Percorso

La follia delle madri assassine

Successo per il corto "Follia Omicida" firmato dal giovane regista Costantino Mazzanobile passato anche nella rassegna cagliaritana "Tre minuti di celebrità". L'interesse dei festival e delle reti televisive nazionali. di Giuseppe Novella

Costantino MazzanobileCostantino Mazzanobile è un giovane appassionato di cinema che ha firmato la realizzazione di un cortometraggio intitolato “Follia Omicida”, con il quale ha partecipato alla rassegna cagliaritana “Tre minuti di celebrità” (col titolo però di “Noia Omicida”).

Nel 2010 ha partecipato al festival dei corti del cinema internazionale di Roma, al festival “Videoarte Pasinetti” di Venezia, al "Festival Horror Noir Tenebria", al "Fiction Fest" di Roma ed è stato inoltre inserito nel sito della Fondazione Rossellini. Il corto tratta la spinosa questione dell’abuso di psicofarmaci e della salute mentale, trasportando cinematograficamente un infanticidio (realmente avvenuto) da parte di una madre sui suoi due figli. La forza comunicativa dell’opera è alta, e fa leva su un’atmosfera angosciante, costantemente sospesa tra sogno e realtà. La macchina a mano che segue la protagonista nei suoi spostamenti accentua la profondità della dimensione psicologica e onirica della narrazione, aiutata in ciò da dissolvenze, echi, e scene surreali. L’inesperienza degli attori si vede, ma non stona, anzi conferisce realismo al tutto. Un buon lavoro, che speriamo possa essere preludio per i nuovi lavori di Costantino Mazzanobile, nella speranza che il cinema italiano possa ricoprire, anche nella sua dimensione “underground”, una nuova fioritura.
 
''Follia omicida''Come nasce l'idea a di realizzare un corto su un argomento così insolito e delicato come l'abuso di psicofarmaci?
Tengo molto al tema del cortometraggio "Follia Omicida", soprattutto in quanto presidente di una onlus Aloe solidale che tra le sue tante attività si occupa di disabili psichiatrici. L'idea del corto è nata dall'ispirazione dell'amico giornalista cagliaritano Angelo Pili, anche lui presidente di una associazione Aloe: un giorno mi disse che nel cassetto da tempo teneva una storia, scritta a tempo perso, che poteva interessarmi. Così decisi di leggerla subito e mi resi conto che Pili custodiva una triste profezia: quella delle mamme assassine, che riempiono la cronaca nera tutti i giorni. Insieme decidemmo di girare il corto scegliendo come location la Sella del diavolo a Cagliari. Nella storia infatti c'è un santo eremita, che durante un'allucinazione convince la protagonista del corto a pagare il suo debito con la giustizia e con se stessa. Un santo che è realmente esistito in quel luogo.

''Follia omicida''Ha lavorato con attori professionisti?
Con i pochi mezzi a disposizione ci siamo tutti messi al lavoro, domeniche comprese, senza gerarchie ma come un affiatato gruppo di amici. Gli attori erano tutti alla prima esperienza, Pili compreso che ha interpretato il ruolo del santo eremita. Girando il corto anche come direttore della fotografia mi sono poi reso conto di quanto Cagliari sia bella, soprattutto vista dall'alto. Sono soddisfatto del lavoro, il corto pare infatti stia suscitando l'interesse di alcune reti televisive nazionali che mi hanno contattato dopo che è stato selezionato al "Fiction Fest" di Roma nel 2010 (sezione “Crea la tua fiction”) ed inserito nel sito della Fondazione Rossellini.

Il suo corto ha anche l'obiettivo d'incidere nelle  coscienze?

La decisione di raccontare un tema come quello dell'abuso di psicofarmaci risiede nel fatto che si tratta di un grave problema dei nostri giorni troppo spesso messo sotto traccia. Ringrazio tutti per l'interesse mostrato e per il lavoro fatto. Sono convinto che più si parli di questi problemi sociali e più si riesca a squarciare un muro di paure e angosce: le coscienze devono essere sensibilizzate.

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6 aprile 2011

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