Percorso

Surrealismo civile, ma in salsa sarda

Manca solo un giorno alla serata conclusiva del concorso "Il Cinema racconta il Lavoro". Ai vincitori oltre ai premi in denaro (dagli otto ai tremila euro) anche un workshop di tre giorni con i giurati Winspeare, Leonhardt e Benedetti. E a sorpresa l'ultimo film di Paolo Rossi. di Elisabetta Randaccio
 
L'immagine de "Il Cinema racconta il Lavoro” arrivato alla terza edizione, non è più da tempo, come già detto altre volte, un mero concorso per premiare filmaker esordienti o sceneggiature di professionisti, che rimangono, spesso, "immobili” nella loro cornice di riconoscimenti. Si tratta, ormai, di un vero canale che invita e supporta la produzione di cinema in Sardegna, senza assistenzialismo, ma premiando il progetto filmico migliore nel complesso e chiedendone la realizzazione anche attraverso il budget vinto. Tale formula vincente ha portato, in questi anni, a produzioni veramente interessanti, che hanno avuto una loro precisa circolazione e hanno permesso ai realizzatori di farsi conoscere e ottenere fiducia per futuri finanziamenti.  Organizzato, come sempre, dall’Agenzia Regionale per il Lavoro e dalla Società Umanitaria-Cineteca Sarda. Centro di servizi culturali di Cagliari, avrà la sua serata finale il prossimo 10 febbraio, dalle  20 in poi, nel capoluogo, presso l’Auditorium comunale di piazza Dettori. In quel contesto, saranno proclamati i tre vincitori, scelti tra otto già selezionati nelle settimane scorse.
 
Edoardo WinspeareLa giuria è composta da sicuri professionisti: il regista Edoardo Winspeare, Ute Leonhardt (produttrice internazionale), Roberto Missiroli (montatore) e Antonello Zanda, il direttore della Società Umanitaria insieme a Francesco Bussalai dell’Agenzia Regionale per il Lavoro. Per questa edizione, oltre ai premi in denaro per i progetti di fiction e documentario (8000, 5000, 3000 euro), verrà assegnato un riconoscimento pure alla migliore commedia sul tema del lavoro (sempre 8000 euro). Inoltre, veramente sensata la scelta di proporre, per tutti gli otto finalisti, un workshop di tre giorni, che si terrà a Cagliari, nella sede della Società Umanitaria, usufruendo, come docenti,  dei giurati Winspeare e Leonhardt affiancati da Luca Benedetti, il quale si occuperà di montaggio. Una offerta di formazione e approfondimento con esperti di ottima levatura che, soprattutto per chi affronta per la prima volta il mondo del cinema, è preziosa quanto i riconoscimenti principali. Non sarà semplice trovare i vincitori tra i finalisti, che hanno presentato soggetti e piani di lavoro su argomenti assai diversi, ma tutti di sicuro interesse.
 
Antonello ZandaTroviamo infatti “Bianco & nero” di Gianluca Nieddu orientato sul problema del razzismo e della violenza, partendo da un fatto di cronaca accaduto in Sardegna nello scorso settembre; “Donne al centro della terra” di Valentina Pedicini, ricostruzione delle vicende delle ultime minatrici isolane; “I frutti sperati” di Ezio Maisto e Maria Cristina Di Meo, una commedia amara sul precariato, piaga aperta della nostra regione; “L’uomo d’argento” di Marta Anatra, il racconto della vita di un artista di strada; “Nicola e la sua officina meccanica” di Lila Place che ci mostra la vicenda di un ragazzo sordo muto costretto ad occuparsi della azienda di famiglia; “Oltre il confine” di Simone Lecca sull’avventura di un ingegnere cagliaritano impegnato in Africa nella costruzione di una strada, finanziata da un’impresa sarda; “Zingarò” di Marilisa Piga e Nicoletta Nesler,  incentrato sulla narrazione di un progetto di inserimento lavorativo di nove ragazze Rom nel settore artigianale (la creazione di una sartoria); e, infine, “Rajaa…che venne dall’Atlantico” di Alessandro Macis, vera storia di Rajaa, marocchina, che vive da tempo a Sadali: un’integrazione riuscita con una piccola comunità della provincia sarda. Come si vede, temi attuali, mai banali, i quali mostrano la capacità di osservazione della realtà contemporanea della nostra isola da parte di chi vuole trasporre per immagini soggetti originali. E’ vero come, non sempre, la bellezza del soggetto su carta è diventato un bel film, ma c’è da sperare in realizzazioni formulate  oltre stereotipi e autoreferenzialità.

''RCL Ridotta Capacità lavorativa''La serata del 10 ha un altro motivo di curiosità. Al termine della premiazione, sarà proiettato il film di Massimiliano Carboni “RCL Ridotta Capacità lavorativa” presentato recentemente con buon successo al “Torino Film Festival”; un’opera di stretta attualità ambientato nella fabbrica di Pomigliano D’Arco, un sguardo sincero sulla classe operaia in Italia, sui suoi cambiamenti, sulle sue drammatiche problematiche. Interprete principale è Paolo Rossi, che peraltro ha collaborato alla sceneggiatura insieme ad Alessandro Di Rienzo e al regista, i quali hanno impregnato il film di quello che è stato chiamato “surrealismo civile”. Da non perdere, così come, se qualche spettatore avesse mancato le proiezioni delle opere premiate da “Il Cinema racconta il lavoro” negli anni scorsi, la visione di quest’ultime tra l’11 e il 13 febbraio nei locali della Cineteca sarda, dove varranno riproposte.
9 febbraio 2011
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