sprofonda nella melma. Ma svago da cosa se poi la realtà, fuori dal buio delle sale, supera anche la fanta fantasia filmica? Magari fosse solo una sceneggiatura, magari i tic, le movenze, le battute di quel corrotto di Cetto La Qualunque fossero il frutto di un bravo e oliato staff di autori. Nato otto anni fa dalla penna di Piero Guerrera, oggi lo zoticone calabrese superbamente interpretato da Antonio Albanese appare quasi un moderato, anzi come sottolinea lo stesso attore: "Messo a confronto con alcuni politici di oggi, sembra davvero essere diventato un ciellino...".

''Qualunquemente''Chi conosce solo superficialmente l'amara maschera di Cetto, potrebbe pensare che il personaggio intenda ricalcare le gesta del nostro morigerato premier. Ma è sempre Albanese a puntualizzare: "Non mi sono mai ispirato alle gesta di Berlusconi, anzi, ho sempre cercato di virare altrove rispetto a quel tipo di “maschialità”. Di certo, l'uscita in sala nella settimana in cui è nuovamente scoppiato il caso-Ruby, pare un segno del destino: "Quando due anni fa il premier venne travolto dal primo scandalo a luci rosse, parlando con Piero Guerrera ci siamo detti “tu pensa se il film usciva adesso”. Un anno fa, altro scandalo e di nuovo “tu pensa se il film usciva adesso”. Sei mesi fa ancora “tu pensa se il film usciva adesso”… E' il nostro Paese!". Purtroppo.

''Qualunquemente''Lo sceneggiatore Piero Guerrera, insieme alla regia di Giulio Manfredonia, tenta di trovare un significato ultimo al successo annunciato del film: "Abbiamo riflettuto a lungo in questi anni, per capire se aveva senso portare al cinema Cetto. Con lui abbiamo un rapporto ambiguo, ci piace molto, ma avremmo anche voluto vederlo morto. Mentre ci ripetevamo che non sarebbe servito, il soggetto prendeva corpo. Poi è arrivata la Fandango e il progetto è decollato". Anche l'attore Luigi Maria Burruano con l'imprenditore corrotto non ci è andato certo leggero: "La triste realtà è che certa gente applaude Cetto perché nutre simpatia, forse addirittura pensa che una parte di Cetto sia presente in tutti noi, quasi fosse un fenomeno antropologico. La verità è che uno come lui andrebbe messo al muro e sparato, sempre!". Già. Davanti al partito de "Lu pilu" e dei cellulari che squillano anche in chiesa alla fine non si ride poi troppo: quell'umorismo nero lascia l'amaro in bocca e apre la strada alla tragicommedia della nostra vita. In cambio del bunga bunga ci siamo persi la poesia del rock.

19 gennaio 2011

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