Percorso

Alla Berlinale c'è tutto il mondo (tranne l'Italia)

Il festival al via domani con Madonna e l'opera prima di Ralph Fiennes. Storie da tutto il mondo, con una nutrita pattuglia americana. Snobbata l'Italia se si esclude la presidente di giuria Isabella Rossellini. di Giovanna Branca

Festival di BerlinoA Berlino, in questi giorni, inaspettatamente c'è il sole. Ma nelle vicinanze di Potsdamer Platz è una giornata qualsiasi, ancora non c'è traccia di quella fiumana di persone che tra poche ore popolerà la piazza provvisoriamente eletta a mecca del cinema della capitale tedesca.

Il dieci febbraio avrà infatti inizio la sessantunesima edizione della Berlinale, uno dei più importanti Festival del cinema del mondo. Uno dei pochi in cui la dimensione cinefila sovrasta ancora l'aspetto mondano, quella delle star che calcano il tappeto rosso e dei party esclusivi. Soprattutto quest'anno, basta consultare il programma per accorgersi di come la tendenza sia quella di esplorare il mondo della settima arte e soprattutto la settima arte nel mondo: i titoli proposti provengono da ogni angolo del globo; dall'Asia all'Europa – compresa quella dell'Est - dagli Stati Uniti al Sudamerica. Unico neo, l'assenza dell'Italia, a parte la presidente di giuria, Isabella Rossellini.

Werner HerzogMa torniamo ai grandissimi: ad aprire il festival, in anteprima europea, ci sarà "True Grit" di Joel e Ethan Coen, già candidato a ben dieci premi Oscar e secondo solo a "The King's Speech" di Tom Hooper, anch'esso presente a Berlino e accompagnato dagli attori Colin Firth ed Elena Bonham Carter.  Molto atteso è anche il nuovo documentario del maestro tedesco Werner Herzog, "Cave of Forgotten Dreams", in cui per la prima volta viene applicata la tecnologia 3D al cinema propriamente d'autore. Ma se l'autore in questione è Herzog – i cui film sono sempre contraddistinti da una contemplazione dell'immensità della natura che non ha rivali – non si può che entusiasmarsi di questo approdo a una tecnologia che consentirà nuovi sbocchi al linguaggio visionario di uno dei più grandi registi del cinema tedesco. Quello che, nel suo "Fitzcarraldo", aveva fatto trascinare una vera nave sopra una montagna senza nessun tipo di effetto speciale.

Madonna a BerlinoE ancora: alla Berlinale sarà presentata in concorso "Coriolanus" l'opera prima dell'attore Ralph Fiennes, e Margin Call di JC Chandor, accompagnato da un cast di superstar quali Kevin Spacey, Jeremy Irons e l'italoamericano Stanley Tucci. Attesa anche la popstar Madonna con l'anteprima mondiale di "W.E." la storia d'amore tra Edoardo VIII e Wallis Simpson.
Tra le proiezioni speciali, anche il documentario "Sing Your Song" della regista Susanne Rostock, incentrato sulla vita del grande cantautore, attivista politico e attore americano Harry Belafonte, annoverabile tra i padri putativi di Bob Dylan, la cui prima registrazione risale al 1962, anno in cui suonò l'armonica a bocca proprio nell'album di Belafonte Midnight Special. 

Harry BelafonteAttraverso la figura di Belafonte – il cui attivismo risale alle lotte per i diritti dei neri al fianco di Martin Luther King e arriva sino ai giorni nostri con la sua serratissima critica alla presidenza del neocon George W. Bush – nel festival irrompe la politica attiva, l'attenzione diretta (oltre che nei contenuti delle opere) ai sommovimenti del mondo in cui viviamo. Ce lo conferma l'omaggio – tra le proiezioni speciali – al regista iraniano Jafar Panahi, arrestato nel 2010 per la sua opposizione al regime di Ahmadinejad, e di cui viene proiettato "Offside" il film vincitore dell'Orso d'oro nel 2006.

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9 febbraio 2011

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